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Hilary Whitehall Putnam (31 luglio 1926 - 13 marzo 2016) è stato un filosofo, matematico e informatico americano, oltre che una figura di spicco per la filosofia analitica del 20esimo secolo. Ha apportato contributi significativi alla filosofia della mente, alla filosofia del linguaggio, alla filosofia della matematica e alla filosofia della scienza.[1]

Al di fuori del campo della filosofia, Putnam ha contribuito nei settori della matematica e dell'informatica. In particolare, inseme al collega Martin Davis ha sviluppato l'algoritmo di Davis-Putnam per risolvere il problema della soddisfacibilità booleana ed ha aiutato a dimostrare l'irrisolvibilità del decimo problema di Hilbert.[2]

Una delle sue caratteristiche era quella di sottoporre qualsiasi posizione venisse presa rispetto ad un tema ad uno scrutinio attento e minuzioso, sia che si trattasse della propria posizione, sia di quella d'altri. Acquisì per questo la reputazione di colui che cambia spesso la propria opinione.

Nell'ambito della filosofia della mente, Putnam è noto per le sue argomentazioni contro il materialismo riduttivo (type physicalism) degli stati fisici e mentali, argomentazioni basate sulla sua ipotesi di realizzabilità multipla degli eventi mentali, e per il concetto di funzionalismo - una teoria molto accreditata che affronta il problema mente-corpo.[1][3]

Nel campo della filosofia del linguaggio, insieme a Saul Kripke ed altri studiosi, sviluppò la teoria causale del riferimento (causal theory of reference); inoltre formulò un'innovativa teoria del significato, introducendo la nozione di esternalismo semantico (semantic externalism), basata su un celebre esperimento mentale chiamato Terra Gemella.[4]

Nel campo della filosofia della matematica, lui e il suo mentore W. V. O. Quine svilupparono la "Tesi dell'indispensabilità di Quine-Putnam" [1], tesi che riguarda la realtà delle entità matematiche;[5] il punto di vista che esposero riguarda il fatto che la matematica non sia puramente logica, bensì quasi-empirica.[6]

Nell'ambito dell'epistemologia Putnam è conosciuto per sua critica al noto esperimento mentale "un cervello in una vasca". Questo esperimento sembrava fornire una validissima argomentazione in favore dello scetticismo epistemologico, ma Putnam ne ha sfidato la coerenza.[7]

Nel campo della metafisica, inizialmente Putnam fu un sostenitore del realismo metafisico, di cui poi divenne uno dei più accaniti oppositori, adottando piuttosto una posizione che lui chiamava "realismo interno"[8]; successivamente però abbandonò anche questa prospettiva. Nonostante i suoi cambiamenti d'opinione, durante tutta la sua carriera Putnam rimase fedele al realismo scientifico, termine con cui sostanzialemente si intende che le teorie scientifiche accreditate sono descrizioni tendenzialmente vere di come stanno le cose.[9]

Per quanto riguarda la filosofia della percezione, Putnam fu un sostenitore del realismo diretto, secondo il quale le esperienze di percezione mettono in comunicazione immediata il soggetto con il mondo esterno. Precedentemente, sostenne perfino che non esistessere immagini mentali, dati sensoriali o altri intermediari tra la mente e il mondo.[10] Intorno al 2012, però, scartò quest'ultimo pensiero in favore del "transizionalismo", una prospettiva che ammette sia il fatto che le esperienze di percezione siano transizioni che coinvolgono il mondo esterno, sia che queste transizioni siano funzionalmente descrivibili; inoltre, queste transizioni possono coinvolgere i qualia.[11][9]

Nelle sue opere più recenti, Putnam accrebbe l'interesse in particolare verso il pragmatismo americano, la filosofia ebraica e l'etica, pur avendo a che fare con una più ampia gamma di tradizioni filosofiche. Inoltre manifestò un interesse verso la metafilosofia, ponendosi come obiettivo quello di "rinnovare la filosofia" liberandola da quelli che lui considerava problemi marginali portati all'esasperazione.[12]

Putnam è stato a tratti un personaggio politicamente controverso, in particolar modo per via del suo coinvolgimento con il Progressive Labor Party tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta. [13]

Al momento della sua morte, nel 2016, Putnam era Professore Emerito dell'Università di Cogan presso l'Università di Harvard.

Vita[modifica | modifica wikitesto]

Putnam nacque a Chicago, Illinois, nel 1926. Il padre, Samuel Putnam, era uno studioso di lingue romanze, un giornalista e un traduttore che scrisse per il Daily Worker [2], una pubblicazione del Partito Comunista Americano, dal 1936 al 1946 (quando si disilluse nei confronti del comunismo);[14] la madre, Riva, era ebrea.

La famiglia Putnam visse in Francia fino al 1934, quando tornò negli Stati Uniti, stabilendosi a Filadelfia.[15] Hilary Putnam frequentò la Central High School; qui conobbe Noam Chomsky, che era un anno più piccolo di lui. I due rimasero amici - e spesso anche avversari intellettuali - per il resto della vita di Putnam.[16] Putnam studiò filosofia all'Università della Pennsylvania, dove ricevette la sua laurea triennale e diventò un membro della Philomathean Society [3], la più antica società letteraria universitaria esistente negli USA.

Putnam continuò i suoi studi prima presso l'Università di Harvard[15] e poi presso il dipartimento di filosofia dell'UCL, dove ricevette il Ph.D. nel 1951 per la sua tesi, intitolata "Il significato del concetto di probabilità applicato a sequenze finite". L'insegnante di Putnam, Hans Reichenbach (il docente supervisore della tesi) era una figura di spicco del positivismo logico, la scuola di pensiero filosofico dominante al tempo. Una delle prese di posizione più eclatanti di Putnam è stato proprio l'allontanamento dal positivismo logico.

Dopo aver insegnato a Northwestern (1951 - 52), Princeton (1953 - 61) e al MIT (1961 - 65), si trasferì ad Harvard nel 1965. La moglie, la filosofa Ruth Anna Putnam [4], ottene una cattedra in filosofia presso il Wellesley College. Hilary e Ruth si sposarono l'11 agosto del 1962. [17] Ruth Anna, che discendeva da una famiglia di studiosi di Gotha (tra cui il filologo tedesco Christian Friedrich Wilhelm Jacobs), nacque a Berlino, Germania, nel 1927, da genitori attivisti politici anti-nazisti e, come Putnam stesso, fu cresciuta atea (la madre era ebrea e il padre proveniva da una famiglia cristiana).[18][19]

I Putnam, volendosi ribellare all'antisemitismo che avevano provato sulla loro stessa pelle durante la loro giovinezza, deicsero di creare una casa ebrea tradizonale per i loro figli. Poichè non avevano particolare esperienza con i rituali della religione ebraica, si misero alla ricerca della possibilità di frequentare altre case di ebrei per celebrare il rituale del seder (pesach). Iniziarono inoltre a studiare la cultura e la religione ebrea e giudea, diventando man mano più interessati ed attivi nella comunità. Nel 1994, Hilary Putnam celebrò un tardo Bar Mitzvah. La moglie fece lo stesso 4 anni più tardi.[18]

Putnam era un insegnante noto nell'ambiente dell'Università di Harvard. Come già era stata la sua famiglia, era anche un personaggio politicamente attivo. Durante gli anni Sessanta e i primi anni Settanta, fu un attivo sostenitore del Movimento Americano per i Diritti Civili [5], e un oppositore dell'intervento militare americano in Vietnam. Nel 1963 organizzò al MIT una delle prime commissioni di studenti e docenti per protestare contro la guerra in Vietnam. Putnam rimase profondamente turbato nel leggere le parole di David Halberstam, il quale raccontava come gli Americani "difendessero" i civili vietnamiti dai Viet Cong avvelenando le loro coltivazioni di riso.[13]

Dopo essersi trasferito ad Harvard nel 1965, iniziò ad organizzare proteste nel campus e iniziò a tenere corsi universitari sul Marxismo. Divenne un referente ufficiale di facoltà per l'associazione "Studenti per una Società Democratica" [6]e, nel 1968, diventò membro del Progressive Labor Party (PLP).

Fu eletto Membro della American Academy of Arts and Sciences nel 1965. Dopo il 1968, la sua attività politica si concetrò prevalentemente sul PLP. L'amministrazione di Harvard iniziò a considerare le sue attività politica eccessiva e tentò di censurarlo, ma altri due membri della facoltà criticarono questo tipo di risposta. Putnam ruppe permanentemente il suo legame con il PLP nel 1972. Nel 1997, ad un incontro di attivisti alla Arlington Street Church di Boston, Putnam parlò del suo coivolgimento con il PLP come di un errore. Disse che inizialmente era rimasto colpito dall'interesse del partito nel creare un'alleanza e dal tentivo di organizzarsi dall'interno delle forze armate.[13]

Nel 1976 fu eletto Presidente dell'Associazione Filosofica Americana. L'anno seguente fu selezionato per essere il Walter Beverly Pearson Professor di logica matematica, come riconoscimento per i suoi contributi nella filosofia della logica e della matematica. Anche se si era ormai completamente distaccato dal suo passato radicale, Putnam non abbandonò mai la sua convinzione che gli accademici abbiano una particlare responsabilità sociale ed etica nei confronti della società. Egli continuò ad avere idee di stampo progressista, che espresse negli articoli "Come non risolvere problemi etici" (1983) e "Istruzione per la Democrazia" (1993).

  1. ^ a b Mondadori, Cles, tipografo trentino., Enciclopedia di filosofia., 3. ed. ampliata e aggiornata, Garzanti, 2004, ISBN 8811505151, OCLC 799210286. URL consultato il 9 agosto 2019.
  2. ^ Matii︠a︡sevich, I︠U︡. V. (I︠U︡riĭ V.), Hilbert's tenth problem, MIT Press, 1993, ISBN 0262132958, OCLC 28424180. URL consultato il 9 agosto 2019.
  3. ^ LeDoux, Joseph E., Il sé sinaptico : come il nostro cervello ci fa diventare quelli che siamo, Cortina, 2002, ISBN 8870787958, OCLC 801323441. URL consultato il 9 agosto 2019.
  4. ^ (EN) Maria Baghramian, Reading Putnam, Routledge, 2012, ISBN 9780415530064. URL consultato il 9 agosto 2019.
  5. ^ Indispensability Arguments in the Philosophy of Mathematics (Stanford Encyclopedia of Philosophy/Fall 2004 Edition), su plato.stanford.edu. URL consultato il 10 agosto 2019.
  6. ^ (EN) Cogan University Professor Emeritus Hilary Putnam, Philosophy of Mathematics: Selected Readings, Cambridge University Press, 1983, ISBN 9780521296489. URL consultato il 10 agosto 2019.
  7. ^ (EN) Hilary Putnam e Cogan University Professor Emeritus Hilary Putnam, Reason, Truth and History, Cambridge University Press, 31 dicembre 1981, ISBN 9780521297769. URL consultato il 10 agosto 2019.
  8. ^ (EN) Hilary Putnam, Realism with a Human Face, Harvard University Press, 1992, ISBN 9780674749450. URL consultato il 10 agosto 2019.
  9. ^ a b (EN) Hilary Putnam, Philosophy in an Age of Science: Physics, Mathematics, and Skepticism, Harvard University Press, 2012, ISBN 9780674050136. URL consultato il 10 agosto 2019.
  10. ^ (EN) Hilary Putnam, The Threefold Cord: Mind, Body, and World, Columbia University Press, 1999, ISBN 9780231102872. URL consultato il 10 agosto 2019.
  11. ^ (EN) Unknown, Sardonic comment, su putnamphil.blogspot.com. URL consultato il 10 agosto 2019.
  12. ^ (EN) Randall E. Auxier, Douglas R. Anderson e Lewis Edwin Hahn, The Philosophy of Hilary Putnam, Open Court, 18 maggio 2015, ISBN 9780812698985. URL consultato il 10 agosto 2019.
  13. ^ a b c Foley, Michael S., Confronting the war machine : draft resistance during the Vietnam War, University of North Carolina Press, 2003, ISBN 0807862436, OCLC 53946625. URL consultato il 10 agosto 2019.
  14. ^ (EN) Bertram David Wolfe, Strange Communists I Have Known, Stein and Day, 1965. URL consultato il 10 agosto 2019.
  15. ^ a b (EN) Peter J. King, One Hundred Philosophers: The Life and Work of the World's Greatest Thinkers, Barron's Educational Series, 2004, ISBN 9780764127915. URL consultato il 10 agosto 2019.
  16. ^ (EN) Robert F. Barsky, Noam Chomsky: A Life of Dissent, MIT Press, 1998, ISBN 9780262522557. URL consultato il 10 agosto 2019.
  17. ^ Putnam, Hilary 1926- | Encyclopedia.com, su www.encyclopedia.com. URL consultato il 10 agosto 2019.
  18. ^ a b (EN) Finding My Religion - The Boston Globe, su archive.boston.com. URL consultato il 10 agosto 2019.
  19. ^ (EN) Hilary Putnam, Prolific Jewish-American Thinker Who Revolutionized Contemporary Philosophy, Dies, in Haaretz, 16 marzo 2016. URL consultato il 10 agosto 2019.