Zahara (film)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Zahara
Zahara Bakri in una scena del film
Titolo originaleZahara
Lingua originalearabo
Paese di produzionePalestina
Anno2009
Durata63 min
Generedocumentario, storico
RegiaMohammad Bakri
SceneggiaturaMohammad Bakri
ProduttoreMohammad Bakri, Carole Zabar
FotografiaZiad Bakri
MontaggioNail Mahamid
MusicheAmir Shahsar

Zahara, anche accreditato come Zahra, è un documentario autobiografico del 2009 scritto, diretto e narrato da Mohammad Bakri in lingua araba. Il film racconta la vita della zia del regista, Zahara, dall'infanzia fino alla vecchiaia, e ripercorre le tappe storiche che definirono il processo di trasformazione della Palestina.[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Zahara sposò in età precoce il cugino Hassan. Durante l'esodo palestinese del 1948, Zahara (19 anni) e Hassan furono costretti ad abbandonare la casa di Bi'ina, in Galilea, per trasferirsi in Libano. Hassan fu arrestato dalle autorità israeliane e imprigionato. Trascorsi quaranta giorni, Zahara decise di ritornare nel suo villaggio natio portandosi con sé i suoi due figli, Fatima e Mohammad. Hassan fu in seguito rilasciato ma morì prematuramente negli anni 60 lasciando la moglie e dieci figli. Zahara, povera e analfabeta, iniziò quindi a lavorare raccogliendo olive. Attraverso i sacrifici di una madre e gli insegnamenti che rivolge ai suoi figli, il regista intende anche sbugiardare i luoghi comuni che riguardano le donne palestinesi durante il conflitto arabo-israeliano.[2]

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

L'idea del film nasce vent'anni prima della sua realizzazione. Mohammad Bakri voleva ringraziare la zia, alla quale fu molto legato, e allo stesso tempo rendere omaggio alle donne della sua generazione. Inizialmente, Zahara, essendo molto religiosa e reticente alla telecamera, non accettò. In seguito cambiò idea, dopo che si risvegliò dal coma causato da un ictus cerebrale, grazie alla maestria di un chirurgo ebreo.[3]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

In Israele, il film fu sponsorizzato dall'organizzazione Shatil, che si occupa di favorire il dialogo fra arabi ed ebrei. La proiezione del film causò delle proteste da parte degli spettatori, che non apprezzarono i toni secondo loro provocatori del film. Mohammad Bakri disse di avere ricevuto minacce di morte. I protestanti contestarono soprattutto una frase del film, nella quale l'esodo palestinese del 1948 viene paragonato all'Olocausto.[4]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Scheda film: Zahra, su cinepalestina.wordpress.com, Cinearchivio sulla Palestina, 20 gennaio 2015. URL consultato l'8 febbraio 2018.
  2. ^ (FR) Zahara: Mohammad Bakri au cinéma Utopia de Saint-Ouen, su agencemediapalestine.fr, Agence Media Palestine, 17 novembre 2011. URL consultato l'8 febbraio 2018.
  3. ^ Daniela Ricci, Incontro con Mohammad Bakri (PDF), su melisandra.org, melisandra, aprile 2010. URL consultato l'8 febbraio 2018.
  4. ^ (EN) David Daoud, Protest Breaks Out During Mohammed Bakri Film Screening in Israel, su algemeiner.com, the algemeiner, 22 maggio 2015. URL consultato l'8 febbraio 2018.
  5. ^ Pietro Masciullo, Festival del cinema Africano, d'Asia e America Latina, su sentieriselvaggi.it, 23 marzo 2010. URL consultato l'8 febbraio 2018.
  6. ^ a b (EN) Zahra (also known as Zahara), su arabfilm.com. URL consultato l'8 febbraio 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  • 1948 – documentario (1998)

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Cinema: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cinema