Zahara (film)
Zahara | |
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Zahara Bakri in una scena del film | |
Titolo originale | Zahara |
Lingua originale | arabo |
Paese di produzione | Palestina |
Anno | 2009 |
Durata | 63 min |
Genere | documentario, storico |
Regia | Mohammad Bakri |
Sceneggiatura | Mohammad Bakri |
Produttore | Mohammad Bakri, Carole Zabar |
Fotografia | Ziad Bakri |
Montaggio | Nail Mahamid |
Musiche | Amir Shahsar |
Zahara, anche accreditato come Zahra, è un documentario autobiografico del 2009 scritto, diretto e narrato da Mohammad Bakri in lingua araba. Il film racconta la vita della zia del regista, Zahara, dall'infanzia fino alla vecchiaia, e ripercorre le tappe storiche che definirono il processo di trasformazione della Palestina.[1]
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Zahara sposò in età precoce il cugino Hassan. Durante l'esodo palestinese del 1948, Zahara (19 anni) e Hassan furono costretti ad abbandonare la casa di Bi'ina, in Galilea, per trasferirsi in Libano. Hassan fu arrestato dalle autorità israeliane e imprigionato. Trascorsi quaranta giorni, Zahara decise di ritornare nel suo villaggio natio portandosi con sé i suoi due figli, Fatima e Mohammad. Hassan fu in seguito rilasciato ma morì prematuramente negli anni 60 lasciando la moglie e dieci figli. Zahara, povera e analfabeta, iniziò quindi a lavorare raccogliendo olive. Attraverso i sacrifici di una madre e gli insegnamenti che rivolge ai suoi figli, il regista intende anche sbugiardare i luoghi comuni che riguardano le donne palestinesi durante il conflitto arabo-israeliano.[2]
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]L'idea del film nasce vent'anni prima della sua realizzazione. Mohammad Bakri voleva ringraziare la zia, alla quale fu molto legato, e allo stesso tempo rendere omaggio alle donne della sua generazione. Inizialmente, Zahara, essendo molto religiosa e reticente alla telecamera, non accettò. In seguito cambiò idea, dopo che si risvegliò dal coma causato da un ictus cerebrale, grazie alla maestria di un chirurgo ebreo.[3]
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]In Israele, il film fu sponsorizzato dall'organizzazione Shatil, che si occupa di favorire il dialogo fra arabi ed ebrei. La proiezione del film causò delle proteste da parte degli spettatori, che non apprezzarono i toni secondo loro provocatori del film. Mohammad Bakri disse di avere ricevuto minacce di morte. I protestanti contestarono soprattutto una frase del film, nella quale l'esodo palestinese del 1948 viene paragonato all'Olocausto.[4]
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- 2010: Festival del cinema africano, d'Asia e America Latina di Milano – Miglior documentario (sezione Finestre sul mondo)[5]
- 2009: Dubai International Film Festival – Candidatura al miglior documentario[6]
- 2009: Other Israel Film Festival – Candidatura al miglior documentario[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Scheda film: Zahra, su cinepalestina.wordpress.com, Cinearchivio sulla Palestina, 20 gennaio 2015. URL consultato l'8 febbraio 2018.
- ^ (FR) Zahara: Mohammad Bakri au cinéma Utopia de Saint-Ouen, su agencemediapalestine.fr, Agence Media Palestine, 17 novembre 2011. URL consultato l'8 febbraio 2018.
- ^ Daniela Ricci, Incontro con Mohammad Bakri (PDF), su melisandra.org, melisandra, aprile 2010. URL consultato l'8 febbraio 2018.
- ^ (EN) David Daoud, Protest Breaks Out During Mohammed Bakri Film Screening in Israel, su algemeiner.com, the algemeiner, 22 maggio 2015. URL consultato l'8 febbraio 2018.
- ^ Pietro Masciullo, Festival del cinema Africano, d'Asia e America Latina, su sentieriselvaggi.it, 23 marzo 2010. URL consultato l'8 febbraio 2018.
- ^ a b (EN) Zahra (also known as Zahara), su arabfilm.com. URL consultato l'8 febbraio 2018.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Zahara, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Zahara, su Box Office Mojo, IMDb.com.