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Museo diocesano Vito Ballatore
Vista Seminario Vescovile
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàMazara del Vallo
IndirizzoPiazza della Repubblica, 16
Caratteristiche
TipoArte Sacra
Apertura1993

Il Museo diocesano "Vito Ballatore" di Mazara del Vallo (TP) è un museo che raccoglie una significativa collezione di argenti e paramenti sacri di epoca compresa tra il XIV ed il XIX secolo, oltre a sculture e dipinti, tra cui alcuni ritratti di vescovi.


La Storia[modifica | modifica wikitesto]

La sede vescovile di Mazara, fondata dai Normanni nel 1093, è una delle più antiche della Sicilia ed il suo Museo, connotato da una forte identità storico-artistica e religiosa, raccoglie testimonianze estremamente significative per la storia della città e del territorio. Al suo interno, infatti, trovano collocazione molte opere provenienti sia dalla città di Mazara sia da altri centri della diocesi.
Il Museo è nato nel 1993 per impulso del Vescovo Emanuele Catarinicchia, il suo primo allestimento è stato curato dalla professoressa Maria Concetta Di Natale. Dopo l'apertura venne chiuso per un certo periodo di tempo. A partire dal 2009, con il vescovo Domenico Mogavero, il museo viene rinnovato nel percorso espositivo e nella progettualità sul territorio sotto la nuova direzione della dottoressa Francesca Paola Massara.

L’edificio[modifica | modifica wikitesto]

Il Museo ha sede all’interno del monumentale edificio settecentesco del Seminario, i cui portici e logge sono opera del famoso architetto trapanese Giovanni Biagio Amico (1710). Il precedente seminario si trovava presso la chiesa di Sant’Egidio il Vecchio ed era stato fondato nel 1575 in seguito al primo Sinodo Diocesano per la immediata ricezione delle norme del Concilio di Trento sulla preparazione dei giovani aspiranti al sacerdozio. Il palazzo, nella sua forma attuale, è costituito da un nucleo più antico, a cui sono stati aggiunti, nel tempo, sviluppi e modifiche fino al secolo scorso.
L'edificio urbanisticamente gode di una posizione privilegiata all'interno della città, trovandosi nel cuore del centro storico-monumentale.
Il Museo, il cui ingresso principale è quello posto in Piazza della Repubblica, è ospitato nelle sale al piano terra dell'edificio alle quali si accede attraversando il porticato all'interno della struttura.

Il Patrimonio[modifica | modifica wikitesto]

La scultura[modifica | modifica wikitesto]

Monumento Montaperto[modifica | modifica wikitesto]

Si distingue per importanza il Monumento Montaperto, un articolato monumento sepolcrale che si trova oggi, con il nuovo percorso espositivo, raccolto in un’unica sala del Museo dedicata al vescovo Giovanni Montaperto, committente del complesso statuario. L'opera è stata realizzata da Domenico Gagini[1] nel 1485. Il complesso statuario precedentemente era situato nella Cappella di Santa Maria del Soccorso (attuale cappella dell’Immacolata) nella Cattedrale di Mazara.
Il monumento sepolcrale è costituito da un gruppo di statue che comprendono: il Redentore, la Vergine Annunziata (il cui naturale pendant, l’angelo annunziante, è oggi perduto), i quattro Evangelisti e le quattro Virtù cardinali. Afferente al monumento è anche la statua di Santa Caterina d’Alessandria la cui composizione marmorea ha carattere celebrativo e profondi valori simbolici, essa rivela anche la levatura teologica di una committenza colta e volitiva.
Sulla parte frontale del sarcofago sono individuabili una serie di figure: al centro è presente il Christus Dolens ovvero "l’Uomo dei dolori”. Alla sua destra e alla sua sinistra sono presenti le figure della Vergine e di San Giovanni evangelista. Oltre a questi compaiono le figure di San Nicola da Bari, San Giovanni Battista e gli Arcangeli San Gabriele e San Michele.
L’arca funeraria è sorretta da quattro statue raffiguranti ognuna una delle quattro Virtù cardinali: Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza. Esse rappresentano le Virtù che in vita hanno sorretto il vescovo e adesso lo conducono verso il trapasso.
Per disposizione della Soprintendenza alle Gallerie della Sicilia, il Monumento Montaperto venne rimosso dalla sua posizione originaria e conservato in un salone della Cattedrale, successivamente venne destinato al Museo Diocesano.

Altre opere[modifica | modifica wikitesto]

Sono presenti nel museo altre opere statuarie attribuite a nomi noti come quello di Ignazio Marabitti (1719-1797), scultore molto attivo in tutta la Sicilia, soprattutto nelle Chiese e Collegi della Compagnia di Gesù. Di lui sono presenti un Sant’Ignazio in estasi orante, proveniente dall’omonima chiesa ed un Christus Dolens in raro alabastro carnicino, proveniente dalla Cattedrale della città.

Gli Argenti e l’arte per la liturgia[modifica | modifica wikitesto]

Nella Sala degli Argenti è possibile osservare manufatti, paramenti sacri e opere d’arte liturgica. Si tratta di oltre 150 oggetti d’arte che abbracciano un lasso di tempo che va dal Medioevo ad oggi. Sono presenti, fra l'altro, opere che risalgono al XIV e al XV secolo, come, per esempio, le croci astili di Salemi e di Mazara ed opere di età barocca degne di nota.

Croci astili[modifica | modifica wikitesto]

La croce astile, proveniente dalla Chiesa Madre di Salemi, è il manufatto più antico custodito all’interno del Museo che abbia una datazione certa. Una firma e una data, entrambi in caratteri gotici indicano come la croce sia stata realizzata dal “Magister Johannes de Cioni” e che risale all’anno 1386. Lo stile è di probabile ascendenza toscana ma secondo l’iscrizione l’orefice che la realizzò fu di Cagliari. Tale croce si presenta come un’opera che racchiude un’importanza storica e artistica, poiché indica come le committenze dell’epoca avessero una propensione ad oggetti d’arte di cultura composita e raffinata, indice di come Mazara appartenesse ad un un’ampia rete di rapporti internazionali.

La seconda croce astile proviene dalla Cattedrale di Mazara del Vallo ed è attribuita probabilmente a Giovanni di Spagna, un argentiere la cui attività d'orefice è già documentata a Palermo nel secolo XV. Tale croce inoltre è ritenuta esemplata sulla precedente croce, custodita nel Museo e proveniente dalla Chiesa Madre di Salemi. Le decorazioni in argento che la ricoprono sono elaborate. La croce si incasella certamente all’interno della produzione più tarda del gotico internazionale e appartiene inoltre alla classe delle cosiddette “cruces fiordalisades”, quelle croci cioè che hanno dei capicroce dalla caratteristica forma “a fiordaliso”.

Ostensorio[modifica | modifica wikitesto]

Oggetto liturgico di pregevole fattura è l'ostensorio in argento e in stile barocco commissionato dal vescovo Francesco Maria Graffeo. L’autore dell'opera, realizzata tra il 1685 e il 1695, è un argentiere trapanese. Il nodo dell'ostensorio è composto da un grifone, che è stato scelto anche come simbolo del Museo. La scelta di tale animale mitologico è mutuata dai bestiari medievali ed è stata operata sia per un’assonanza tra il nome del suo committente, il vescovo Graffeo, sia perché il grifone in passato era definito un “animale cristologico” per la sua duplice natura, metà terrestre e metà celeste. Tale figura è collocata su alcune foglie di cardo, foglie spinose, che rimandano simbolicamente alle sofferenze patite da Cristo durante la sua Passione.

Urna-repositorio[modifica | modifica wikitesto]

L’urna-repositorio è un’opera monumentale per le sue notevoli dimensioni. Proviene dalla Cattedrale di Mazara del Vallo, è interamente ricoperta da lamine d’argento ed è stata realizzata nel 1743 dall’officina dei Lotta, attiva a Trapani in quegli anni. La funzione del repositorio è quella di custodire l’Eucarestia il giorno del Giovedì Santo. L'urna presenta uno stile barocco, una superficie riccamente decorata e in ognuno dei quattro lati una nicchia ovale dentro la quale è stata realizzata una scena tratta dall’Antico Testamento e legata al sacrificio.

Pitture e affreschi[modifica | modifica wikitesto]

La Galleria Pinacoteca ospita al suo interno una significativa, seppur breve, selezione dal patrimonio pittorico diocesano.

Sant'Onofrio[modifica | modifica wikitesto]

Tra le opere degne di nota c'è una imponente tela che ha come soggetto Sant'Onofrio eremita in preghiera. Il dipinto, che risale agli inizi del sec. XVII, è carico di forte intensità spirituale e raffigura il Santo, in piedi, in un’oasi del deserto egiziano. Sant'Onofrio è accompagnato dagli attributi iconografici tipici della “vanitas vanitatum” e della caducità dei beni terreni: ossia la sua corona regale e il suo scettro entrambi abbandonati, un teschio e come unici strumenti di salvezza un libro della Sacra Scrittura e i simboli della croce e della corona del rosario stretta tra le mani.

Affreschi chiesa Sant'Ignazio[modifica | modifica wikitesto]

Una rilevante sezione della Pinacoteca è dedicata al ciclo degli affreschi staccati dalla chiesa mazarese dedicata a Sant’Ignazio. La chiesa [2], eretta nel 1701, presenta una struttura planimetrica a pianta ellittica ed è collegata all’antica sede del Collegio dei Gesuiti, il cui primo insediamento a Mazara risale al XVII secolo.
Gli affreschi facevano parte di un ciclo realizzato dal pittore Domenico La Bruna(1669-1763)[3], artista le cui opere realizzate prevalentemente nel territorio trapanese sono particolarmente legate ai gesuiti che gli affidano committenze anche a Marsala, Alcamo e Palermo.

Il Battesimo di Ruggero[modifica | modifica wikitesto]

Tra le tele, degna di nota è quella realizzata da Vincenzo Blandini, raffigurante Il Battesimo di Ruggero (1712). Si tratta di un quadro che ha il suo valore soprattutto ai fini storici e topografici antichi perché rappresenta uno scorcio del contesto urbano di Mazara nei primi anni del ‘700. La scena raffigura il momento in cui viene condotto in Cattedrale il quarto figlio del re Federico II d’Aragona accompagnato da un numeroso e festoso corteo; essa rappresenta un evento realmente accaduto nel 1318.

Altre tele[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2016, il Museo ospita per donazione privata, una grande tela raffigurante la Vergine Immacolata tra i Santi: Vito, Carlo Borromeo, Filippo Neri e la benedettina Gertrude di Hefta. Si tratta di un dipinto ad olio su tela, di autore ignoto siciliano della seconda metà del sec. XVIII.

Mezzi di trasporto e arredi lignei[modifica | modifica wikitesto]

Tra i mezzi di trasporto che sono conservati all’interno del Museo, sono da evidenziare la grande carrozza ottocentesca con interni di velluto appartenuta al vescovo Antonino Salomone (1845-1857) e la portantina neogotica risalente al vescovo Carmelo Valenti (1858-1882) e sulla quale è possibile vedere chiaramente lo stemma del vescovo. [4]
Terminano gli arredi lignei: un seggio rivestito di velluto rosso appartenuto al vescovo Salomone, il monumentale leggio ligneo decorato con due aquile con le ali spiegate e cesellate sul fusto e una copertura di corale dalle importanti dimensioni.

Convenzioni e cooperazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il Museo a partire dal 2008 ha intrapreso una serie di cooperazioni con Istituti ed enti Universitari, che l’hanno riconosciuto come soggetto formativo, tra i quali:

  • l’Accademia di Belle Arti e di Restauro Abadir-San Martino delle Scale [5] [6];
  • l’Alta Scuola ARCES Palermo (partner per il Progetto Erasmus Plus. Project “Skills Match Job in European economy”)[7];

Inoltre

  • ha aderito Al Progetto LIM (Luoghi dell’Identità e della Memoria) ed al Progetto di ricerca “Gesuiti in Sicilia”, entrambi elaborati sotto l’egida del “Centro Regionale Progettazione e Restauro” [8];
  • è presente all’interno della Rete Naturale e Museale Belicina dal 2014 [9] ed anche all'interno dell’A.M.E.I. (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani) [10].

Iniziative[modifica | modifica wikitesto]

Le iniziative promosse dal Museo Diocesano abbracciano una serie di eventi svolti sia all’interno che all’esterno della struttura, allo scopo di portare avanti progetti di studio, itinerari di ricerca sul territorio della diocesi e attività di divulgazione[11]
Ogni iniziativa prevede un tema di natura storica o di interesse artistico, scelto per la sua rilevanza in ambito spirituale.

  • Lux Mirabilis: Splendori dell’Arte per la Liturgia (2009): Mostra a tema, realizzata con la collaborazione della chiesa Madre di Partanna e la Biblioteca del Seminario, dedicata all’esposizione di tre paramenti liturgici del XVII secolo, di un calice d'argento del 1691, dono di Mons. Mogavero, e di una esposizione di ricamo moderno.
  • Passio Christi. Immagini della Passione nell’arte siciliana (2010): Mostra incentrata su due manufatti: una scultura, il Christus Dolens, realizzata in alabastro carnicino da Ignazio Marabitti nel XVIII sec., e un Crocifisso siciliano. L’iniziativa ha avuto anche lo scopo di illustrare il recente lavoro di restauro portato avanti sul Crocifisso.
  • Signum Sanctae Crucis. Percorsi di arte e fede al Museo Diocesano (2011): esposizione temporanea di un Crocifisso scultoreo su croce dipinta, risalente al XV sec. e custodito nel Monastero di San Michele a Mazara del Vallo, affiancata dalla realizzazione di alcuni eventi culturali.
  • Signum Crucis, Arbor Vitae. Itinerari di Arte, Fede e Storia al Museo Diocesano di Mazara del Vallo e nel territorio belicino (2013-2014): In occasione dell’Anno Costantiniano, seguendo i caratteri del museo diffuso, sono stati realizzati diversi itinerari sul territorio, una serie di conferenze e una mostra nella quale sono stati esposti il Crocifisso di Castelvetrano (sec. XVI-XVII), proveniente dalla chiesa dei Cappuccini, un paliotto settecentesco proveniente dal Monastero di San Michele una edicola sacra concessa dal Parco Archeologico di Selinunte.
  • Minima Sacra. Arte e devozione nella Diocesi di Mazara del Vallo (2014-2015): percorso espositivo e di ricerca incentrato sulle espressioni più popolari di fede e di devozione. In tale occasione il Museo ha esposto una serie di opere d’arte inedite, tra le quali una Pace proveniente dalla chiesa Madre di Marsala ed una serie di Agnus Dei di ceroplastica romana. Una particolare attenzione è stata dedicata alla riscoperta delle sacre edicole, presenti nei centri storici di Mazara del Vallo, Marsala e Castelvetrano.
  • Sacra Historia. Santi, martiri e patroni nella Diocesi di Mazara del Vallo tra storia ed arte (19 dicembre 2015 – 19 aprile 2016): realizzazione di un percorso espositivo dedicato ai santi: San Vito, Santa Caterina, San Michele. In tale circostanza, il Museo Regionale “Conte Agostino Pepoli” di Trapani ha prestato alcune statuine da presepe, ed un presepe in madreperla, avorio e corallo.
  • I “Percorsi di restauro”, realizzati anche con fini didattici, negli ultimi anni hanno permesso di patrocinare i restauri di quattro tele appartenenti alla chiesa di Santa Caterina di Mazara del Vallo datate tra i secoli XVII e XIX.
  • Due sono gli appuntamenti annuali fissi che vengono realizzati con cadenza annuale: “Museo sotto le stelle” e “I colori del Natale”. Il primo appuntamento è una attività estiva, che prevede l’apertura serale straordinaria del museo con visite guidate gratuite. Il secondo è un evento organizzato nel periodo natalizio e in collaborazione con la Biblioteca Diocesana dei bambini “L’isola che non c’è”.
  • “Itinerari del Museo” è un progetto realizzato attraverso attività formative, giornate di studio, visite nel territorio diocesano.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ F. P. Massara, Il Monumento Montaperto nel Museo Diocesano di Mazara del Vallo. Programma teologico e dimensione storica in L’immagine come messaggio. I significati dell’opera d’arte e la comunicazione iconica. Atti del Corso di Cultura di SiciliAntica di Agrigento, a cura di F. Sciacca, Agrigento 2012, pp. 71-89. ISBN 978-88-8243-299-7
  2. ^ chiesa San Ignazio
  3. ^ Domenico La Bruna, scheda enciclopedia Treccani
  4. ^ https://mediterraneoantico.it/piccoli-musei/il-museo-diocesano-di-mazara-del-vallo/
  5. ^ Abadir
  6. ^ http://www.museodiocesanomazara.it/index.php?it/142/master-di-i-livello-in-catalogazione-e-conservazione-dei-beni-culturali-ecclesiastici
  7. ^ ARCES Palermo
  8. ^ http://www.museodiocesanomazara.it/index.php?it/117/percorsi-di-restauro-al-museo-diocesano
  9. ^ Rete Museale Belicina
  10. ^ AMEI
  11. ^ .Archivio delle attività

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Minima Sacra. Edicole votive e percorsi urbani a Mazara del Vallo, a cura di F. P. Massara, ed. Grafiser, Troina 2015. ISBN 978-88-99070-11-3.
  • F.P. Massara, Itinerario dei Musei. Museo Diocesano, in Museo del Satiro Mazara del Vallo. Itinerari cittadini, a cura di V. Li Vigni e G. Mauro, Mazara del Vallo 2013, pp. 7-8.
  • F.P. Massara, Il Monumento Montaperto nel Museo Diocesano di Mazara del Vallo. Programma teologico e dimensione storica in L’immagine come messaggio. I significati dell’opera d’arte e la comunicazione iconica. Atti del Corso di Cultura di SiciliAntica di Agrigento, a cura di F. Sciacca, Agrigento 2012, pp. 71-89. ISBN 978-88-8243-299-7
  • F.P. Massara, Il Museo Diocesano di Mazara del Vallo. Ridotto del Catalogo, Mazara del Vallo 2009.
  • Trasfigurazione. La Basilica Cattedrale di Mazara. Culto storia arte, a cura di L. Di Simone, Mazara del Vallo 2006
  • M. C. Di Natale, Il tesoro dei vescovi nel Museo Diocesano di Mazara del Vallo, Marsala 1993;

Link[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti Esterni[modifica | modifica wikitesto]