Vittore (generale romano)

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Vittore
Console dell'Impero romano
TitoliMagister militum
Morte379
Consolato369
Vittore
Morte379
Etniabarbaro
ReligioneCristianesimo
Dati militari
Paese servitoImpero romano
Forza armataesercito romano
GradoMagister militum
ComandantiGiuliano,
Valente
Guerreguerra gotica (376-382)
Guerre romano-persiane
Campagnecampagna sasanide di Giuliano
Battagliebattaglia di Adrianopoli,
Battaglia di Ctesifonte
Altre caricheConsole
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Flavio Vittore (latino: Flavius Victor; ... – ...; fl. 361-379) è stato un generale e politico romano e servì sotto gli imperatori Giuliano e Valente, che vide entrambi morire in battaglia.

Campagna sasanide di Giuliano[modifica | modifica wikitesto]

Di origine sarmata[1] e di credo cristiano, servì sotto l'imperatore Costanzo II e poi sotto il di lui cugino e successore Giuliano, che lo nominò comes.

In occasione della sua campagna contro i Sasanidi del 363, Giuliano lo nominò generale della cavalleria (magister equitum) a Costantinopoli, prima di muoversi verso Antiochia.[2] Assieme a Lucilliano operò un attacco alle spalle dei Sasanidi in occasione dell'attraversamento di un tratto paludoso nei dintorni di un canale;[3] prima della marcia di avvicinamento a Ctesifonte, Vittore assunse il comando della fanteria pesante e della cavalleria, col compito di favorire la marcia sulla città con la costruzione di ponti e di impedire le sortite del nemico volte a distogliere le forze romane dall'eventuale assedio.[4]

Durante la battaglia di Ctesifonte, Vittore si trovò a comandare l'avanguardia romana, che inseguiva i Sasanidi in fuga verso la città, quando venne colpito da una catapulta e gravemente ferito, ponendo fine all'inseguimento.[5] Dopo la morte di Giuliano venne eletto imperatore il comes domesticorum, il cristiano Gioviano; tutti coloro che avevano ricevuto i loro incarichi dal precedente imperatore le persero, con l'eccezione di Vittore e di Arinteo,[6] come lui cristiano, come lui sostenitore di Gioviano nel concilio degli ufficiali che aveva scelto il nuovo imperatore.

Battaglia di Adrianopoli[modifica | modifica wikitesto]

Vittore continuò a servire sotto il successore di Gioviano, Valente, come magister equitum. Nel 367 Vittore fu mandato in ambasceria presso il re dei Goti, per chiedergli conto dei rinforzi mandati da questo a Procopio, che si era ribellato contro Valente; la risposta del re goto non piacque all'imperatore, che diede inizio alla guerra scitica.[7] Nel 369 divenne console; nello stesso anno si recò in ambasciata assieme ad Arinteo presso i Goti, per stipulare una pace.[8]

Nel 378 i Goti di Fritigerno invasero l'impero, occupando alcune città della Tracia. Valente, dovendo affrontare questa minaccia, inviò Vittore in Oriente, a concordare una pace con i Persiani che gli lasciasse mani libere contro gli invasori.[9] Vittore raggiunse poi Valente in Tracia e nel concistoro tenutosi per decidere la strategia, Vittore sconsigliò a Valente di portare l'attacco senza attendere i rinforzi delle truppe galliche dell'imperatore d'Occidente Graziano, in opposizione al parere del magister peditum Sebastiano, che era forte della propria vittoria sui Goti sul fiume Maritsa e suggeriva l'attacco immediato.[10]

Valente decise di attaccare i Goti, ma la battaglia di Adrianopoli fu una catastrofe per i Romani, e l'imperatore stesso perse la vita. Durante la battaglia, mentre la cavalleria romana veniva messa in fuga e la fanteria, sotto il peso della pressione dell'intero esercito nemico, andava in frantumi, Valente ordinò a Vittore di andare a prendere i Batavi, una unità messa in riserva, ma quando Vittore giunse nel luogo dove questi avrebbero dovuto essere, scoprì che erano già fuggiti.[11] Allora Vittore, assieme ad alcuni cavalieri, fuggì abbandonando Valente, e si diresse verso la Macedonia e la Tessaglia, per proseguire in Mesia e Pannonia per raggiungere Graziano, cui annunciò la morte dello zio e collega.[12]

In seguito andò a vivere in Oriente con la moglie, probabilmente ad Antiochia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ammiano Marcellino, xxxi.12.6.
  2. ^ Zosimo, iii.11.3, iii.13.3.
  3. ^ Zosimo, iii.16.3, iii.17.1.
  4. ^ Zosimo, iii.21.5.
  5. ^ Zosimo, iii.25.7.
  6. ^ Zosimo, iv.2.4.
  7. ^ Ammiano Marcellino, xxvii.5.1.
  8. ^ Ammiano Marcellino, xxvii.5.9.
  9. ^ MacDowall, p. 48.
  10. ^ Ammiano Marcellino, xxxi.12.5-7.
  11. ^ MacDowall, p. 80.
  12. ^ Zosimo, iv.24.3.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Fonti secondarie[modifica | modifica wikitesto]

  • Simon MacDowall, Adrianople, 378: The Goths Crush Rome's Legions, Osprey Publishing, 2001, ISBN 1-84176-147-8
Predecessore Console romano Successore
Imperatore Cesare Flavio Valentiniano Augusto II,
Imperatore Cesare Flavio Valente Augusto II
369
con Flavio Valentiniano Galata
Imperatore Cesare Flavio Valentiniano Augusto III,
Imperatore Cesare Flavio Valente Augusto III
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