Reggimento "Genova Cavalleria" (4º)

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Reggimento "Genova Cavalleria" (4º)
Stemma del Reggimento "Genova Cavalleria"
Descrizione generale
Attiva26 gennaio 1683 - oggi
Nazione Ducato di Savoia
Bandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Bandiera dell'Italia Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Servizio Armata Sarda
Regio esercito
Esercito Italiano
TipoCavalleria
DimensioneReggimento
Guarnigione/QGPalmanova caserma G.Durli
Mezzi attualmente in DotazioneAutoblindo Centauro
Puma
Land Rover AR 90
SoprannomeDragons Bleus
PatronoSan Giorgio
MottoSoit à pied soit à cheval mon honneur est sans égal
ColoriBavero e paramano color giallo oro
Battaglie/guerreAssedio di Torino
Carica del Bricchetto
Battaglia di Goito
Battaglia di Governolo
Battaglia di Pozzuolo del Friuli
Prima guerra mondiale
Seconda Guerra Mondiale
Anniversari21 Aprile (Battaglia del Bricchetto)
Parte di
Reparti dipendenti
  • Comando di reggimento
  • Squadrone supporto logistico "Quota 144"
  • Gruppo squadroni
    • 1º Squadrone esplorante "Bricchetto"
    • 2º Squadrone esplorante "Bicocca"

Squadrone blindo pesanti "Buriasco"

Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Il Reggimento "Genova Cavalleria" (4°) è fra i reggimenti dell'arma di cavalleria dell'Esercito Italiano quello che ha le origini più antiche[1][2][3][4] Oggi appartiene alla specialità "cavalleria di linea", attualmente è inquadrato nella Brigata di Cavalleria "Pozzuolo del Friuli" e ha sede a Palmanova. È il solo reggimento dell'Esercito Italiano ad essere stato ricompensato con due medaglie d'oro allo Stendardo per lo stesso fatto d'arme (1796)

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Il reggimento viene costituito il 26 gennaio 1683 col nome di Dragoni di Verrua per poi assumere alcuni anni dopo prima quello di Dragoni di S.A.R. e infine quello di Dragoni di Sua Maestà che mantiene per tutto il Settecento. Prende parte a tutte le guerre che coinvolsero il Regno di Sardegna durante il secolo distinguendosi particolarmente nelle battaglie del Tidone (1746) e del Bricchetto (1796).[5]

Risorgimento[modifica | modifica wikitesto]

Il bel reggimento Genova Cavalleria che turbinò per dieci campi di battaglia tra Villafranca e Santa Lucia (CUORE, E. De Amicis)

Battaglia di Novara, 23 marzo 1849 in un dipinto dell'epoca

Prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Campagna in Africa orientale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1935 «Genova» costituisce il I e II Gruppo mitraglieri autocarrati che vengono inviati in Africa Orientale: dove parteciparono all'eroica conquista di Neghelli, il 20 gennaio 1936 questi gruppi, assieme ai due di Aosta, prenderanno il nome di «Raggruppamento Cavalieri di Neghelli». Una citazione è inserita nel Bollettino n. 103 del 22 gennaio 1936 del Comando Supremo.

Guerra d'Albania[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1939 il II Gruppo squadroni, con il I e II plotone del 5º squadrone mitraglieri, partecipa alla campagna per la conquista dell'Albania, inquadrate nel reggimento di formazione comandato dal colonnello Raffaele Pelligra.

Seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Lo scoppio della seconda guerra mondiale vedeva in linea generale le forze armate italiane notevolmente distanziate sul piano tecnologico rispetto agli eserciti alleati.

In particolare l'arma di cavalleria, afflitta da mille remore conservatrici che nel ventennio tra le due guerre ne impedirono la meccanizzazione, entrava in guerra con le proprie unità ancora "a cavallo", cioè con armamento, addestramento, ordinamento e capacità complessive del tutto inadeguate rispetto alle esigenze della guerra meccanizzata. Con l'esclusione di alcuni reparti corazzati che vennero costituiti nei primi anni di guerra e impiegati autonomamente distaccati dai reggimenti cui solo nominalmente appartenevano, il grosso della cavalleria preferì conservare le proprie caratteristiche tradizionali benché ormai fosse chiaro a tutti che erano del tutto obsolete. La riconversione di un paio di reggimenti di cavalleria in unità corazzate avvenne infatti con incolmabile ritardo e non poterono risultare impiegabili se non agli inizi del 1943. Purtroppo Genova fu fra i reggimenti di cavalleria che conservarono la fisionomia a cavallo per l’intero secondo conflitto mondiale e si presentó all’appuntamento in splendida forma ma del tutto inadeguato ai tempi

Nella 2ª guerra mondiale l’unità viene impiegata in Croazia mentre un gruppo squadroni moto-mitraglieri mobilitato dal deposito reggimentale viene impiegato come reparto autonomo in Africa Settentrionale, dove il suo comportamento a Sollum e a Sidi Omar viene elogiato anche dagli avversari. Mentre il grosso di Genova, rientrato in Italia, viene colto dall'armistizio a Dronero presso Cuneo, a Roma un gruppo di formazione costituito col personale del deposito del reggimento partecipa ai combattimenti di Porta San Paolo dove cade il capitano Vannetti Donnini alla cui memoria sarà attribuita la medaglia d'oro al valor militare.

Ma ancora vanno ricordati alcuni ufficiali un tempo appartenuti al reggimento e transitati volontariamente alla neonata specialità paracadutisti, tutti caduti e decorati anch'essi con la massima ricompensa al valor militare: capitano Gastone Simoni, capitano Costantino Ruspoli di Poggio Suasa, tenente colonnello Carlo Ruspoli di Poggio Suasa ad El Alamein; tenente colonnello Alberto Bechi Luserna, in Sardegna.

Reparti generati 1940-43[modifica | modifica wikitesto]

III Gr. cost. Genova Cavalleria

IV Gr. cost. Genova Cavalleria

XIX Gr. app. Genova Cavalleria

XXVII Gr. cost. Genova Cavalleria

XXIX Gr. app. Genova Cavalleria

V Gr. mitr. Genova Cavalleria

XXXIX Gr. mitr. Genova Cavalleria

LIII Gr. app. Genova Cavalleria

LIV Gr. app. Genova Cavalleria

LV Gr. cost. Genova Cavalleria

XI Btg. Movimento Stradale Genova Cavalleria

Carica della Cavalleria Italiana a Custoza in una litografia dell'epoca

Repubblica italiana[modifica | modifica wikitesto]

Struttura del Reggimento[modifica | modifica wikitesto]

  • Comando di reggimento
  • Squadrone di supporto logistico "Quota 144"
  • Gruppo squadroni
    • 1º Squadrone esplorante "Bricchetto"
    • 2º Squadrone esplorante "Bicocca"
    • 3º Squadrone esplorante "Pozzuolo del Friuli"
    • 4º Squadrone blindo pesanti "Buriasco"

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Nella sua storia il 4º Reggimento "Genova Cavalleria" ha meritato le seguenti onorificenze allo Stendardo:[6]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la segnalata prova di zelo, di fermezza e di bravura che due squadroni di quel corpo hanno dato il 21 aprile 1796 nella pianura di Mondovì presso il colle di Bricchetto, attaccando un corpo di dragoni e ussari nemici infinitamente superiori in numero, rovesciandoli e disperdendoli, dopo averne uccisi, feriti, fatti prigionieri buona parte, facilitando così la ritirata della Fanteria del Re che arrischiava di essere circondata. (Battaglia di Mondovì
— Decreto Sovrano aprile 1796
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Rinnovando le sue belle gloriose tradizioni confermò le antiche singolari virtù guerrire, concorrendo, nei giorni 14, 15 e 16 settembre 1916, alla conquista ed al mantenimento della forte e ben munita posizione di quota 144 ad est di Monfalcone.»
— Decreto 28 dicembre 1916
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Con alto valore e sublime spirito di sacrificio contrastò all’imbaldanzito nemico l’avanzata al Tagliamento. Costretto ad asserragliarsi in Pozzuolo del Friuli, ne contese il possesso all’avversario, resistendo sul posto per 24 ore, finché isolato ed accerchiato, si aprì a sciabolate un varco tra le fanterie nemiche. Pozzuolo del Friuli, 29-30 ottobre 1917»
— Decreto 5 giugno 1920
Medaglia di bronzo al valore dell'esercito - nastrino per uniforme ordinaria
«Nell’immane sciagura sismica che colpiva il Friuli, interveniva tempestivamente in soccorso delle popolazioni colpite, prodigandosi con coraggio e con fraterno slancio di solidarietà umana nell’aiuto ai feriti ed ai superstiti e nella rimozione delle macerie. L’apporto fornito riscuoteva l’apprezzamento e la gratitudine delle Autorità e della popolazione. Friuli, 6-15 maggio 1976»
— 4 gennaio 1978[7]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Scudo: Inquartato da una croce di rosso: nel primo d'argento all'aquila di nero col volo abbassato, accompagnata da quattro fiamme trifide moventi dai cantoni, la prima e la quarta d'azzurro picchiettate e bordate d'argento, la seconda e la terza di rosso picchiettate d'oro e bordate dello stesso; nel secondo e terzo d'argento alla banda d'azzurro caricata in cuore da una stella d'argento; nel quarto a cinque punti d'oro equipollenti a quattro d'azzurro, alla bordatura d'argento. Il tutto abbassato al capo d'oro caricato al centro da uno scudetto di rosso alla croce d'argento con in punta un monte di verde di tre cime.

Ornamenti esteriori: sullo scudo corona turrita d'oro, accompagnata sotto da nastri annodati nella corona, scendenti e svolazzanti in sbarra e in banda al lato dello scudo, rappresentativi delle ricompense al Valore.

Sotto lo scudo su lista bifida d'oro, svolazzante, con la concavità rivolta verso l'alto, il motto "Soit à pied soit à cheval mon honneur est sans ègal", tradotto "Sia a piedi che a cavallo il mio onore non ha uguali".[9]

VTLM Lince
Puma 6X6

Insegne e simboli[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Reggimento indossa il fregio che è comune sia ai reparti dei Dragoni che dei Cavalieri; è composto da una "dragona" diritta con il numero distintivo del reggimento al centro della bomba. Il fregio è in metallo argentato opaco poggiante su un cerchio lucido indossato con il basco, fregio dorato per il berretto rigido.
  • La mostreggiatura del reggimento come per tutte le unità della specialità "cavalleria di linea" sono le fiamme a tre punte e richiamano i colori tradizionali dei baveri; per il Reggimento "Genova Cavalleria" sono gialle . Alla base della mostrina si trova la stella argentata a 5 punte bordata di nero, simbolo delle forze armate italiane.

Festa del reggimento[modifica | modifica wikitesto]

Il reggimento festeggia "il Bricchetto" il 21 aprile, in occasione della ricorrenza della battaglia del colle del Bricchetto nei pressi di Mondovì, avvenuta il 21 aprile del 1796 ove il reggimento, caso unico nell'esercito italiano, si guadagna 2 medaglie d'oro al valor militare, attaccando ed avendo la meglio su un numero di nemici ben superiori, facilitando la ritirata della Fanteria del Re.

Armi e mezzi in dotazione[modifica | modifica wikitesto]

Informazioni ricavate dalla pagina del Reggimento "Lancieri di Aosta" nel sito dello Stato Maggiore dell'Esercito[10].

Armamento[modifica | modifica wikitesto]

Autoblindo 8x8 Centauro

Mezzi[modifica | modifica wikitesto]

Comandanti[modifica | modifica wikitesto]

1 Colonnello Giuseppe Maria Scaglia Conte di Verrua 26 gennaio 1683
2 Colonnello Antonio Solaro Conte di Macello 10 febbraio 1691
3 Colonnello Francesco Conte d'Alinges 4 dicembre 1699
4 Colonnello Carlo Pallavicino Conte di S.Stefano 23 aprile 1702
5 Colonnello Giuseppe Piccon Conte di Perosa 27 maggio 1707
6 Colonnello Ludovico Piccon Conte di Perosa 20 settembre 1731
7 Colonnello Benedetto Saluzzo Conte della Manta 23 gennaio 1735
8 Colonnello Francesco Maria Della Villa 4 gennaio 1753
9 Colonnello G. Battista Morozzo Marchese della Rocca 10 aprile 1755
10 Colonnello Claudio Marchese Maffei 27 maggio 1762
11 Colonnello Giuseppe Antonio Maffei Conte di Boglio 8 aprile 1776
12 Colonnello Giuseppe Felice Carron di S. Tomaso 15 settembre 1778
13 Colonnello Giuseppe Matteo Albertengo di Bagnolo 5 febbraio 1779
14 Colonnello Alessandro Moretti d'Envie 22 novembre 1780
15 Colonnello Giacinto di Bomport Conte di Megeve 2 gennaio 1784
16 Colonnello G. Battista D'Oncieu Marchese De Chafferon 22 febbraio 1796
17 Colonnello Francesco Domenico Veuillet de Chevelu 1 settembre 1814
18 Colonnello Carlo Canera Conte di Salasco 11 febbraio 1815
19 Colonnello Gaetano Balbo 15 giugno 1815
20 Colonnello Pietro Saibante Conte di S. Uberto 22 dicembre 1815
21 Colonnello Corrado Magnocavallo Conte di Varengo 25 gennaio 1821
22 Colonnello Carlo Giuseppe Maffei Conte di Boglio 5 agosto 1821
23 Colonnello Ippolito Gerbaix Conte di Sonnaz 30 giugno 1830
24 Colonnello Carlo Ignazio Prati di Ravagnasco 7 dicembre 1831
25 Colonnello Francesco Calleri di Sala 2 novembre 1833
26 Colonnello Luigi Colomb D'Arcines 5 gennaio 1839
27 Colonnello Flaminio Avogadro Conte di Valdengo 27 marzo 1848
28 Colonnello Giacinto Valfrè Conte di Bonzo 13 marzo 1849
29 Colonnello Giorgio Maria Oggero 5 maggio 1849
30 Colonnello Annibale Signoris Conte di Buronzo 11 luglio 1851
31 Colonnello Luigi Soman 26 giugno 1859
32 Colonnello Ferdinando Aribaldi Ghilini 27 settembre 1862
33 Colonnello Vittorio Barattieri Conte di S. Pietro 6 aprile 1864
34 Colonnello Giovanni Battista Enrico Barone Laugier 12 maggio 1897
35 Colonnello Gaspare Conte Gnecco 15 luglio 1877
36 Colonnello Giuseppe Bertolazzone 10 aprile 1884
37 Colonnello Francesco Vicino Pallavicino 30 marzo 1890
38 Colonnello Orazio Lorenzi 12 luglio 1896
39 Colonnello Tommaso Moschini 1 aprile 1902
40 Colonnello Giulio Pellegrini 1 agosto 1905
41 Colonnello Giuseppe Durini Conte di Monza 6 ottobre 1911
42 Colonnello Giorgio Emo Conte Capodilista 22 aprile 1915
43 Colonnello Francesco Bellotti 4 aprile 1917
44 Colonnello Paolo Celebrini Conte di S. Martino 10 giugno 1918
45 Colonnello Carlo Campari 20 febbraio 1919
46 Colonnello Nicolao de Nobili 22 luglio 1921
47 Colonnello Colombo Marone 1 gennaio 1923
48 Colonnello Adriano Jones 23 luglio 1927
49 Colonnello Giovanni Pellegrini 28 ottobre 1928
50 Colonnello Ruggero Ubertalli 21 aprile 1930
51 Colonnello Guido Primerano 12 febbraio 1934
52 Colonnello Carlo Conte Ceriana Majneri 27 ottobre 1934
53 Colonnello Emilio Conte Voli 1 settembre 1938
M.O. Elia Conte Rossi Passavanti (Comandante int. In s. v.) 9 giugno 1940
54 Colonnello Giuseppe Costa 20 luglio 1940
55 Colonnello Vincenzo Boccacci 21 aprile 1942
56 Colonnello Alberto Lombardi 3 maggio 1943
Nicolò Tolomeo (G:E:D: 4° Dragoni) 20 novembre 1946
Mario Zanninovich(G:E:D: 4° Dragoni) 1 luglio 1948
57 Ten. Colonnello Riccardo Martinengo Marquet 1 febbraio 1949
58 Colonnello Ugo Centofanti 1 dicembre 1950
59 Colonnello Luigi Mecchi 1 dicembre 1951
60 Colonnello Vincenzo Marini 3 maggio 1954
61 Colonnello Giulio Cesare Flamini 15 novembre 1955
62 Colonnello Mario Coppi 31 marzo 1957
63 Colonnello Luigi Frova 1 dicembre 1958
64 Colonnello Giovanni De Laurentis 20 settembre 1960
65 Colonnello Franco Melotti 20 settembre 1961
66 Colonnello Riccardo Massa 30 aprile 1963
67 Colonnello Pasquale Lancieri 20 ottobre 1964
68 Colonnello Giuseppe Torrigiani Marchese di Sepino e S. Cristina 10 ottobre 1966
69 Colonnello Geri Honorati Marchese di Jesi 11 ottobre 1967
70 Colonnello Ugo Ricci 1 novembre 1968
71 Colonnello Giacomo Fontana 12 agosto 1970
Ten. Colonnello Andrea Manganaro C.te ad interim in Sede Vacante 17 febbraio 1971
72 Colonnello Sandro Azais 19 maggio 1971
73 Colonnello Antonio Viglietti 1 settembre 1972
74 Colonnello Rodolfo Puletti 29 agosto 1974
75 Ten. Colonnello Salvatore Capochiani 1 ottobre 1975
76 Ten. Colonnello Vito De Caro 10 agosto 1976
77 Ten. Colonnello Mauro Tomaselli 10 agosto 1978
78 Ten. Colonnello Carlo Alfonso Giannatiempo 25 agosto 1980
79 Ten. Colonnello Lucio Grisan 10 settembre 1981
80 Ten. Colonnello Giorgio Mirtella 1 dicembre 1982
81 Ten. Colonnello Ferruccio Ricciarelli 7 agosto 1984
82 Ten. Colonnello Claudio Vernesi 8 agosto 1986
83 Ten. Colonnello Alberto Sordi Arcelli Fontana 21 settembre 1989
84 Ten. Colonnello Salvatore Fadda 10 agosto 1991
85 Colonnello Raimondo Caria 14 settembre 1993
86 Colonnello Giuseppe Ganapini 25 agosto 1995
87 Colonnello Ettore Fasciani 20 ottobre 1999
88 Colonnello Orazio Lo Faro 12 ottobre 2001
89 Colonnello Liborio Volpe 16 aprile 2004
90 Colonnello Cesare Chiari 21 aprile 2006
91 Colonnello Giorgio Treglia 7 marzo 2008
92 Colonnello Maurizio Riccioni 5 settembre 2009
93 Colonnello Gualtiero Iacono 11 dicembre 2011
94 Colonnello Giovanni Biondi 10 agosto 2013
95 Colonnello Angelo DI Domenico 27 novembre 2015
96 Colonnello Igor Torti 30 novembre 2017
97 Colonnello Davide Luigi Valente 7 dicembre 2018
98 Colonnello Alessio Bacco 6 novembre 2020
99 Colonnello Antonio Di Nitto 19 novembre 2022

Evoluzione organica[11][modifica | modifica wikitesto]

  • 1683- Reggimento Dragoni di Sua Altezza Reale
  • 1713- Reggimento Dragoni di Sua Maestà Reale
  • 1814- Reggimento Dragoni del Re
  • 1821- Reggimento Dragoni del Genevese
  • 1832- Reggimento Genova Cavalleria
  • 1859- Reggimento Corazzieri di Genova
  • 1860- Reggimento Genova Cavalleria
  • 1871- 4º Reggimento di Cavalleria (Genova)
  • 1876- Reggimento di Cavalleria Genova (4°)
  • 1897- Reggimento Genova Cavalleria (4°)
  • 1920- Reggimento Genova Cavalleria
  • 1946- Gruppo Esplorante 4° Dragoni
  • 1949- 4º Reggimento Cavalleria Blindata Genova
  • 1958- Reggimento Genova Cavalleria (4°)
  • 1975- 4º Gruppo Squadroni Meccanizzato Genova Cavalleria
  • 1993- Reggimento Genova Cavalleria (4°)

Guarnigioni[modifica | modifica wikitesto]

  • 1683- Torino
  • 1814-15 Torino
  • 1815-21 Alessandria
  • 1821-22 Pinerolo
  • 1822-23 Savigliano
  • 1824-25 Casale M.
  • 1825-27 Venaria
  • 1827-30 Savigliano
  • 1830-33 Vigevano
  • 1836-38 Vercelli
  • 1838-41 Savigliano
  • 1841-43 Torino
  • 1843-45 Saluzzo
  • 1845-46 Savigliano
  • 1846-48 Pinerolo
  • 1848-50 Casale M.
  • 1850 Alessandria
  • 1851 Chambery
  • 1851-52 Vercelli
  • 1852-55 Saluzzo
  • 1855-56 Torino
  • 1856-58 Savigliano
  • 1858-59 Saluzzo
  • 1859 Vigevano
  • 1860 Saluzzo
  • 1860-61 Milano
  • 1861-66 Parma
  • 1866-68 Firenze
  • 1868-70 Caserta
  • 1870-72 Napoli
  • 1872-77 Vercelli
  • 1877-78 Terni
  • 1878-80 Capua
  • 1880-84 Napoli
  • 1884-87 Udine
  • 1887-90 Milano
  • 1890-93 Lodi
  • 1893-99 Vicenza
  • 1899-1904 Milano
  • 1904-12 Padova
  • 1912-17 Pordenone
  • 1917-18 Savigliano
  • 1918-26 Pordenone
  • 1926-33 Bologna
  • 1933-43 Roma
  • 1946-47 Albenga
  • 1947- in poi Palmanova

Le sedi del Reggimento dal 1683 al 1798 sono impossibili da rintracciare in quanto il Reggimento cambiava sede almeno una volta all'anno, inoltre gli squadroni erano distaccati in varie località non avendo a disposizione baraccamenti abbastanza grandi per accasermare l'intero reggimento.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ F. Apicella, Breve storia della cavalleria. Scuola di cavalleria, 2004 Archiviato il 17 ottobre 2013 in Internet Archive..
  2. ^ museocavalleria.it, https://web.archive.org/web/20071019032022/http://www.museocavalleria.it/Scuola%20e%20Reggimenti/Linea/Genova.htm. URL consultato il 17 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2007).
  3. ^ xoomer.virgilio.it, http://xoomer.virgilio.it/tspadave/anac/cavrgt2.htm.
  4. ^ regioesercito.it, http://www.regioesercito.it/reparti/cavalleria/regcav4.htm.
  5. ^ tempiocavalleriaitaliana.it, https://web.archive.org/web/20181030090805/http://www.tempiocavalleriaitaliana.it/scheda.asp?ID=157&QSIDCat=2. URL consultato il 13 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2018).
  6. ^ Esercito Italiano, 4º Reggimento "Genova Cavalleria" - Il Medagliere[collegamento interrotto].
  7. ^ Fonte legislativa.
  8. ^ SPECIALE “GENOVA CAVALLERIA (4°) (PDF), su tricolore-italia.com. URL consultato il 22 febbraio 2021.
  9. ^ Lo Stemma, su esercito.difesa.it. URL consultato il 17 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2017).
  10. ^ Informazioni ricavate dalla pagina del Reggimento "Lancieri di Aosta" nel sito dello Stato Maggiore dell'Esercito Copia archiviata, su esercito.difesa.it. URL consultato il 27 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 10 febbraio 2011)..
  11. ^ Sergio Drasco, REGGIMENTO GENOVA CAVALLERIA, su museocavalleria.it. URL consultato il 17 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2007).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pallavicino V. F., Genova Cavalleria ricordi storici 1897, Ed. I.G.M., Firenze 1897;
  • Vinci Carlo, Calendario di Genova Cavalleria, Ed. Brunello, Vicenza, 1898;
  • Vinci Carlo, Pagine di storia di Genova Cavalleria 1798-1800, Ed. Italiana, Roma, 1899;
  • Vinci Carlo, Genova Cavalleria a Villafranca, Ed. Crespi, Milano, 1900;
  • Pellegrini Giovanni, Dragoni del Re - Genova Cavalleria 1683-1906, Ed. Crescini, Padova, 1906;
  • Ferrero Ermanno, Campagne di guerra in Piemonte 1703-1708 e l’assedio di Torino 1706, Ed. Bocca, Torino, 1907;
  • Astegiano Lorenzo, Combattimento di Cassanio nella piana di Mondovì del 21-4-1796, Ed. Monassero, Mondovì, 1908;
  • Bucci di Santafiore Eugenio, Genova Cavalleria note storiche illustrate, Ed. Borso, Genova, 1918;
  • Verarecci di Fossombrone Cesare, Con Genova Cavalleria a Pozzuolo del Friuli, Ed. Imperia, Genova, 1926;
  • Ceriana Mayneri Carlo, Genova Cavalleria, Roma, 1927;
  • Della Martina M., Il fatto d’armi di Quota 144, Ed. Mattioli, Firenze, 1923;
  • Emo Capodilista Giorgio, Seconda Brigata di Cavalleria - Genova e Novara a Pozzuolo del Friuli 29-30 Ottobre 1917, Ed. Messaggero, Padova, 1931;
  • Rossi Passavanti Elia, L’eroica cavalcata di Genova Cavalleria, Ed. Fides, Roma, 1932;
  • Lusi Luigi, Genova Cavalleria, Ed. Regionale, Roma, 1939;
  • Papafava Novello, Cavalleria italiana nella guerra 1915-18, Ed. G. Rossi, Padova, 1958;
  • d’Incerti Vico, Pozzuolo del Friuli 29-30 Ottobre 1917, Ed. Bazzi, Milano, 1967;
  • Fiore Antonio, Il giono di Scialabra (XIX Gruppo appiedato di Genova Cavalleria), Ed. Edigraf, Roma, 1976;
  • Guidi Enrico, Cariche di Pozzuolo del Friuli ed Insbuschenskij, in Rivista di Cavalleria, gennaio 1976;
  • Puletti Rodolfo, 1683-1983, Ed. G. de Stefano, Padova, 1983;
  • Brignoli Marziano, L’Arma di Cavalleria, 1861 – 1991, – Istituto Editoriale di Bibliofilia e Reprints, Milano, 1993;
  • Pizzuti Mario, La carica del Bricchetto, in Rivista Militare, maggio 1996;
  • Puletti Rodolfo, La carica del Bricchetto di Mondovì del 21-4-1796, in Rivista di Cavalleria, giugno 1996;
  • Viola Giacomo, La battaglia di Pozzuolo del Friuli, Ed. Gaspari, Udine, 1998;
  • Cirinà Natale, “Genova Cavalleria” a Q.144, in Rivista di Cavalleria, novembre 2000.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]