Utente:Valenicos/Sandbox

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Tassa sul possesso dei robot (definitivo)

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Un altro modello di prelievo è rappresentato dalla tassa sul possesso dei robot. L’idea di tassare i proprietari, i possessori e gli utilizzatori di un bene (object tax[1]) è presente negli ordinamenti di tutto il mondo. Storicamente le tasse vengono introdotte dagli Stati seguendo determinate strategie di politica pubblica, fra cui ad esempio andare a colpire un bene considerato come ricchezza, oppure ammortizzare i costi che la società deve sopportare a causa dell'oggetto che viene tassato[2]. Questo tipo di tassazione sui robot però, si scontra a monte con diverse questioni ancora da definire: prima fra tutte la definizione di robot[3](utile per capire cosa può essere oggetto di tassazione e cosa invece no), in secondo luogo definire quale proprietario o possessore possa essere tassato (ciò dipenderebbe dall’utilizzo e dal fine per il quale si possiede un robot)[4], e per ultimo stabilire il riconoscimento o meno della personalità giuridica in capo al robot. Con riguardo a quest'ultimo aspetto, secondo Xavier Oberson questo tipo di tassazione sul possesso infatti sarebbe applicabile, dato che i contribuenti sarebbero i proprietari o semplicemente gli utilizzatori (e quindi persone fisiche) del robot, per poi arrivare al passaggio successivo in cui verrebbero direttamente tassati i robot in quanto persone giuridiche[1].

Modello lump-sum

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Una possibile modalità di tassazione proposta da Oberson[1] è il modello cosiddetto lump-sum: si tratta di un sistema di imposizione fiscale forfettario non strettamente legato alla base imponibile, che prevede il pagamento di un ammontare fisso, senza alcuna corrispondenza con variabili controllabili[5]. Secondo questo modello si può parlare quindi di un’aliquota flat, da corrispondere periodicamente, il cui valore viene determinato indipendentemente dalla tipologia, caratteristiche e funzionalità[5] del robot stesso. Questa modalità rappresenterebbe, secondo Oberson[1], un'ability to pay (ossia capacità contributiva attribuita inizialmente ai proprietari) approssimativa di pagare la tassa, e sarebbe anche più semplice e più pratica rispetto alla tassa sul salario dei robot.

Tuttavia, secondo alcuni autori[6][7], sebbene questo modello possa essere di facile applicazione, rischierebbe di creare iniquità, proprio perché verrebbe applicato in modo generalizzato per tutti i robot senza tener conto del loro valore, del tempo d’uso, della loro effettiva capacità di produzione e, quindi, dell'utilità derivante dal loro utilizzo.

Inoltre, viene anche evidenziato[8] che se ogni impresa dovesse pagare una tassa di questo tipo, senza alcun riguardo al profitto prodotto dai robot, essa finirebbe per rappresentare un costo fisso più difficilmente sostenibile dalle piccole imprese rispetto a quelle grandi.

Un canone-robot

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Seguendo la logica della tassa lump-sum e quindi della tassa consistente in un ammontare fisso, si può richiamare il concetto di imposizione e il principio del beneficio[9] presente nel diritto tributario. In base a tale principio, i costi e le spese pubbliche devono essere ripartite tra coloro che usufruiscono dei benefici derivanti dall’intervento dello Stato e dai servizi pubblici offerti: i benefici e le utilità godute devono quindi essere tassate in modo tale da coprire i costi sostenuti. L’ammontare di questa tassa dovrebbe corrispondere al valore, per il contribuente, del servizio o del beneficio concesso[2], come una sorta di prezzo pagato dal contribuente per una determinata qualità di servizio che gli viene fornito. In questo caso la tassa viene chiamata canone[2]: si può richiamare come esempio il Canone Rai, in base al quale il semplice possessore di un apparecchio televisivo in Italia è tenuto al pagamento di tale imposta[10] indipendentemente dall’utilizzo dell’apparecchio stesso. Se si applicasse questo modello, si potrebbe introdurre un canone-robot, concepito come una compensazione per il servizio o per il vantaggio economico ottenuto dagli utilizzatori o proprietari di robot[2]. Purtroppo però, i problemi derivanti dall'introduzione di questo canone consistono nel fatto che lo Stato non ne trarrebbe un guadagno, perchè il canone, per definizione, andrebbe a coprire semplicemente i costi sostenuti, e in secondo luogo questo canone non sarebbe comunque sufficiente a compensare la perdita dei posti di lavoro provocata dai robot[2].

Modello basato sulle caratteristiche del robot

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Una seconda modalità di tassa sul possesso si può immaginare seguendo una logica opposta rispetto all'ammontare fisso. Secondo questa modalità (per il momento la più adatta, ma forse anche la più complessa), bisogna prendere in considerazione le caratteristiche e le funzionalità del robot stesso, proprio come suggeriva Uricchio[6]. In questo caso non si potrebbe applicare una tassa uguale per tutti, ma bisognerebbe adeguare l'importo della stessa ad una serie di caratteristiche del robot, che potrebbero essere quelle che il Parlamento Europeo ha chiesto di tenere in considerazione[11] per la creazione di una definizione di robot autonomi intelligenti (ad esempio autonomia del robot, l'autoapprendimento dall'esperienza, l'adattamento all'ambiente circostante...). Si può fare l'esempio del bollo auto presente in Italia, consistente in una tassa automobilistica gravante sugli autoveicoli immatricolati nel pubblico registro automobilistico[12]. Per lo Stato italiano sono tenuti al pagamento di questa tassa tutti coloro che risultano essere proprietari del veicolo (oppure utilizzatori o usufruttuari in caso, rispettivamente, di contratto di leasing o di usufrutto), e, dal 1 gennaio 2020, anche coloro che risultano essere gli utilizzatori di un veicolo senza conducente in base ad un contratto di noleggio a lungo termine[12]. L’esempio è paradigmatico in quanto l’importo di tale tassa in passato, ad esempio in Italia (D.P.R. 05 febbraio 1953, n.39)[13], consisteva in un ammontare fisso; al contrario, con il passare del tempo, l’importo viene fatto dipendere da una serie di fattori, tra cui la potenza dell’auto o la classe di inquinamento[1] (quindi tenendo in considerazione le caratteristiche del veicolo).

Robot come soggetto e non come oggetto

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Sebbene la tassa sul possesso dei robot sia, in linea di principio, facile da applicare, questa concezione rischia di essere un po' antiquata[2]. Di solito, le tasse sulla proprietà o sul possesso si riferiscono a beni materiali che non hanno autonomia o intelligenza (ad esclusione degli animali), infatti vengono anche chiamate object tax[1], ossia tassa sull'oggetto in quanto tale. I robot si stanno ormai evolvendo in tantissimi settori e sono già più efficienti degli umani: se nel passato i cavalli venivano sostituiti dalle macchine, ora gli automobilisti vengono sostituiti dai robot[2]. Dunque, dal momento che sono macchine così intelligenti da sostituire gli esseri umani, essi dovrebbero essere tassati come soggetti, e non come oggetti[14].

Info utente
Questo è un utente attivo nella collaborazione tra l'università di Torino (nell'ambito del laboratorio di Scrittura Giuridica) e Wikipedia.
  1. ^ a b c d e f Xavier Oberson, Taxing Robots? From the Emergence of an Electronic Ability to Pay to a Tax on Robots or the Use of Robots, in World Tax Journal, 2017.
  2. ^ a b c d e f g Xavier Oberson, Taxing robots : helping the economy to adapt to the use of artificial intelligence, 2019, ISBN 978-1-78897-651-0, OCLC 1079410396. URL consultato il 15 novembre 2022.
  3. ^ IEB’s Report on Fiscal Federalism and Public Finance, Barcellona, 2019, ISBN 978-84-09-19246-5.
  4. ^ Miriam Pontillo, Robot Tax: possibili modelli di prelievo tra consensi e resistenze, in Rivista telematica di Diritto Tributario, 30 giugno 2022.
  5. ^ a b lump sum tax in "Dizionario di Economia e Finanza", su www.treccani.it. URL consultato il 13 novembre 2022.
  6. ^ a b Antonio Felice Uricchio, Intelligenza Artificiale e diritto Robot tax: modelli di prelievo e prospettive di riforma, in Giurisprudenza italiana, n. 7, 2019.
  7. ^ (EN) Salvatore Antonello Parente, Artificial Intelligence and Taxation: Assessment and Critical Issues of Tax-Levy Models, in Białostockie Studia Prawnicze, vol. 26, n. 3, 1º settembre 2021, pp. 135–151, DOI:10.15290/bsp.2021.26.03.07. URL consultato il 14 novembre 2022.
  8. ^ Rossana Merola, Inclusive Growth in the Era of Automation and AI: How Can Taxation Help?, in Frontiers in Artificial Intelligence, vol. 5, 31 maggio 2022, pp. 867832, DOI:10.3389/frai.2022.867832. URL consultato il 14 novembre 2022.
  9. ^ Angelo Contrino, Fondamenti di diritto tributario, 2. ed, Wolters Kluwer - CEDAM, 2022, ISBN 978-88-13-38074-8, OCLC 1313609538. URL consultato il 15 novembre 2022.
  10. ^ Aree tematiche - Canone TV - Agenzia delle Entrate, su www.agenziaentrate.gov.it. URL consultato il 13 novembre 2022.
  11. ^ Risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2017 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti norme di diritto civile sulla robotica, su eurlex.europa.eu.
  12. ^ a b Schede - Bollo auto - Che cos'è - Agenzia delle Entrate, su www.agenziaentrate.gov.it. URL consultato il 14 novembre 2022.
  13. ^ DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 5 febbraio 1953, n. 39 - Normattiva, su www.normattiva.it. URL consultato il 14 novembre 2022.
  14. ^ Chand, V. Kostíć, S.V. Reis, A., Taxing artificial intelligence and robots : critical assessment of potential policy solutions and recommendation for alternative approaches., 2020, OCLC 1262852186. URL consultato il 14 novembre 2022.