Wang Xihou

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Wang Xihou[1] (王錫侯T, Wáng XīhóuP; Contea di Yifeng, 1713Pechino, 27 dicembre 1777) è stato un funzionario cinese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nome completo (sopra) e censurato (sotto) dell'imperatore Kangxi; scrivere o pronunciare il vero nome dell'imperatore era considerato alto tradimento e costava la vita.

Nacque nel 1713 nella contea di Yifeng, e studiò per diventare un funzionario-letterato della corte cinese.[2] Si laureò nel 1750 entrando in servizio l'anno successivo, e cominciò così una vasta opera letteraria di poesie e soprattutto commentarii alle opere più antiche.[2]

Fu tuttavia proprio una delle sue opere, il dizionario critico Ziguan (字貫) del 1775, a causarne la rovina.[2] Nella prefazione dello Ziguan aveva infatti riportato a scopo esplicativo i nomi di Confucio, dei due precedenti imperatori Kangxi e Yongzheng e dell'imperatore allora regnante Qianlong, raccomandando ai lettori di non pronunciarli o riportarli in accordo al tabù in vigore. Tuttavia agendo così infranse egli stesso la regola, e quando se ne rese conto era già troppo tardi.[2][3][4]

Nonostante avesse tentato di correggere il maggior numero di copie possibili dello Ziguan alcuni esemplari non emendati erano circolati, e quando nel 1777 Qianlong aveva scoperto la cosa aveva decretato l'arresto e l'esecuzione del letterato, decapitato a Pechino il 27 dicembre dello stesso anno.[2][4] In accordo al principio della responsabilità familiare, anche tre figli e quattro nipoti del poeta vennero arrestati per essere giustiziati, ma la pena di molti di loro venne commutata nella riduzione in schiavitù.[2][3][4]

Il fatale errore di Wang Xihou causò una purga in seno all'amministrazione cinese, e numerosi ufficiali vennero espulsi dall'esercito o degradati, e il governatore Hai Cheng della provincia dello Jiangxi, luogo d'origine del poeta, venne destituito.[2][3] Un altro ufficiale, Li Yutang, ammiratore di Wang Xihou, venne degradato per aver scritto una poesia in onore dell'autore.[2][3] La maggior parte delle copie dello Ziguan vennero distrutte,[3] e solo alcuni esemplari esportati in Giappone sono conservati ancora oggi.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nell'onomastica cinese il cognome precede il nome. "Wang" è il cognome.
  2. ^ a b c d e f g h i (EN) Arthur W. Hummel, Wai Hsi-hou, in Eminent Chinese of the Ch'ing Period, vol. 2.
  3. ^ a b c d e (EN) Piotr Adamek, A Good Son Is Sad if He Hears the Name of His Father, Leida, 2012.
  4. ^ a b c (EN) The Qing Glory Days, su project1.caryacademy.org. URL consultato il 22 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2008).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN73496877 · LCCN (ENno2001002797 · WorldCat Identities (ENlccn-no2001002797