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«Se in un cataclisma andasse distrutta tutta la conoscenza scientifica, e soltanto una frase potesse essere trasmessa alle generazioni successive, quale affermazione conterrebbe la massima quantità di informazioni nel numero minimo di parole? Io credo che sarebbe l’ipotesi atomica (o dato di fatto atomico, o comunque vogliamo chiamarlo) secondo cui tutte le cose sono fatte di atomi, piccole particelle che si agitano con un moto perpetuo, attraendosi quando sono un po’ distanti una dall’altra, ma respingendosi quando sono schiacciate una contro l’altra. In questa singola frase c’è un’enorme quantità di informazione sul mondo che ci circonda, se soltanto ci si riflette sopra con un po’ di immaginazione.»
Mi rendo conto che esordire dicendo mi chiamo Giovanni Gentile può essere destabilizzante per qualcuno. Ma c'è di peggio, tanto tanto peggio (Silvio Berlusconi). Purtroppo stavolta mi sono reincarnato in uno studente del Politecnico di Torino, e ne subisco tutte le conseguenze. Ho visto per la prima volta le nefandezze e le luci di questo mondo in quel di Avola, provincia di Siracusa, nell'esotica Sicilia. Alla tenera e perversa età di otto anni, e sorprendentemente senza bisogno del passaporto, mi sono trasferito in Piemonte, abitando nell'ordine a Canelli, Santo Stefano Belbo e Nizza Monferrato. Durante l'anno accademico respiro smog e profumi di Torino e conosco tutte le pareti e i soffitti del Politecnico, presso il quale frequento il poco definibile corso di laurea in Ingegneria Fisica. Mi interesso di Libri, Fisica, viaggiare, Pizza e tante altre cose che magari non mi fanno tanto onore. Mi piacerebbe che tante idee sulla condivisione del sapere mettessero radici per davvero, mentre personalmente non sopporto radici e se non è il momento adatto per definirsi cittadini del mondo, non mancano certo posti vergini pronti a darti la cittadinanza. Filtro politica e società con massima disillusione e il giusto pizzico di Nausea. Ammiro molto, ad esempio, Feynman e Jorge Luis Borges, il primo per aver capito davvero il senso di fare fisica e il secondo per una sconfinata intelligenza. Il mio istinto in questi tempi mi trascina sempre più verso Berlino, anche se spinto in prevalenza dall'aria che vi si poteva respirare qualche tempo fa, oggi forse sovrastata da olezzi più remunerativi. Le mie umili difese crollano davanti ad una pizza carica, ad un teorema straordinario e alla donna giusta. L'esatta combinazione di queste tre cose fa di me una persona al limite dello squallore.
Non mi dilungo : perchè il sapere è il bene più prezioso e più pericoloso, e per questo va salvaguardato. Perchè è maledettamente comodo. Perchè un mio professore si deificava dicendoci di aver passato la notte insonne per integrare degli appunti con la termodinamica classica scritta di suo pugno, e quando vedevo nelle dispense le sottolineature su 1875, Secolo XIX eccetera improvvisamente mi prudeva un pò dappertutto. Perchè l'opzione Randompage è divina.
