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Argentina Altobelli, nata Bonetti, (Imola, 2 luglio 1866 – Roma, 26 settembre 1942) è stata una sindacalista italiana e militante socialista.

I primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Argentina Bonetti nasce il 2 luglio 1866 a Imola, da una famiglia di idee liberali e patriottiche: il padre combatte per l'unità d’Italia nelle battaglie risorgimentali, mentre la madre coltiva forti sentimenti nazionali. Nel 1873, dopo la nascita della sorella, Argentina viene affidata agli zii di Bologna. La sua forte passione per i libri la porta a crearsi una biblioteca, che gli zii distruggono mentre lei soggiorna in campagna, sotto prescrizione del medico per curare alcuni problemi di salute.[1]

Trasferitasi a Parma per completare gli studi, entra in contatto con un gruppo mazziniano che nel 1884 la invita a tenere una conferenza sull’emancipazione della donna. Si tratta del suo primo intervento pubblico, ripetuto l’anno seguente a Borgo San Donnino – odierna Fidenza – dove, recatasi con lo zio all’inaugurazione di un monumento a Giuseppe Garibaldi, viene invitata a tenere un discorso, riscuotendo tra gli uditori notevole successo.[2] Rientrata a Bologna, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza della locale università, laureandosi nel 1886. Tre anni più tardi, nel 1889, sposa Abdon Altobelli, maestro elementare di diciassette anni più anziano, che si occuperà – caso piuttosto insolito per il periodo - della crescita dei figli Demos e Trieste, consentendo alla moglie di dedicarsi pienamente all'attività politica.[3]. Un elemento che emerge da una lettera scritta dalla stessa Argentina dopo una delle sue innumerevoli conferenze:

«I bimbi sono stati buoni? Hanno pensato e parlato di me, mi amano come li amo io? Cari, cari, [...] benché Firenze abbia un fascino di bellezza sempre nuovo non vedo l’ora di togliermi da questo incanto per contemplare il visetto adorato dei miei bimbi e quello buono e dolce di te, mio caro Abdon.[4]»

Abdon muore nel 1909 e, ripensando al matrimonio, Argentina afferma: “il giorno che mi unii a lui fu il più bel giorno della mia vita”.[5]

Attività politica e incontro con il socialismo[modifica | modifica wikitesto]

Nella città felsinea si impegna attivamente nell’attività politica e sindacale, entrando a far parte della commissione esecutiva della Camera del lavoro, sposando così l’ideale socialista e individuando nella causa del riscatto dei lavoratori della terra (specialmente le donne contadine, le mondariso e i braccianti) il movente della propria adesione.

Avvicinatasi alle dottrine e agli ideali proposti da Filippo Turati e Anna Kuliscioff[6], nel capoluogo emiliano conosce Andrea Costa[7], instaurando con quest’ultimo un rapporto contrassegnato da “calda amicizia”[8] ma anche da qualche perplessità mostrata dallo stesso dirigente socialista. I due sono accomunati da un “sentimento morale di solidarietà verso i più diseredati” [9] e da una viva e incontenibile etica della libertà, che spingerà la Altobelli ad opporsi alle ingiustizie, a lottare contro di esse e a trovare nel socialismo di Costa un autentico sprone per proseguire lungo la strada intrapresa, diventando organizzatrice sindacale e dirigente socialista. Membra fin dal 1906 del consiglio direttivo della Confederazione Generale del Lavoro (Cgdl) diretta da Rinaldo Rigola, Argentina Altobelli assume un ruolo di primo piano anche all’interno del Partito socialista italiano, venendo designata, sempre nel 1906, tra i componenti della direzione nazionale, ruolo che ricopre anche nel 1908 e nel 1910.

L’impegno nella Federazione Nazionale dei Lavoratori della Terra[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1901 contribuisce alla fondazione della Federazione nazionale dei lavoratori della terra (Federterra) sorta a Bologna con l’intento di uniformare e disciplinare tutto il movimento dei lavoratori agricoli. Il 12 gennaio 1902, si tiene nella città emiliana il congresso costitutivo della categoria, destinata a diventare una delle più importanti tra quelle organizzate dal sindacato. Nel 1904 partecipa in qualità di delegata dell’Alleanza Femminile al Congresso internazionale di Amsterdam, mentre nel 1905 viene nominata segretaria della Federterra dando un fondamentale contributo in termini organizzativi e politici, allo sviluppo dell’organizzazione.L’incarico rappresenta una novità per rilievo e ruolo politico attribuiti a una donna nell’Europa di quel tempo. Nel 1919 viene nominata rappresentante della Federterra nel Consiglio Superiore della Previdenza e delle Assicurazioni ed entra nel Comitato Nazionale Femminile Socialista.[10]

In difesa degli ultimi[modifica | modifica wikitesto]

Fautrice di molte battaglie per l'emancipazione femminile, compresa quella per il divorzio, Argentina Altobelli dedica buona parte del suo impegno al miglioramento delle condizioni dei più umili, primi tra tutti i lavoratori e le lavoratrici della terra, battendosi sul terreno dei diritti, delle normative e dei miglioramenti salariali, con particolare attenzione all’universo bracciantile e a quello mezzadrile. Divenuta nel 1912 consigliere del lavoro e rappresentante dei contadini all’interno del Ministero per l'agricoltura, l'industria, il commercio,si promuove nello stesso periodo un 1° maggio di "protesta" contro la disoccupazione aggravata dalla crisi del settore tessile.

Il fascismo, gli ultimi anni e la morte[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1920 partecipa, in qualità di segretaria della Federterra, al Congresso internazionale dei lavoratori della terra, svoltosi ad Amsterdam nel mese di agosto. Mantiene la direzione del sindacato fino al suo scioglimento, avvenuto dopo l’avvento del fascismo. Nel 1922 le pressioni fasciste la costringono a lasciare Bologna. Argentina Altobelli rivolge un attacco diretto a Mussolini sul giornale “La Terra”, organo della Federterra. In esso lo definisce “Fascista proletario” e si rivolge a lui come “sicario pagato dagli agrari... tiranno della reazione... flagellatore dei deboli... assassino dei tuoi fratelli”[11]. Due anni più tardi, dopo l’omicidio di Matteotti, Mussolini,che desiderava riappacificarsi con riformisti e socialisti, convoca Argentina a Palazzo Chigi, offrendole di ricoprire il ruolo di sottosegratario all'agricoltura. Argentina però rifiuta la proposta, attestandosi su una posizione di “esiliata in patria”[12], ovvero schierandosi tra coloro che esprimono l’opposizione al fascismo attraverso il rifiuto ed il silenzio. Gli ideali per i quali aveva speso la sua vita sembravano sconfitti ed ella si ritrasse o meglio ancora decise di “arruginire come una lama nel fodero”.[12] Trascorre l'ultimo periodo della sua vita mantenendosi con umili lavori: realizza ad esempio fiori da ornamento e lavora come impiegata nella biblioteca dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. I problemi economici che deve affrontare non le impediscono di garantire alla figlia Trieste e alle nipoti (con le quali vive dal maggio 1924) un’esistenza dignitosa. Paladina dei diritti degli umili e dei diseredati e battutasi affinché i lavoratori avessero assicurata la vecchiaia, non può tuttavia beneficiare di alcun contributo o sostegno economico. Nel 1941 muore il figlio Demos. Nel suo testamento richiede un funerale cattolico, questo certo per evitare il rito civile, fonte di imbarazzo per i familiari, ma anche, per la vicinanza a una religiosità che pone Cristo come modello di povertà e Dio vicino a coloro “che non lo smentiscono nella bellezza sentita della natura, nelle opere buone, nell’esame della coscienza rivolta al bene e schiva del male”.<ref name=ciani>testamento di A. Altobelli in N.Ciani “Fuori da un secolare servaggio, Vita di Argentina Altobelli” Ediesse 2011[12]

Muore a Roma il 26 settembre 1942. Ad accompagnare il feretro durante la cerimonia funebre vi è una corona di fiori rossi, omaggio dei suoi compagni. Viene sepolta al Cimitero Monumentale del Verano insieme alla figlia Trieste e alla nipote Ariella.

Congressi[modifica | modifica wikitesto]

  • novembre 1901: Congresso di Bologna al quale partecipano 300'000 contadini federati nelle leghe;
  • 12 gennaio 1902: Congresso della Federterra a Bologna;
  • 2 febbraio 1902: Congresso della Federterra a Bologna con Altobelli Segretaria;
  • 1902: Congresso nazionale agrario della Federterra;
  • 24 ottobre 1903: Conferenza a Pesaro;
  • 1903: Consiglio Nazionale delle donne italiane;
  • 1904: Congresso Internazionale femminista a Berlino;
  • 18 febbraio 1905: Consiglio Generale della Federterra bolognese;
  • 1906: Congresso nel quale Altobelli e Vezzani presentarono la relazione morale e finanziaria;
  • 7 aprile 1906: secondo Congresso dei lavoratori della terra a Bologna;
  • aprile 1908: Congresso delle donne a Milano;
  • maggio 1908: Congresso delle donne a Milano;
  • 1908: decimo Congresso del PSI (Altobelli entra a far parte della direzione del partito);
  • febbraio 1912: Argentina è la prima donna insieme a Carlotta Clerici, rappresentante a sua volta della Federazione delle società di mutuo soccorso, a fare ingresso nel CSL;
  • 1920: Altobelli partecipa al congresso sindacale internazionale di Amsterdam come delegata italiana, lei presenta un ampio resoconto sui precedenti vent'anni della Federterra;
  • 1922: Argentina partecipa al XIX° Congresso del PSI;

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nadia Ciani, Fuori da un secolare servaggio, Ediesse, Roma 2011.
  2. ^ Mario Casalini (a cura di), Argentina Altobelli: episodi di vita di una donna battagliera, Editrice socialista romagnola, Forlì 1945.
  3. ^ Ciani 48-49
  4. ^ Silvia Bianciardi (a cura di), Argentina Altobelli: dalle carte della Fondazione Filippo Turati, pp. 346-347.
  5. ^ Giulio Scarrone, Argentina Altobelli: una donna socialista, EdimezRoma 1981, p.311.
  6. ^ p.67 Ciani
  7. ^ Ciani p 47
  8. ^ Nadia Ciani Fuori da un secolare servaggio,op. cit., p. 47
  9. ^ Nadia Ciani Fuori da un secolare servaggio, op. cit., p. 47
  10. ^ Altobelli Argentina, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 2 gennaio 2018.
  11. ^ Renato Zangheri Lotte agrarie in Italia. La Federazione nazionale dei lavoratori della terra 1901-1926, Feltrinelli Milano 1960 in Sergio Zaninelli (a cura di ), Introduzione allo studio della storia del movimento sindacale italiano, Celuc, Milano 1972
  12. ^ a b c Nadia Ciani, Fuori da un secolare servaggio, op. cit.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nadia Ciani, Fuori da un secolare servaggio: vita di Argentina Altobelli, Ediesse, Roma 2011.
  • Silvia Bianciardi (a cura di), Un alito di vita nuova: scritti 1901-1942, Ediesse, Roma 2010.
  • Silvia Bianciardi, Argentina Altobelli: dalle carte della Fondazione Filippo Turati, Edizioni P. Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2002.
  • Silvia Bianciardi, Argentina Altobelli e la "buona battaglia", FrancoAngeli, Milano 2013.
  • Mario Casalini (a cura di), Argentina Altobelli: episodi di vita di una donna battagliera, Editrice socialista romagnola, Forlì 1945.
  • Fondazione Argentina Altobelli, Argentina Altobelli, un'eroina socialista, Fondazione Argentina Altobelli, Roma 1997.
  • Argentina Altobelli, in Franco Andreucci, Tommaso Detti (a cura di), Dizionario biografico del movimento operaio italiano 1853-1943, 6 vol., Editori Riuniti, Roma 1975-1978, pp.49-52.
  • Michelangelo Ingrassia, Argentina Altobelli. Politica e Sindacato dal Risorgimento al fascismo, in Rassegna Storica del Risorgimento, anno XCIV, fascicolo II, aprile - giugno 2007.
  • Giulio Scarrone, Argentina Altobelli: una donna socialista, EdimezRoma 1981

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Renata Borgato, Argentina Bonetti Altobelli, su Enciclopedia delle donne. URL consultato il 3 marzo 2016.
  • Argentina Bonetti Altobelli. Biografia, su Fondazione Argentina Bonetti Altobelli. URL consultato il 3 marzo 2016.
  • Argentina Altobelli, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 18 febbraio.