Wikipedia:Bar/Discussioni/Gruppi musicali: e le scene indipendenti?

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Gruppi musicali: e le scene indipendenti? NAVIGAZIONE


Nel parlare di realtà musicali (gruppi, etichette, riviste,...) noto che vengono spesso esclusi gruppi delle scene indipendenti. Mi chiedo allora, e da qui nasce questa discussione, se simili realtà non debbano essere incluse in Wikipedia.

Parlerò quindi del valore che può avere una scena indipendente, tale che non dovrebbe essere esclusa dai contenuti di un'ampia enciclopedia quale Wikipedia. Cercherò di essere chiaro, esplicativo e soprattutto di rifarmi più o meno direttamente a fonti che in qualche modo diano una base all'argomento.

CHI VOLESSE LEGGERE DIRETTAMENTE LA PROPOSTA può andare verso la fine della pagina, dove c'è scritto "Detto questo?".

Conoscendola abbastanza mi rifaccio all'esempio della scena italiana punk d.i.y. (do it yourself, che sta genericamente ad indicare un circuito volutamente autoprodotto).

Il punk d.i.y. italiano ha sicuramente prodotto una quantità di gruppi che, inseriti su questo spazio, andrebbero ad ingigantire esageratamente le pagine del portale, risultando sicuramente fuorviante per gli scopi di Wikipedia. Eppure il punk d.i.y. italiano (riconosciuto a livello mondiale da quasi un trentennio su riviste di settore e non - cito Maximum Rock'n'Roll e Punk Planet, tra le straniere, e Il Mucchio Selvaggio e Rumore tra le italiane, oltre le numerosissime e incatalogabili fanzine internazionali) ha avuto un ruolo musicale/sociale non indifferente.

Dal punto di vista musicale il punk italiano ha avuto influenza sulle scene punk di tutto il mondo (cosa ancor più incredibile se si pensa che tale influenza è stata riconosciuta fin da metà degli anni '80, per mezzo di gruppi assolutamente autoprodotti e privi del supporto qualunque grande etichetta - gruppi punk sotto major si sono iniziati a vedere quasi solo nell'ultimo decennio, e sono ancora relativamente pochi): ad esempio è stato riconosciuto come caratteristico il sound e le tematiche dei gruppi hardcore italiani, e all'occorrenza è stato coniato (all'estero) il termine "italian hardcore". E se molti noti gruppi punk stranieri dichiarano di conoscere diversi gruppi punk nostrani (come Raw Power e Negazione), tutt'oggi è possibile trovare gruppi stranieri che citano band italiane del circuito punk indipendente attuale come fonte di ispirazione (cito gli statunitensi Cease Upon The Capitol, che parlano dei nostrani La Quiete e Raein come fonte di ispirazione primaria - - vedere menù in basso a sinistra).

Non solo: gruppi come Vanilla Sky, Punkreas o Pornoriviste, ormai più o meno noti al di fuori della stretta cerchia punk, hanno sicuramente giovato di quanto creato in questi 30 anni di "scene punk italiane". Senza di esse (quindi senza gruppi, etichette, 'zine, centri sociali, ecc) non avrebbero di certo ottenuto il successo attuale, poiché sarebbe mancato un vero e proprio background di mezzi e idee necessario per affermarsi.

E qui il punto di vista musicale si intreccia con quello sociale.

Il punk d.i.y. italiano si è diversificato negli anni come un vero e proprio fenomeno sociale caratteristico della nostra nazione e, soprattutto, di questa musica (l'hip hop, ad esempio, non ha avuto - almeno inizialmente - un'organizzazione forte come quella del punk). Ragazzi e ragazze poco più che adolescenti hanno creato, fin dai primi anni '80, una vera e propria rete di comunicazione che ha permesso ai centinaia di gruppi di suonare in tutta Italia (e successivamente anche all'estero), di uscire con i propri dischi, di creare un'unità attraverso (o, meglio, attorno) la musica punk. Potremmo dire che proprio il punk ha influenzato ragazzi e ragazze che, in un percorso ciclico, gli hanno dato la possibilità di vivere e crescere.

Si sono formati spazi, come i centri sociali, che hanno permesso l'incontro di diverse realtà; ma anche spazi non fisici, come le fanzine, che si sono proposte come riviste di settore (assolutamente autoprodotte nella forma e nei contenuti - cioè scritte da ragazzi/e, senza scopo di lucro) che permettevano di conoscere i gruppi del Paese, di venire a conoscenza di concerti, di contatti e di news su ciò che accadeva nelle scene punk internazionali. Le realtà "undeground" hanno veicolato messaggi personali ma anche socio-politici, riuscendo ad entrare sempre più in contatto con l'"overground" e influenzandolo sempre più fortemente (soprattutto negli ultimi 10 anni grazie all'avvento di internet ed ad una maggiore facilità di diffusione dell'informazione). Un esempio, tra i tantissimi, potrebbe essere l'"Anti-MTv Day", a breve prossimo alla sua sesta edizione: ragazzi e ragazze portano avanti da 6 anni questo festival "alternativo" all'MTv Day, con gruppi facenti parte esclusivamente della scena punk d.i.y. italiana, e con l'intento di promuovere una realtà diversa da quella della "MTv generation" (per approfondimenti basta cercare su Google). Oppure si può parlare dell'irruzione fatta nel 1984 da un gruppo di giovani punk milanesi ad un convegno di sociologi che parlavano delle "bande spettacolari giovanili": i punk protestarono aspramente per la superficialità con cui era stata condotta la ricerca, che aveva banalizzato la realtà giovanile del tempo senza toccarla con mano (una delle fonti).


Detto questo?

Ciò che ho cercato di mostrare, in maniera molto sintetica (anche se, me ne scuso, è venuto fuori un post piuttosto lungo) è che le scene indipendenti possono avere una grande influenza sulla musica/società/cultura di un Paese. Escluderle aprioristicamente da Wikipedia secondo me significa una grave perdita nella capacità di informazione che questo mezzo può dare.

Discuto allora (velocemente!) gli attuali criteri per inserire dei gruppi musicali:

  • Ha inciso e messo in commercio almeno due dischi regolarmente registrati e non autoprodotti

- sui due dischi e sull'autoproduzione (intesa come registrazione di demo) sono d'accordo: dopotutto si cerca di dare un minimo di consistenza ai gruppi inseriti. Ci sono però gruppi che scelgono l'autoproduzione (o la produzione indipendente - con etichette indipendenti, appunto) come forma di scelta musicale. Escluderli a priori sarebbe una grave perdita. Cito ad esempio il gruppo punk Kalashnikov, che da 10 anni produce gruppi esclusivamente tramite la coproduzione (una forma di autoproduzione che vede la collaborazione di numerose piccolissime etichette all'uscita del disco, che danno un minimo contributo economico, anche di poche decine di euro, con cui comprano il disco a prezzo di produzione, per poi rivenderlo al prezzo imposto dal gruppo - solitamente tra i 4 e gli 8 euro) arrivando a distribuire i propri dischi (6/7) con etichette coproduttrici di tutti e 5 i continenti. Quindi evitare i gruppi che hanno registrato una demo o poco più va bene, ma bisognerebbe valutare un po' di più caso per caso, affidandosi al buon senso


  • Ha tenuto un concerto legale ad almeno 500 km di distanza dalla propria città di origine;

- oltre ad essere difficile da dimostrare cosa vuol dire "legale"? Ci sono gruppi indipendenti che fanno annualmente decine di concerti fuori dalla propria città, anche in altri Stati (o in altri continenti!), eppure rimangono nell'ambito dell'autoproduzione; questo perché il circuito del d.i.y. permette un'organizzazione fuori dal concetto di booking (cioè io ragazzo "qualunque" possono prendere l'iniziativa ed organizzare a Roma un concerto - o un festival! - con gruppi di altre città, o anche di altre nazioni!; questa è una pratica comunissima nel punk, nell'hip hop, nell'indie,...)


  • Ha avuto più di un passaggio in un'emittente televisiva o radiofonica a diffusione nazionale con un proprio video o singolo o con un'esibizione dal vivo;

- come detto sopra, l'autoproduzione come scelta si pone al di fuori del mercato mainstream, e quindi spesso fuori da concetti quali video/radio nazionali e internazionali. E tuttavia molti gruppi indipendenti creano video per il circuito indipendente (ormai con mezzi come YouTube è possibile diffonderli senza problemi) e mandano canzoni a radio e webradio più o meno di settore


  • E' stato recensito da un'importante rivista di settore;

- anche qui significa escludere una serie di gruppi che non sono interessati a questo tipo di recensori. C'è da capire che, nonostante l'influenza che questi gruppi hanno (come mostrato sopra), essi non cercano la visibilità come fine del proprio suonare: lo scopo è esprimersi, informare, creare; non diventare famosi o fare soldi


  • Ha almeno dieci anni di militanza attiva alle spalle.

- prendendo informazioni su Wikipedia dai primi gruppi che mi sono venuti in mente, leggo che: i Nirvana sono durati 7 anni; i Sex Pistols 5 anni; i Sangue Misto 4/5 anni; addirittura questi ultimi due gruppi hanno rilasciato un unico LP. Eppure sono tutte band che hanno pesantemente influenzato la scena musicale internazionale o italiana, in generale o di settore. Molti gruppi suonano da più di 10 anni (ne cito sempre uno a caso, i Crash Test Dummies) e non hanno avuto alcun peso/influenza sulla scena musicale (o socio-culturale: Sex Pistols e Nirvana sono diventati anche simbolo di un modo di vita per più di una generazione di adolescenti) mondiale o nazionale. Eliminerei questo punto


Qui mi limito a parlare dei gruppi. Altre realtà (webzine, fanzine, etichette indipendenti, ecc) potrebbero avere lo stesso peso, ma credo che si possa affrontare un problema alla volta.


Ok, ho detto fin troppo. Mi scuso per la prolissità, ma volevo chiarire fin da subito i propositi da cui prende spunto la mia iniziativa.

Buon ferragosto a tutti :) Intervento non firmato di Utente:PiterC`e`, fixato da Yerul (comlink) 19:47, 12 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Perché non crei (o integri, se esiste già) una o più pagine sul punk italiano, o sul d.i.y. italiano, che possa fare da contenitore per tutti quei gruppi che se non sono enciclopedici da soli, contribuiscono a rendere enciclopedica la scena musicale di cui fanno parte? Cruccone (msg) 21:15, 12 ago 2007 (CEST)[rispondi]
Quoto in pieno Utente:Cruccone: l'idea migliore potrebbe proprio essere quella di costruire un'ampia pagina di spiegazione del discorso d.i.y italiano, con una sottosezione in cui fornire - in poche righe per ciascuna - le informazioni essenziali sulle principali band "indipendenti" esistenti. Altrimenti temo che l'alternativa sarebbe un proliferare senza controllo di decine e decine di voci (in molti casi con chiaro rischio di autopromozionalità e scarsissima enciclopedicità), per ogni piccolissima microband che si autodichiari "parte del circuito indipendente auto-organizzato". Massimo rispetto per la piccolissime band (ah, ricordi di giovinezza ! quante ore a fare le prove, e le emozioni dei primi concerti... :-)), però WP deve essere un'enciclopedia, non una comoda vetrina per tutti i "gruppetti" musicali esistenti. Ciao ! Veneziano 23:22, 12 ago 2007 (CEST)[rispondi]


non capisco una critica che non formuli criteri alternativi, il fine di tutto questo siscorso quale sarebbe abolire gli già stra larghi criteri che abbiamo già! cioè dire a tutti quelli che ha un myspace di farsi anche qui la loro pagina gemella, oppure di accettare ogni "band" di 4 adolescenti che si mettono a strimpellare, perché il rischio è questo. PersOnLine 23:54, 12 ago 2007 (CEST)[rispondi]
PS le regole dicono

«In assenza di un'inequivocabile enciclopedicità dovuta a motivi storici o artistici innegabili,»

perciò anche quei gruppi che fanno parte dei circoli indipendenti e si autopromuovono posso starci senza rispondere a quei criteri sempre che abbiamo particolari meriti e/o diffusione nazionale che lo giustifiche, altrimenti non si capisce a che pro dovrebbero stare su queste pagine


perché al Bar? ci sono già (fin troppe) pagine in cui si tratta questo argomento. Non disperdiamo le discussioni.--ChemicalBit - scrivimi 00:18, 13 ago 2007 (CEST)[rispondi]
sarò pure un po' ignorante ma di sta gente non ho mai sentito parlareLabienus