Wikipedia:Bar/Discussioni/"N" edizioni di un testo: come regolarsi?

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"N" edizioni di un testo: come regolarsi?


Mi capita non di rado di imbattermi in voci su romanzi contenenti il riferimento ad "n" edizioni di quel testo. Alcuni esempi: 1, 2, 3 e 4. Premesso che a me pare non sia compito dell'enciclopedia elencare tali e tante edizioni di un testo, che vanno pertanto rimosse (ma magari altri la pensano diversamente), mi resta il dubbio, in caso affermativo, di quali rimuovere e in base a quali criteri. Grazie. --Er Cicero 20:51, 5 nov 2013 (CET)[rispondi]

Io direi di tenere un'edizione per casa editrice (magari la più recente), lasciando stare le edizioni passate.--dega180 (msg) 22:38, 5 nov 2013 (CET)[rispondi]
Posso esprimersi solo riguardo al mio ambito, prendendo come esempio questa voce. Si tratta di un manuale per ingegneri, in cui ogni edizione contiene molte differenze rispetto alla precedente. Nelle edizioni più nuove infatti i contenuti sono aggiornati e spesso sono inseriti altri capitoli. Per tale motivo, in questo esempio specifico ciascuna edizione ha una sua particolare importanza. Nel caso dei romanzi e molti altri libri di letteratura non penso che succeda spesso che vengano cambiati i contenuti in maniera così sostanziale tra un'edizione e l'altra, mentre ciò avviene spesso nel caso della letteratura scientifica. --Daniele Pugliesi (msg) 01:06, 6 nov 2013 (CET)[rispondi]
Penso che possiamo circoscrivere la discussione all'ambito letterario. pequod76talk 01:25, 6 nov 2013 (CET)[rispondi]
IMHO un criterio simile a quello delle trasmissioni tv, la prima edizione in lingua italiana e le successive solo quando introducono modifiche significative (ampliamento del testo, nuova traduzione, edizione integrale in luogo di una censurata).--Moroboshi scrivimi 09:02, 6 nov 2013 (CET)[rispondi]
Prima edizione sicuramente, edizioni successive in caso di variazioni del contenuto o loro peculiarità specifiche. Eventualmente può essere utile indicare quante edizioni sono state fatte nel tempo, per libri non recenti e magari la data dell'ultimo, se il testo, un tempo bestseller da tempo non viene più ristampato--Bramfab Discorriamo 10:06, 6 nov 2013 (CET)[rispondi]
Le edizioni di un libro fanno parte della sua storia. Chiaro che se un libro ha avuto una sola edizione significativa e poi il resto sono ristampe o riedizioni in formato diverso (cartonato, brossura, tascabile, e-book) senza nessuna variazione significativa può bastare citare la prima. IMHO vanno citate tutte le edizioni significative, sicuramente la prima in lingua originale, la prima traduzione, i cambi di casa editrice e, ciliegina sulla torta, l'ultima disponibile dotata di ISBN così un lettore di Wikipedia può andarsela a cercare. La discussione può essere simile al caso delle opere discografiche dove un disco può aver avuto una storia significativa in termini di pubblicazione. --Amarvudol (msg) 10:20, 6 nov 2013 (CET)[rispondi]
Come Moroboshi: non è detto che edizioni successive siano identiche (per traduttore, completezza del testo ecc). Il traduttore è indicabile, non so se c'è una convenzione per le censure (morali o dovute a foliazione). Esempi che mi vengono in mente: Fanteria dello spazio, che nell'edizione Urania di parecchi anni fa (mi sembra quella dell'80) manca completamente di alcuni pezzi di testo, Il mago ha una traduzione completamente diversa tra le edizioni Oscar e il malloppone con tutta la saga, ecc. Inoltre avere le varie edizioni, come scrive Amarvudol, permette tramite ISBN di recuperarle da biblioteche (che non è detto abbiano solo l'ultima edizione) o negozi online (per esempio se vedo che un'edizione è del 93, so già che difficilmente la troverò). --Giuseppe (msg a baruneju) 11:57, 6 nov 2013 (CET)[rispondi]
In effetti stavo proprio pensanto alla disgraziata gestione "taglia e cuci" di Fruttero&Lucentini.--Moroboshi scrivimi 12:01, 6 nov 2013 (CET)[rispondi]
IMHO bisogna distinguere i casi in cui a edizioni diverse corrispondono cambi significativi, come il caso di una nuova traduzione o la presenza di nuovo materiale, dai casi in cui la differenza tra un'edizione e un'altra è solo di formato (cartonato o brossura). Casi intermedi potrebbero essere l'aggiunta di una prefazione scritta da qualcun altro, immagino che in alcuni casi la prefazione stessa abbia un'importanza notevole, edizioni commentate, edizioni speciali con illustrazioni d'autore... --Cruccone (msg) 14:16, 7 nov 2013 (CET)[rispondi]
Credo sia giusto elencare tutte le edizioni, non credo per contro sia utile elencare le semplici ristampe. --noi 16:41, 7 nov 2013 (CET)[rispondi]

[ Rientro]: allora, provo una prima piccola sintesi:

  1. c'è consenso a inserire/mantenere la prima edizione (c'è proprio il campo apposito nel template "libro");
  2. c'è consenso a non tenere le edizioni prive di variazioni significative, così come ristampe o formati editoriali vari.

Altre considerazioni mi sembrano invece meno scontate. Provo ad elencare:

  1. Chiaro il discorso di Daniele: in ambiti scientifici i testi più recenti sono i più aggiornati (e dunque sono quelli che mi aspetto di trovare citati). Ma perché dici: "ciascuna edizione ha una sua particolare importanza."? Voglio dire, il contenuto delle edizioni più vecchie è "superato" dalle ultime, ci sono per così dire "ragioni storiche" che suggeriscono di mantenerle? Che so, per dare conto di come si sia evoluto qualcosa (cosa che, se rilevante, mi aspetto sia presente anche in un testo recente)? Oppure?
  2. Non ho capito se nei casi ricordati da Moroboshi ("edizione integrale in luogo di una censurata" o la gestione Fruttero&Lucentini) si propone di lasciare o meno le edizioni incomplete (a che servirebbero? Vanno considerate tutte importanti perché, come dice Amarvudol, "Le edizioni di un libro fanno parte della sua storia"?);
  3. E' stata fatta presente l'importanza di tener conto di edizioni in cui cambia il traduttore, si inserisce una nuova prefazione etc. Bene, sperando che non stia mettendo troppa carne al fuoco, e vista una certa anarchia nella compilazione dei riferimenti bibliografici, non sarebbe il caso di integrare una buona volta il "cita libro" con questi parametri (visto che il "tradotto" va nel parametro "altri", la prefazione, l'introduzione o anche la postfazione vengono indicati, quando capita, alla bell'e meglio?)
  4. Non l'ho accennato nel mio post iniziale, ma mi è capitato anche di trovare più edizioni anche in voci diverse da quelle del testo (che so, immaginate di trovare 3 edizioni dei Promessi Sposi nella voce sull'Innominato). In questo caso perché dovrebbero rimanere? E segare senza pietà quali edizioni?
  5. Non sono invece d'accordo con l'affermazione di Dega180 "tenere un'edizione per casa editrice": non vedo che "obblighi" abbiamo verso le case editrici, i criteri di mantenimento devono esulare da tale scelta IMHO. Un po' perplesso sull'ipotesi Cruccone "edizioni speciali con illustrazioni d'autore", non sono convinto che questa cosa abbia un qualche rilievo per la voce (a meno di considerarla "storica", ma è davvero così?). --Er Cicero 21:18, 7 nov 2013 (CET)[rispondi]
Per il punto 2) secondo me un'edizione tagliata di per sè non va citata - però potrebbe essere citata per altri motivi (per esempio essere la prima). Per quanto riguarda il cita libro aspetterei prima di metterci mano di completare le discussioni in curso su template unico/vari in modo da avere una situazione più chiara di che cosa farci e quale aspetto deve avere.--Moroboshi scrivimi 23:49, 7 nov 2013 (CET)[rispondi]
Sì, aspettiamo pure che si faccia chiarezza, diciamo che vale da "reminder". --Er Cicero 09:24, 9 nov 2013 (CET)[rispondi]

(rientro) I miei due cent: credo anch'io come molti qui sopra che le singole ristampe, con al limite la correzione di qualche refuso, non siano da citare. Al contrario citerei nuovi adattamenti (censure, nuove traduzioni, rimontaggio in forma diversa delle tavole per i fumetti, prima edizione digitale, presenza in collane monografiche sull'autore, ecc..), cosi' come casi dove ci sia una prefazione particolarmente autorevole (ma non tutti i casi dove c'e' una nuova prefazione). Per le censure tenete conto che vanno in entrambi i versi, ci possono essere opere distribuite prima in forma censurata o ridotta e poi integrale (es il Diario di Anna Frank) o anche solo tagliata per motivi di spazio (es molti romanzi di fantascienza pubblicati su Urania (collana) nei decenni scorsi, rieditati piu' di recente in forma integrale), ma in altri casi è l'edizione originale ad essere integrale e solo successivamente viene tagliata, vuoi perche' l'autore disconosce alcuni passaggi, vuoi perche' il contenuto è divenuto troppo scomodo per l'editore o è divenuto illegale (es Il gioco (fumetto) di Manara).--Yoggysot (msg) 04:44, 8 nov 2013 (CET)[rispondi]

Quello delle illustrazioni l'ho buttata lì, alla fine non so se sia rilevante per il libro (mentre lo è per un illustratorecome Gustave Doré). Sul caso dell'Innominato, se ci fosse un cambio significativo nella sua storia tra le edizioni (come Renzo che inizialmente si chiamava Fermo), ovviamente andrebbe citato, soprattutto nel testo della voce. Se nelle varie edizioni non ci sono cambiamenti significativi sulla storia, una vale l'altra. In generale, per i classici, di edizioni ce ne sono molte - il vantaggio del pubblico dominio è che tutti lo possono ripubblicare (forse c'è qualche limitazione?), e non saprei come sceglierne una moderna piuttosto che un'altra (mentre sulla prima non vedo problemi). Se poi andiamo a casi come la Bibbia dove si uniscono anzianità, traduzioni e interpretazioni, l'unica possibilità è creare una serie di voci ad hoc, e anche qui si fa comunque una selezione. Per quanto riguarda i manuali tecnici, può essere interessante avere una panoramica dell'evoluzione tra un'edizione e un'altra; nella pratica, l'unico ISBN interessante è quello dell'ultima edizione (e/o dell'ultima edizione tradotta). In generale, se la differenza tra le edizioni è enciclopedica, probabilmente merita una sezione a sè. --Cruccone (msg) 12:46, 8 nov 2013 (CET)[rispondi]