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Il cinquantesimo anniversario[modifica | modifica wikitesto]

Lavori in corso per la messa in sicurezza del Ponte Amerigo Vespucci del 12 luglio 2019.

[Io=toglierei la citazione e la metterei all'inizio del paragrafo generale su Memoria e documentazione]

La memoria[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2016 il cinquantesimo anniversario dell'alluvione del 1966 ha avuto come tema portante la memoria, che in relazione ad eventi catastrofici ricorrenti a distanza di lunghi periodi, si può perdere nell'alternarsi delle generazioni.[1]. Basti pensare che quando il 6 novembre 1966 sulle prime pagine de La Nazione comparvero le parole del sindaco Piero Bargellini che richiamavano la testimonianza del cronista Giovanni Villani relativa all'inondazione del 1333, si trattò di una rara occasione in cui un giornale di larga diffusione citava autori medievali riferendo ai propri lettori che l'evento appena accaduto si era già presentato in passato. Questa scelta redazionale intese riportare alla memoria un evento tanto lontano nel tempo quanto molto vicino a ciò che era avvenuto in quei primi giorni di novembre del 1966. Coloro i quali vissero uno dei momenti più tragici e difficili nella storia fiorentina del XX secolo ebbero, così, cognizione di come un grave avvenimento apparentemente straordinario costituisse, in realtà, un disastro annunciato, già più volte verificatosi nel lungo passato della città nata e cresciuta sulle rive dell'Arno[2].

Il cinquantenario è stato un anno ricco di eventi, convegni, pubblicazioni e iniziative di portata internazionale, oltre che locale, di cui l'Università degli Studi di Firenze si è fatta portavoce[3]. La pianificazione degli eventi era incominciata già nel 2012 con l'istituzione del progetto “Firenze 2016”, poi denominato “Toscana Firenze 2016[3], al quale hanno collaborato per la prima volta varie istituzioni pubbliche e private dando vita fra l'atro ad un unico sito web per la comunicazione e l'archiviazione delle diverse iniziative. Rispetto al passato i promotori del progetto intendevano occuparsi dei temi legati alle alluvioni, e nel caso specifico all’alluvione di Firenze del 1966, da vari punti di vista - storico, civile, economico e sociale - ma anche scientifico e 'tecnico' ritenuto il più carente nonostante i numerosi studi esistenti che non avevano condotto a concrete proposte di interventi e sperimentazioni in campo idraulico adeguate, probabilmente in ragione anche della scarsa collaborazione fra la ricerca universitaria e le istituzioni preposte alla gestione del rischio idraulico [4][5].

Progetto Toscana Firenze 2016[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2013 il progetto è divenuto operativo con la costituzione, su iniziativa promossa dall'Università degli Studi di Firenze, di un Comitato di coordinamento Progetto "Firenze 2016"[6], al quale hanno aderito cento soggetti istituzionali e gli enti e associazioni che hanno competenze o interesse alla salvaguardia dell'Arno e alla sicurezza idraulica del capoluogo Toscano. Il comitato è stato co-presieduto dal Sindaco di Firenze Dario Nardella e dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Vicepresidente è Mario Primicerio. Segretario è Giorgio Valentino Federici.

L'obiettivo di "Firenze 2016" non era puramente celebrativo ma principalmente consisteva nella promozione e realizzazione di iniziative a carattere progettuale, scientifico, museale e di comunicazione per la realizzazione di attività di protezione delle persone, dei beni culturali, economici e ambientali:

«è sembrato infatti che non ci sia stata in questi cinquant'anni una continuità di analisi e di studio dell'alluvione e del rischio che oggi Firenze corre»


Nel 2014 si è aggiunto nella organizzazione del Progetto un Comitato Tecnico Scientifico Internazionale (ITSC)[7] composto da scienziati esperti in materia provenienti da tutto il mondo. L'ITSC ha lavorato per tre anni concludendo la ricerca nel 2016 con un rapporto finale ufficiale, in cui fra l'altro si ribadiva come

«Firenze rimane ad elevato rischio di alluvione e questo rischio cresce ogni giorno. Il problema non è se un alluvione di pari entità o superiore a quella del 1966 colpirà ancora la città di Firenze, ma quando ciò accadrà. Il livello di protezione attuale non assicura una riduzione del rischio di inondazione a livelli commisurati al valore di una città quale Firenze, permanendo una forte esposizione che risulta inaccettabile, sia per il rischio di perdite di vite umane sia per i valori dei tesori d'arte che la città ospita.»

Il progetto Firenze 2016 ha promosso una raccolta della memoria, anche con documentazioni inedite, ampia e di grande rilevanza. Le varie comunità della città hanno ricordato l'evento, a volte separatamente e a volte in coordinazione, ma in modo più ricco degli altri decennali. Nel numero speciale della rivista Testimonianze, "La grande Alluvione" (2016)[4], è possibile trovare ricordi e analisi delle inondazioni a Firenze e in Toscana e indicazioni delle autorità e degli esperti su come affrontare oggi il rischio idraulico nei nostri territori.

«La memoria serve soprattutto a chi le Alluvioni non le ha ancora conosciute.»

Grafiche presenti all'interno del CEDAF (Centro di documentazione sulle alluvioni di Firenze)

Le iniziative portate avanti in occasione del Progetto Firenze 2016 sono state molte, di diverso tenore e con differente ricaduta nel tempo documentate sul sito web appositamente elaborato Firenze2016; fra queste merita di essere menzionata l'istituzione presso l'Università degli studi di Firenze di una Centro di documentazione sulle Alluvioni di FirenzeCentro di Documentazione sulle Alluvioni di Firenze (CEDAF) , presso il quale è stato poi depositato l'archivio ufficiale degli Angeli del Fango, creato sempre nell'ambito del Progetto del cinquantenario, ed è stato avviato un archivio degli aiuti nazionali e internazionali.[8]; di grande rilievo sono state anche quelle che hanno contribuito a documentare il restauro dei beni culturali, come la mostra "La Bellezza salvata"[9], oppure i restauri da parte dell'Opificio delle Pietre Dure[10]. Di non minor rilievo sono state realizzate varie forme di divulgazione e comunicazione tecnico-scientifica, oltre alla costituzione dell'International Technical Scientific Committee (ITSC), inerenti il monitoraggio dell'alveo urbano dell'Arno, o le alluvioni e l'acqua nella storia e nella letteratura, con particolare attenzione alle città d'arte esposte a questo tipo di rischio[11], ma anche la divulgazione tecnico scientifica e il confronto tra comunità professionali anche tramite la raccolta e comunicazione della memoria in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana (FST). Fra le occasioni celebrative particolarmente significativo il concorso di disegni dei bambini in collaborazione con l'Ufficio Scolastico Regionale della Toscana, che rievocava quello celebrato all'indomani dell'alluvione del 1966, e il cui vincitore è stato da utilizzato da Poste Italiane per il francobollo commemorativo degli Angeli del fango.[12]


Valutazione della gestione del rischio idraulico nel bacino dell'Arno[modifica | modifica wikitesto]

«Siamo ancora a rischio? - chiedono i cittadini - Firenze (e la Toscana) lo sono ancora? e quanto? Che tipo di rischio corrono le persone, i beni culturali, le attività produttive ed economiche, le infrastrutture e i beni immobiliari?»


È dai tempi dei primi "popoli arniensi" descritti dall'Ingegner Ferdinando Morozzi nel suo trattato Dello stato antico e moderno del fiume Arno (1762)[13] che la piana alluvionale di Firenze-Prato-Pistoia è stata, appunto, alluvionata. Nonostante questo dagli anni sessanta del Novecento si è assistito ad un'incontrollata espansione dell'urbanistica cittadina nella totale incuranza in termini di valutazione del rischio idraulico dovuto alla presenza del fiume Arno. Lo sviluppo urbanistico successivo all'alluvione del 1966 non ha tenuto conto delle zone di prima esondazione travolte dalle acque il giorno 4 novembre 1966. È proprio nei punti più sensibili ed esposti che la città di Firenze si è estesa, mettendo di conseguenza sempre più a rischio i cittadini[5].

Nel 2015 l'Autorità di Bacino dell'Arno (oggi Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale) nel Piano Difesa dalle Alluvioni ha indicato che l'area metropolitana a sud del centro storico di Firenze è ad alta pericolosità idraulica e cioè è alta la probabilità che si verifichino delle alluvioni. Il centro storico è valutato a media pericolosità. Parlando in termini di rischio idraulico, che sono i danni che queste alluvioni possono produrre, sempre l'Autorità di Bacino dell'Arno in uno studio eseguito assieme al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell'Università di Firenze (DICEA) valuta in 6 miliardi di € i danni per i soli beni edilizi e commerciali nel centro storico. Stime approssimative per i danni complessivi all'area metropolitana fiorentina (considerando i beni culturali) riportate nel Piano Difesa dalle Alluvioni (2015) ammontano a circa 20 miliardi di € per un'alluvione simil 1966[5].

A cinquant'anni dall'alluvione del 1966 la lista delle cose fatte e completate per la riduzione del rischio idraulico nel bacino dell'Arno risultano piuttosto ridotte e non ancora sufficienti a proteggere in modo significativo Firenze da piene simili a quella del 1966[5][7][14]. Firenze non ricevette nel 1966 la stessa attenzione dell'Alluvione di Venezia del 4 novembre 1966. in quanto ad investimenti per gli interventi da eseguire per il ripristino.

La diga di Levane situata sull'asta fluviale principale del Fiume Arno in provincia di Arezzo, nei comuni di Montevarchi (presso la frazione di Levane)

Programma di realizzazione delle opere[modifica | modifica wikitesto]

«Il serbatoio di Bilancino, fondamentale per la regimazione della Sieve a fini idropotabili non riduce in modo apprezzabile la pericolosità a Firenze, essendo collocato nella parte alta del bacino.»

Oltre alla diga di bilancino, in quanto alla realizzazione delle opere che da anni sono pianificate, delle 4 casse di espansione del Piano di Bacino del 1999 previste in Valdarno, solo quella di Figline-Pizziconi è stata portata avanti (5 milioni di metri cubi ). La realizzazione delle restanti casse d'espansione non è ancora avvenuta[7][5] (questo al 2020-2021).

Altra opera di riduzione della pericolosità è l'intervento sull'innalzamento della Diga di Levane per cui i progetti stanno andando avanti ma è ancora da realizzarsi (al 2020-2021). Quest'ultima opera potrebbe aumentare di circa 10 milioni di metri cubi di acqua l'invisibile a monte della diga di Levane[5].

La somma di tutti gli interventi pianificati, in gran parte ancora non realizzati (al 2020-2021), porteranno ad un volume di acqua di piena sostenibile di circa 40 milioni di metri cubi. Tale volume di acqua ridurrebbe in maniera significativa la pericolosità idraulica di Firenze e dell'area metropolitana. Si tenga presente che i volumi in gioco nella piena del 1966 furono stimati in 400-500 milioni di metri cubi di acqua e 70 milioni di metri cubi esondati a Firenze[7].

Nel Convegno "Arno sicuro bello e da vivere ??" del novembre 2019 in alcune relazioni

Massini scadenza 2016

Arrighi rischi beni culturali

nuovi rischi caporalli

citare sito Cedaf con la sessione sui beni culturali


Monitoraggio del tratto urbano dell'Arno[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto scientifico Firenze 2016 in occasione del cinquantesimo anniversario ha previsto numerose attività per ampliare la conoscenza dell'idraulica e del trasporto solido del tratto urbano del fiume Arno a Firenze. Tra queste attività si ricorda: il rilievo tridimensionale del fondo e delle strutture in alveo, il monitoraggio delle portate liquide e solide, il rilievo dei sedimenti sul fondo, l'analisi morfologica dell'evoluzione del tratto urbano, la modellistica idraulica avanzata e l'interazione della vegetazione con le pile dei ponti[15][16].

I rilievi sono stati portati avanti dagli ingegneri del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (DICEA) dell'Università degli Studi di Firenze e i risultati preliminari sono stati presentati in occasione del cinquantesimo anniversario dell'alluvione del 1966.

Il Piano di monitoraggio e i suoi obiettivi:

  1. rilievo tridimensionale dell'alveo del fiume Arno che permettessi ottenere un "fotografia" di dettaglio del fondo permettendo così di individuare le zone di deposito ed inn erosione e gli eventuali scavi localizzati alle strutture in alveo;
  2. misure di portata liquida e solida fondamentali per validare la scala di deflusso alla stazione idrometrica degli Uffizi, calibrare le formule per il calcolo del trasporto solido;
  3. rilievi sedimentologici del materiale di fondo per individuare la curva granulometrica delle dimensioni dei grani.

L'insieme di questi dati risulta fondamentale per l'implementazione di un qualsiasi modello idraulico del fiume Arno che risulti fisicamente basato.

I rilievi di cui sopra si inseriscono, come i più recenti, nello storico delle campagne di rilevamento del fiume Arno svoltesi nel tempo. Si riportano le precedenti attività di rilievo avvenute tra il 1966, anno dell'alluvione di Firenze, e il 2015 - 2016[15]:

  • 1978-1993 numerosi rilievi per aggiornare lo stato di conoscenza del fiume dopo le modifiche apportate alla morfologia dell'alveo, alle sezioni e alla planimetria del fiume dall'alluvione del 1966
  • 1990 rilievi nelle zone del centro di Firenze e nelle aree più sensibili
  • 1990-2000 numerose campagne conoscitive di aggiornamento gran parte dell'asta principale del fiume Arno
  • 2015-2016 rilievi batimetri e topografici del Piano di monitoraggio del Progetto Firenze 2016.

Ad oggi i profili longitudinali disponibili per lo studio dell'evoluzione dell'alveo, erosione e deposito, sono datati 1960-61 (pre-alluvione), 1990, 2000, 2015.




Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ qui citare Federici o altra fonte sul tema della rimozione collettiva
  2. ^ Concetta Bianca, Francesco Salvestrini, "L'acqua nemica. Fiumi, inondazioni e città storiche dall'antichità al contemporaneo", (2017), introduzione pp. VII-X.
  3. ^ a b Toscana Firenze 2016, cosa è stato fatto per il cinquantesimo anniversario dell'alluvione del 1966, su sba.unifi.it.
  4. ^ a b Autori vari, La Grande Alluvione. Numero Monografico. Testimonianze, 2016, vol. 59, n. 504-505-506..
  5. ^ a b c d e f L'UNIVERSO, Forma fluens. Discorsi sull'acqua nel territorio fiorentino. settembre-ottobre 2017, n° 5, XCVII.
  6. ^ Progetto Toscana Firenze 2016, su sba.unifi.it.
  7. ^ a b c d Gerald Edward Galloway Jr, Giovanni Seminara e Günter Blöschl, Saving a World Treasure: Protecting Florence from Flooding, collana Proceedings e report, vol. 115, 1ª ed., Firenze University Press, 2017-10, DOI:10.36253/978-88-6453-678-1, ISBN 978-88-6453-677-4. URL consultato il 1º aprile 2021.
  8. ^ qui rimandare al sito del Cedaf anche se la pagina relativa è poverissima?
  9. ^ Firenze 1966-2016. La bellezza salvata, a cura di Cristina Acidini ed Elena Capretti, Ed. Sillabe, Livorno, 2016, ISBN 978-88-8347-911-3.
  10. ^ qui a cosa ci si riferisce soprattutto? un libro un evento o cosa?
  11. ^ citare il convengo Bianca o altro?
  12. ^ mettere immagine del francobollo
  13. ^ 1. Dello stato antico e moderno del fiume Arno e delle cause e de' rimedi delle sue inondazioni, In Firenze, nella stamperia di Gio. Batista Stecchi, all'insegna di S. Ignazio Lojola, 1762..
  14. ^ Castelli et al., I DANNI POTENZIALI DA ALLUVIONE PER FIRENZE, OGGI, in Bollettino ingegneri mensile di ingegneria e architettura, aggiornamenti giugno-luglio, n 7 (2016).
  15. ^ a b Enio Paris et al., LA CONOSCENZA PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO: il monitoraggio del Fiume Arno a 50 anni dall’alluvione del 1966, in Bollettino Ingegneri mensile di ingegneria e architettura, aggiornamenti Giugno - Luglio, 7 (2016).
  16. ^ Giorgio Valentino Federici, FIRENZE 1966-2016: MEMORIA E PROGETTO, in Bollettino Ingegneri mensile di ingegneria e architettura, aggiornamenti Giugno - Luglio, n 7 (2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • "Con gli occhi di fango" di Valentina Schioppa, Youcanprint self-publishing giugno 2016, ISBN 9788892614710
  • Erasmo D'Angelis, Angeli del fango. La «meglio gioventù» nella Firenze dell'alluvione, Giunti, 2006, ISBN 978-88-09-05013-6.
  • Dizionario dell'Arno, Giovanni Menduni, AIDA, Firenze, 2006.
  • Firenze dal centro alla periferia; Marco Conti, Alberto Di Cintio e Sergio Sestini, F&F Parretti Grafiche, Firenze, 1985.
  • Firenze Guerra&Alluvione, Paolo Paoletti e Mario Carniani, Becocci Editore, Firenze, 1991.
  • Il diluvio su Campi, numero unico a cura del Comune di Campi Bisenzio, La Tipografica Pratese, Prato, 1967.
  • Campi Bisenzio, i giorni dell'alluvione 1966-1991, Fabrizio Nucci, Idest, Campi Bisenzio, 1996.
  • La miglior genia, Fabrizio Nucci e Debora Pellegrinotti, Nuova Toscana Editrice, Campi Bisenzio, 2002.
  • Brozzi e la Madonna del Pozzo, Carlo Celso Calzolai, Centro Stampa "Toscana Nuova", Firenze, 1984.
  • Piero Bargellini, Lelia Cartei Bargellini, Il miracolo di Firenze. I giorni dell'alluvione e gli "angeli del fango", Società Editrice Fiorentina, Firenze, 2006.
  • Filippo Giovannelli, Giuseppe Sabella, I Colori dell'Alluvione, AB Edizioni, Firenze, 2015, ISBN 978-88-99132-11-8
  • Franco Mariani, Mattia Lattanzi, Firenze 1966: l'alluvione. Risorgere dal fango - 50 anni dopo: testimonianze, documenti, memorie di una città offesa, Ed. Giunti, Firenze, 2016.
  • Firenze 1966-2016. La bellezza salvata, a cura di Cristina Acidini ed Elena Capretti, Ed. Sillabe, Livorno, 2016, ISBN 978-88-8347-911-3
  • La Grande Alluvione. Numero Monografico. Testimonianze, vol. 59, n. 504-505-506
  • International Technical Scientific Committee. Saving a World Treasure: Protecting Florence from Flooding. Report of the International Technical and Scientific Committee of Florence 2016 on the Protection of Florence from Flooding
  • Canfarini A., 1984. La esecuzione del ribassamento delle platee dei ponti Vecchio e a Santa Trinita, Bollettino degli Ingegneri, n. 3, Firenze.
  • Autorità di bacino del Fiume Arno, 1999. Piano stralcio “Rischio Idraulico”, Firenze
  • Autorità di bacino del Fiume Arno, 2005. Piano stralcio “Assetto idrogeologico”, Firenze.