Vertice di Reykjavík

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Vertice di Reykjavík
Ronald Reagan e Michail Gorbačëv a Reykjavik
PartecipantiStati Uniti Ronald Reagan
Unione Sovietica Michail Gorbačëv
Apertura11 ottobre 1986
Chiusura12 ottobre 1986
StatoIslanda Islanda
LocalitàReykjavík
EsitoIl vertice si concluse senza alcun accordo, costituì nondimeno un importante e storico passo verso una progressiva riduzione degli armamenti e la fine della guerra fredda
Vertice di Ginevra (1985) Trattato INF (1987)

Il vertice di Reykjavík fu un bilaterale tenutosi nella capitale islandese nell'ottobre del 1986 tra il Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan ed il Segretario generale del PCUS Michail Gorbačëv.

Il summit terminò con un nulla di fatto ma fu uno storico passo verso la fine della guerra fredda.

Negoziati[modifica | modifica wikitesto]

Höfði, sede del vertice.

Il vertice si svolse tra sabato 11 e domenica 12 ottobre 1986 ad Höfði, elegante villa sul lungomare di Reykjavík, storica ambasciata britannica in Islanda, già residenza del Console di Francia e del poeta Einar Benediktsson[1][2][3]. L'isola nordatlantica venne scelta per l'equidistanza geografica tra le due superpotenze e perché avrebbe permesso ai due leader di evitare le pressioni e le formalità di un incontro al vertice nei rispettivi paesi o nelle sedi regolari (come Ginevra o Vienna). Dato che per la prima volta si sarebbero concentrati su colloqui faccia a faccia piuttosto che su freddi negoziati su vasta scala, i due leader desideravano un luogo semplice ed intimo, adatto ad un incontro di questo tipo. Per questo motivo fu scartata l’iniziale proposta islandese del grande e moderno Hotel Saga, dove risiederanno Gorbačëv e la delegazione sovietica durante il summit.[4]

In quel fine settimana d'autunno Reagan e Gorbačëv si incontrarono con l'intenzione di lasciarsi alle spalle i toni duri, le minacce e gli interventi armati destabilizzanti nei rispettivi territori di influenza per iniziare ad affrontare la deriva dell’eccesiva corsa agli armamenti e il numero elevatissimo di testate nucleari che sfuggivano alla logica della mutua deterrenza. L’elezione di Gorbačëv a Segretario generale del PCUS nel 1985 aveva segnato una svolta nella politica sovietica. Gorbačëv si era infatti reso conto della necessità di una profonda modifica nella dialettica dei rapporti internazionali con i Paesi occidentali al fine di avviare un programma di mutua collaborazione; il progresso nel disarmo nucleare era considerato un fattore chiave nella creazione di condizioni esterne favorevoli per la riforma economica e politica in Unione Sovietica. In questa prospettiva si fece promotore di diverse proposte di disarmo, accolte però in maniera altalenante dalla controparte occidentale.

Le resistenze all’interno degli apparati delle rispettive superpotenze erano ai tempi molto forti (in quei giorni il Segretario alla Difesa Caspar Weinberger era arrivato a minacciare le dimissioni nel caso di accordi troppo sfavorevoli al blocco occidentale) e nell'ottobre del 1986 i due leader si recarono in Islanda con poche speranze: ci si aspettava di raggiungere scarsi o nulli risultati[5]. A Reykjavík Reagan intendeva includere nei colloqui i temi dei diritti umani, dell'emigrazione di ebrei e dissidenti sovietici e la guerra sovietico-afghana in corso dal 1979; Gorbačëv provò a limitarli al tema principale del controllo degli armamenti nucleari. Mentre tuttavia il leader sovietico proponeva l'eliminazione di tutti i missili balistici, Reagan era deciso a portare avanti le ricerche statunitensi sulla Strategic Defense Initiative (SDI), il cosiddetto "Scudo spaziale".[6][7]

Risultato[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante fossero giunti inaspettatamente vicini ad un'intesa sull'eliminazione di tutte le armi nucleari, Reagan e Gorbačëv non trovarono infine un accordo.

Emerse però chiaramente la volontà di aprire una nuova fase nelle relazioni bilaterali e la disponibilità delle due parti a fare delle concessioni al blocco opposto[7]. Per la prima volta il tema dei diritti umani fu oggetto di discussioni produttive e arrivò il consenso di Gorbačëv alle ispezioni in loco finalizzate alla verifica dell'adempimento agli accordi sulle armi nucleari (a cui Chruščëv si era vigorosamente opposto nel 1963 "perché avrebbero favorito lo spionaggio").[8][9][10]

Anche se l'importanza dei colloqui non fu del tutto compresa al momento, si trattava di un evento storico; il vertice islandese dimostrò l'importanza della diplomazia e delle trattative che l'anno successivo avrebbero portato al trattato INF. Le immagini dell'incontro di Reykjavík nell'atmosfera calda e cordiale che si riuscì a creare saranno destinate a rimanere nella memoria collettiva tra le più simboliche degli anni '80 e del processo che avrebbe portato alla fine della guerra fredda.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ President Reagan at Reykjavik Summit with Mikhail Gorbachev on October 9-11, 1986 - Reagan Library, su youtube.com.
  2. ^ President Reagan's Reykjavik Summit with Mikhail Gorbachev on October 11, 1986 - Reagan Library, su youtube.com.
  3. ^ Clip - Vertice di Reykjavik, su youtube.com.
  4. ^ AP NEWS October 4, 1986, su apnews.com.
  5. ^ Il vertice di Reykjavik: un fallimento solo apparente - Marco Limburgo (Osservatorio Russia), su osservatoriorussia.com.
  6. ^ President Reagan's Address to the Nation on Meetings with Gorbachev in Iceland, October 13, 1986. URL consultato il 1º settembre 2022.
  7. ^ a b James Mann, The Rebellion of Ronald Reagan: A History of the End of the Cold War (New York: Penguin Group, 2009), 45..
  8. ^ Garthoff, Raymond L. The great transition: American-Soviet relations and the end of the Cold War. Washington, DC: Brookings Institution, 1994. pp 252–99..
  9. ^ President Reagan's Address to the Nation on Meetings with Gorbachev in Iceland, October 13, 1986, su youtube.com.
  10. ^ President Reagan's Remarks at Keflavik NATO Airbase, Iceland, October 12, 1986. URL consultato il 28 ottobre 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]