Utente:LorManLor/Genroku

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Mappa di Kyoto e immediate vicinanze, c. 1696

Genroku (元禄?) è il nome dell'era giapponese (年号, nengō, "nome dell'anno") successiva all'era Jōkyō e precedente all'era Hōei e . Copre il periodo che va da settembre del 1688 a marzo del 1704.[1] L'imperatore regnante era Higashiyama (東山天皇).[2]

Genroku viene comunemente usato anche per indicare l'intero regno dello ''shōgun'' Tokugawa Tsunayoshi (1680-1709), quinto shōgun Tokugawa, e, in termini più ampi, per contrassegnare la "cultura genroku", collocabile dalla metà del XVII alla metà del XVIII secolo, caratterizzata dalla fioritura e dal rinnovamento culturale nelle arti, nella letteratura e nel teatro, e dalla diffusione dell'alfabetizzazione, specialmente nella classe dei chōnin.[3]

A questo periodo vengono ascritti autori come il maestro di poesia haiku Matsuo Bashō, il romanziere Ihara Saikaku, il drammaturgo Chikamatsu Monzaemon, gli scrittori Arai Hakuseki e Ogyū Sorai (1666–1728), entrambi influenti studiosi confuciani che scrissero saggi e trattati in cinese classico, e celebri pittori ukiyo-e. [3][4][5]

L'era, considerata l'età dell'oro del periodo Edo, divenne nota come periodo di benessere e prosperità, seguito a un secolo di pace interna e di isolamento, in cui il Giappone aveva raggiunto una relativa stabilità economica.[6][7] La produzione agricola e il commercio aumentarono notevolmente, così come conobbero una fase di rapida crescita le città, in particolare i grandi centri urbani di Edo, capitale amministrativa dello shogunato Tokugawa, Kyoto, sede della corte imperiale, e Osaka, la cui popolazione, composta in larga percentuale da mercanti, vide crescere in maniera considerevole l'attività dei magazzini legati al porto (si calcola nell'era genraku un volume annuale di traffico di riso raggiungesse circa 1,4 milioni di koku) e dei negozi che rifornivano il milione e più di residenti di Edo dei principali prodotti di consumo corrente, dai tessuti di cotone e l'olio per lampade, ai rivestimenti per i tatami, alle calzature. [3][8]

La vita urbana conobbe uno sviluppo intenso e senza precedenti, intorno a cui si materializzò una cultura cosiddetta “mercantile”, distinta dalla cultura di corte che fino ad allora dominava la vita culturale dell'arcipelago, stimolata dall'aumento delle pubblicazioni mediante la stampa xilografica di piccoli opuscoli (kanazōshi) - tra cui manuali, guide, libri di fiabe e leggende - scritti in un linguaggio semplice, per il consumo popolare, e al nuovo genere di narrativa popolare rappresentato dagli ukiyo-zōshi, brevi romanzi popolari illustrati, il cui autore più famoso fu Ihara Saikaku.[3]

L'emergente e ricca classe mercantile dei chōnin concentrata nelle città e portatrice di uno stile di vita concentrato sui piaceri materiali e non su rigidi codici morali, diede un notevole impulso allo sviluppo delle arti e a forme di intrattenimento rappresentate dai teatri e dai quartieri del piacere, divenuti il soggetto preferito di dipinti e stampe ukiyo-e.[7]

La situazione finanziaria dello shogunato, tuttavia, non fu altrettanto florida: per tentare di risolvere tale crisi, nel 1698 venne disposto l'aumento della quantità di monete in circolazione, riconiandole e diminuendo il loro contenuto di metallo aureo, sceso dall'85% al 57%.[9][10] Il risultato di questo primo esperimento di svalutazione non fu molto positivo, accrebbe il caos valutario e fu accompagnato da un drammatico aumento dei prezzi.[11]

Cambio di era[modifica | modifica wikitesto]

1688 (Genroku gannen, 元禄元年): la nuova era iniziò nel quinto anno di Jōkyō, il 30° giorno del 9° mese. Il nome Genroku venne scelto per segnare l'inizio del regno dell'imperatore Higashiyama.[12]

Eventi dell'era Genroku[modifica | modifica wikitesto]

Una stele a base di tartaruga di Ikeda Mitsunaka, un sovrano del dominio Tottori, datata Genroku 6
  • 1688 (Genroku 1, 1° mese): Ihara Saikaku scrive Buke Giri Monogatari (Racconti sui doveri dei samurai) e Nippon Eitaigura (Il tesoro eterno del Giappone)[13]
  • 1688 (Genroku 1, 11° mese): Yanagisawa Yoshiyasu (1659–1714) viene nominato da Tsunayoshi Gran Ciambellano (側用人, soba-yōnin)[14]
  • 1688 (Genroku 1): lo shogunato Tokugawa revisiona il codice di condotta per i funerali (Fuku-kiju-ryō) che incorpora anche un codice di condotta per il lutto[15]
  • 1689: Matsuo Bashō inizia un viaggio a piedi nel Giappone settentrionale da cui trae ispirazione per la sua raccolta di poesie Lo stretto sentiero verso il profondo Nord (Oku no Hosomichi)[16]
  • 1690: si afferma la letteratura popolare ukiyo-zoshi, il genere letterario della nuova classe borghese dei chōnin; l'artista Torii Kiyomori inizia a illustrare attori, producendo il suo primo poster per l'Ichimura-za; la scuola fondata dal filosofo neoconfuciano Hayashi Razan viene denominata scuola ufficiale dello shogunato[17]
  • 1690-1692 (Genroku 2, 3° giorno del 7° mese ): il viaggiatore e naturalista tedesco Engelbert Kaempfer percorre due volte metà del Giappone a cavallo, da Nagasaki a Edo; per due anni, dal 1690 al 1692 lavora a Dejima come medico presso la stazione commerciale della Compagnia delle Indie Orientali.[18][19]
  • 1690 (Genroku 3, 10° mese): vengono emanate delle disposizioni per scoraggiare l'abbandono dei bambini: le persone indigenti possono chiedere aiuto per l'allevamento dei propri figli ai loro datori di lavoro, capi o magistrati; le donne incinte e i bambini sotto i sette anni devono essere registrati[20]
  • 1691: Tsunayosh trasferisce da Edo a Yushima l'Accademia confuciana creata dal terzo shogun Tokugawa Iemitsu e affidata nel 1630 a Hayashi Razan; rivolta all'istruzione di samurai e gokenin (servitori dello shogun), e agli studiosi confuciani di vari campo del sapere, prende il nome di Shoheizaka, un riferimento al luogo di nascita di Confucio e ottiene lo status ufficiale dallo shogunato[21]
  • 1692 (Genroku 5): i monaci gyōnin del Monte Kōya furono oggetto di una severa sanzione per aver disatteso gli ordini del bakufu: 627 furono esiliati a Kyūshū e nella regione di San'in e l'anno successivo 902 templi gyōnin furono rasi al suolo; solo 280 poterono continuare a operare[22][23]
  • 1693 (Genroku 6, 12° mese): ō diventa consigliere del daimyō di Kōfu-han, il futuro shōgun Tokugawa Ienobu
  • 1693 (Genroku 6): il codice di condotta per i funerali viene nuovamente rivisto[24]
  • 1693: lo shogunato completa il censimento di Edo, registrando più di 353.000 chōnin[17]
  • 1695 (Genroku 8, 2° mese): rilevamento del territorio effettuato sotto il controllo diretto del bakufu nel Kantō
  • 1695 (Genroku 8, 8° mese): inizia la coniazione delle monete Genroku; sul dritto delle monete di rame viene posto il carattere giapponese (?, gen), lo stesso carattere utilizzato oggi in Cina per lo yuan. Non esiste tuttavia alcun collegamento tra questi usi.[2]
  • 1695 (Genroku 8, 11° mese): viene realizzato il primo canile per cani randagi a Edo. Per i numerosi editti emanati a protezione dei cani randagi e malati, Tokugawa Tsunayoshi viene soprannominato "lo shōgun del cane" (Inu-Kubō, 犬公方).[25]
  • 1697 (Genroku 10): viene realizzata la quarta mappa ufficiale del Giappone (Genroku kuni ezu, trad. mappe terrestri nazionali), che comprende montagne, fiumi, strade e altri punti di riferimento, in una scala 1:21.600 [26][27]
    Monete d'oro dell'era Genroku (元禄小判 genroku koban)
  • 1697 (Genroku 10): Grande incendio a Edo [2]
  • 1698: Tsunayoshi ordina la sua prima svalutazione della moneta[17]
  • 1698 (Genroku 11): un altro grande incendio a Edo. Una nuova sala viene costruita all'interno del recinto del tempio Edo di Kan'ei-ji (noto anche come Tōeizan Kan'ei-ji dal nome del tempio di Enryaku-ji sul monte Hiei vicino a Heian-kyō ).[2]
  • 1700 (Genroku 13, 11° mese): stabilito il tasso di cambio delle monete d'argento
  • 1701: Asano Naganori, signore del dominio di Akō, è costretto a commettere seppuku dopo aver aggredito Kira Yoshinaka, maestro di cerimonie di corte[28]
  • 1703 (Genroku 15, 12° mese): un gruppo di quarantasette rōnin, dopo aver pianificato l'azione per circa due anni, vendica la morte del proprio signore, Asano Naganori, uccidendo il presunto responsabile, Kira Yoshihisa[28]
  • 1703 (Genroku 16, 3° mese): Ōishi Yoshio, leader dei quarantasette rōnin, è condannato dalle autorità con altri 45 ronin al suicidio rituale (solo uno di loro evita la condanna)[29][30]
  • 1703 (Genroku 16, 5° mese): prima rappresentazione dell'opera teatrale di Chikamatsu Monzaemon Doppio suicidio d'amore a Sonezaki (Sonezaki shinju)
  • 1703 (Genroku 16, 23° giorno dell'11° mese): un grande terremoto, chiamato il terremoto di Genroku, colpisce la regione del Kantō. Edo e parti del castello dello shōgun crollano.[31] Il giorno successivo un vasto incendio si diffonde in tutta la città. [2] Parti della costa di Honshū vengono colpite dallo tsunami e circa 200.000 persone risultano uccise o ferite.[31]
  • 1704: Muore Ichikawa Danjuro I, capostipite del lignaggio di attori kabuki Ichikawa;

Figure di spicco dell'era Genroku[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Louis-Frédéric Nussbaum, Genroku, in Japan Encyclopedia, Harvard University Press, 2005, p. 239, OCLC 58053128.
  2. ^ a b c d e Titsingh, p. 415
  3. ^ a b c d Shively, p. 22
  4. ^ Ortolani, pp. 204-205
  5. ^ Cambridge History of Japanese Literature, p. 4
  6. ^ (EN) Hong N. Kim, The Crisis of Japan’s Liberal Democratic Party, in Current History, vol. 68, n. 404, 1975, p. 158.
  7. ^ a b (EN) Genroku period, su britannica.com. URL consultato il 10 aprile 2024.
  8. ^ (EN) James McClain, Wakita Osamu (a cura di), Osaka : the merchants' capital of early modern Japan, Ithaca, Cornell University Press, 1999, p. 61, OCLC 879063017.
  9. ^ Hall, p. 436
  10. ^ Alla corte degli shogun: le coniazioni in oro giapponesi fra il XVI e il XIX secolo, su astebolaffi.it, 2015.
  11. ^ Hall, pp. 436-437
  12. ^ (EN) Woldemar von Seidlitz, Impressions of Ukiyo-e, New York, Parkstone Press International, 2007, p. 38, OCLC 191054481.
  13. ^ Ihara, Saikaku, su treccani.it. URL consultato il 10 aprile 2024.
  14. ^ (EN) Kate Wildman Nakai, Shogunal politics : Arai Hakuseki and the premises of Tokugawa rule, Harvard University Press, 1988, pp. 8-9, OCLC 878670037.
  15. ^ Smith, p. 28
  16. ^ Pierantonio Zanotti, Introduzione alla storia della poesia giapponese. Dalle origini all'Ottocento, Venezia, Marsilio, 2012, OCLC 955946214.
  17. ^ a b c Hall, p. xxii
  18. ^ Screech, T. (2006). Secret Memoirs of the Shoguns: Isaac Titsingh and Japan, 1779–1822, p. 73.
  19. ^ (EN) Engelbert Kaempfer (1651-1716), The History of Japan, su rct.uk. URL consultato l'8 aprile 2024.
  20. ^ (EN) Fabian Franz Drixler, Mabiki : infanticide and population growth in eastern Japan, 1660-1950, Berkeley, University of California Press, 2013, p. 159, OCLC 788263323.
  21. ^ (EN) Eto Kydji, Shoheiko, in Kodansha Encyclopedia of Japan, vol. 7, Tokyo, Kodansha, 1983, p. 162, ISBN 0-87011-627-4.
  22. ^ (EN) Nakamaki Hirochika, Religious Civilization in Modern Japan : As Revealed through a Focus on Mt. Kōya, in Senri Ethnological Studies, vol. 29, 1990, p. 123, DOI:10.15021/00003154.
  23. ^ (FR) Gyōnin, in Dictionnaire historique du Japon, vol. 6, Tokyo, Libr. Kinokuniya, 1981.
  24. ^ Smith, p. 28.
  25. ^ (EN) Beatrice M. Bodart-Bailey, The dog shogun : the personality and policies of Tokugawa Tsunayoshi, Honolulu, University of Hawaiʻi Press, 2006, OCLC 62697112.
  26. ^ Traganeou, Jilly. (2004). The Tokaido Road: Traveling and Representation in Edo and Meiji Japan
  27. ^ (EN) Genroku Kuniezu, su digital.archives.go.jp. URL consultato il 10 aprile 2024.
  28. ^ a b Stephen Turnbull, La vendetta dei 47 ronin: Edo 1703, Gorizia, LEG, 2013, ISBN 9788861022102.
  29. ^ (EN) Andrew Rankin, Seppuku : a history of samurai suicide, Tokyo, Kodansha International, 2011, OCLC 670211479.
  30. ^ (EN) Henry D. Smith, The Trouble with Terasaka: The Forty-Seventh Rōnin and the Chūshingura Imagination, in Japan review, vol. 16, 2004, pp. 3-65.
  31. ^ a b (EN) Joshua Hammer, Yokohama Burning: The Deadly 1923 Earthquake and Fire that Helped Forge the Path to World War II, Simon and Schuster, 2006, ISBN 978-0-7432-6465-5. URL consultato il 9 aprile 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]


Cultura Genroku ( giapponese :元禄文化, Hepburn : Genroku bunka ) è il termine usato per descrivere la cultura del primo periodo Edo (1603–1867), in particolare l' era Genroku (1688–1704).  La cultura Genroku è conosciuta come un periodo di lussuosa esibizione in cui le arti erano sempre più frequentate da una classe mercantile crescente e potente.  Il periodo Genroku è associato a due zone di piacere: il quartiere dei bordelli e i teatri. Queste due aree erano spesso situate una accanto all'altra ai margini della società rispettabile; costituivano l' ukiyo ("mondo fluttuante") celebrato nelle xilografie di prostitute, attori e pornografia.

Panoramica[modifica | modifica wikitesto]

La cultura Genroku era concentrata principalmente nell'area di Kamigata, che comprendeva sia Osaka che Kyoto.  La cultura Genroku era definita dalle mode e dalla vita dei cittadini comuni, in particolare gli appartenenti alla classe dei mercanti, la cui crescente ricchezza economica portò allo sviluppo dell'arte decorativa, del teatro e dell'abbigliamento; tuttavia, anche le classi dei samurai furono coinvolte nello sviluppo della cultura Genroku.

La cultura Genroku ha contribuito allo sviluppo del pensiero neo-confuciano, delle scienze naturali e degli studi classici. Nelle belle arti hanno svolto un ruolo attivo la scuola Rinpa, fondata da Korin Ogata e altri, e la scuola Tosa; nell'arte della ceramica, Ninsei Nonomura, Hon'ami Kōetsu e altri furono attori chiave.

Nella musica, durante il periodo Genroku vennero sviluppati numerosi strumenti chiave e stili musicali, tra cui la musica koto (una cetra giapponese a tredici corde) della scuola Ikuta-ryu, la musica jiuta (un genere di canzoni tradizionali con accompagnamento shamisen ) la scuola Nogawa, shin- jōruri (nuove ballate drammatiche) come gidayu-bushi (narrativa musicale del teatro delle marionette ) e melodie icchu-bushi , e nagauta (lett.  "canzoni lunghe", ballate con accompagnamento shamisen).

ll teatro Kabuki fu la manifestazione più vibrante dello straordinario “mondo fluttuante” del piacere che si sviluppò sotto lo shogun Tokugawa. Il mondo galleggiante (ukiyo) era incentrato sul quartiere del piacere Yoshiwara a Edo (ora Tokyo), dove i samurai potevano uscire dai loro normali ruoli nella rigida gerarchia della società feudale e mescolarsi con i nuovi cittadini urbani (chonin). Fu l'industria della stampa a blocchi di legno, con la sua struttura tecnica per combinare testo e immagine, che diede al mondo galleggiante la sua coesione e diffuse la sua influenza.[1]

Arti[modifica | modifica wikitesto]

Si ritiene generalmente che il periodo Genroku segni il punto più alto della cultura del periodo Edo. Due artisti rappresentativi della cultura Genroku sono gli artisti della scuola Rimpa Ogata Kōrin e Hishikawa Moronobu, ritenuto il fondatore dell'ukiyo-e. Il termine rimpa (琳派) è una fusione dell'ultima sillaba di "Kōrin". Torii Kiyonobu I fu un altro influente artista ukiyo-e attivo nel periodo Genroku.

A cavallo del nuovo secolo vi fu una fioritura di studi del confucianesimo, con contributi originali nell'adattare le idee confuciane alla società giapponese, e si affermò la scuola kokugaku di studi filologici dei classici e delle antichità giapponesi, di cui furono iniziatori lo studioso e monaco buddista Keichū e il poeta e filologo Kada no Azumamaro, con l'obiettivo di identificare i peculiari elementi culturali nativi.[2]

In questo periodo, in cui la fama degli attori e delle cortigiane dei quartieri del piacere si affermarono come soggetto preferito di dipinti e stampe ukiyo-e, si assistette, grazie all'opera del pittore Tosa Mitsuoki, alla rinascita della scuola di pittura Tosa, che fondendosi con la scuola Kanō di ispirazione cinese diede vita allo stile rimpa di Ogata Korin con i suoi colori ricchi, i motivi forti e il disegno preciso.[3]

I primi manga[modifica | modifica wikitesto]

Le incisioni del periodo Genroku sono servite da ispirazione per i manga. Durante questo periodo, l'alfabetizzazione nei quartieri del piacere era davvero significativa per le geishe e gli oiran per intrattenere i loro clienti. L'ingegno e la conoscenza letteraria erano molto apprezzati, non solo nelle alte sfere della società ma in tutte le caste multiple.

L'accessibilità alle arti letterarie è avvenuta attraverso una pletora di mezzi. Una forma integrale di letteratura, spesso considerata la madre dei manga, era il kibyōshi , una forma di fumetto per adulti stampato su xilografia che in genere non supera le 30 pagine. Sebbene questo genere nelle sue fasi iniziali si concentrasse sui quartieri del piacere di Yoshiwara, in seguito fu utilizzato come strumento per rappresentare figure iconografiche e come mezzo di satira su vari classici e questioni dell'epoca. A causa dell'uso delle illustrazioni, questa forma d'arte piaceva ai samurai di umile rango e alla gente comune. Un notevole autore di kibyoshi fu Santō Kyōden (山東京伝), che generò vendite di oltre diecimila copie, con le sue composizioni considerate la letteratura più letta durante l'era Genroku.

Romanzi e poesie[modifica | modifica wikitesto]

Gli elementi principali della cultura borghese emergente furono sviluppati durante il periodo Genroku nella regione di Kamigata. Esempi sono i drammi bunraku e kabuki di Chikamatsu Monzaemon , l' Ukiyozōshi di Ihara Saikaku e i saggi poetici e gli haiku di Matsuo Bashō.

Uno sviluppo importante nella poesia, che trovò praticanti in tutte le classi, fu lo stile di Matsuo Bashō, massimo esponente degli haijin ( ("poeti di haiku"), noto come la poetica di Shōmon (scuola dell’autenticità), o Shōfū, caratterizzato da un linguaggio semplice ed essenziale, comprensivo di elementi tratti dalla quotidianità, immerso e in armonia con la natura.[4]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

In ognuna delle tre città principali - Edo, Kyoto, Osaka - vennero aperti ben quattro teatri, frequentati da una numerosa ed emergente classe borghese, partecipe della diffusione di una nuova sensibilità culturale.[5]

Kabuki[modifica | modifica wikitesto]

In coincidenza con il massimo sviluppo del teatro kabuki, si affermarono specifici stili di rappresentazione e interpretazione: nell'area Kamigata - Kyōto e Ōsaka - sui testi di Chikamatsu Monzaemon, si attestò lo stile wagoto (azione armoniosa), raffinato e ironico, di cui l'attore Sakata Tōjūrō (1646-1709) divenne il modello nella figura dell'eroe mite, raffinato e romantico, e Yoshizawa Ayame (1673-1729) il più celebre nell'interpretare grazia e sensualità nei ruoli femminili; a Edo Ichikawa Danjuro I introdusse lo stile aragoto (azione violenta) con il tipo dell'eroe rude e muscoloso.[5][6]

Kabuki e bunraku (teatro delle marionette) emersero nel cuore della vita culturale urbana durante il periodo Genroku.

Bunraku[modifica | modifica wikitesto]

Bunraku, il teatro delle marionette bunraku e il kabuki si svilupparono in un'arte altamente drammatica con le opere dei drammaturghi Chikamatsu Monzaemon e Takeda Izumo

Bunraku (teatro delle marionette) è una forma di teatro emersa nel periodo Genroku. Dotato di pupazzi di circa due terzi delle dimensioni umane, ogni burattino era controllato da un massimo di tre uomini. Un cantante-attore altamente qualificato ha cantato le diverse parti e la narrazione insieme agli accompagnatori musicali. Il teatro delle marionette era attraente per gli scrittori e molte famose commedie bunraku , come Date Musume Koi no Higanoko (伊達娘恋緋鹿子) , sarebbero state successivamente adattate per il kabuki. Bunraku ha anche fornito uno sviluppo di bellissime qualità letterarie all'interno del genere teatrale.

Il più grande drammaturgo bunraku fu Chikamatsu Monzaemon (1653–1725). Le sue opere offrivano una fonte di evasione per la gente comune, inclusi scandalosi eventi contemporanei come gli omicidi domestici.

No[modifica | modifica wikitesto]

Il Noh è emerso da una serie di antiche arti popolari e di spettacolo popolare, sia indigene che importate. Durante il primo periodo Edo, il No veniva spesso eseguito dalle donne dei quartieri del piacere di Kyoto.

A differenza del kabuki o del bunraku, lo sviluppo del dramma Noh è solitamente descritto come uno stile di ascesa costante, ed era tipicamente visto come uno stile teatrale di classe superiore, spesso ispirato alla leggenda shintoista. Il Noh fu perfezionato e sostenuto sia dallo shogunato che dalle corti imperiali. Al culmine del periodo Edo, il Noh era salito oltre la portata delle masse giapponesi, preservando la sua posizione elevata fino al periodo Meiji.

  1. ^ (EN) Introducing Kunisda and Kabuki, su kunisada-and-kabuki.fitzmuseum.cam.ac.uk.
  2. ^ (EN) Koyasu Nobukuni, Kokugaku, in Kodansha Encyclopedia of Japan, vol. 4, Tokyo, Kodansha, 1983, pp. 257-258.
  3. ^ Shively, p. 23
  4. ^ (EN) W. Puck Brecher, The aesthetics of strangeness eccentricity and madness in Early Modern Japan, University of Hawai‘i Press, 2013, pp. 47-50, ISBN 978-0-8248-3666-5.
  5. ^ a b Ruperti, pp. 274-276
  6. ^ Ortolani, pp. 207-208
Nakamura-za. Riproduzione della parte anteriore del teatro presso l'Edo-Tokyo Museum

Nakamura-za (中村座), chiamato anche Saruwaka-za (猿若座), Miyako-za (都座), Torigoe-za (鳥越座), era il più antico teatro kabuki di Edo (gli altri erano Morita-za e Ichimura-za). Fondato nel 1624, e completamente o solo in parte danneggiato da numerosi incendi nel corso della sua storia, venne definitivamente distrutto da un incendio nel 1893 e mai più ricostruito.[1][2]

Realizzato da Nakamura Kanzaburō I (村勘三郎 (初代) ), venne trasferito nella nuova capitale Tokyo nel 1868 e riaprì sotto la guida di Nakamura Kanzaburō XIII (1828–1895), l'ultimo discendente diretto della famiglia Nakamura Kanzaburō, come zamoto .

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Originariamente chiamato Saruwaka-za, fu fondato nel 1624 nel distretto di Nakahashi (l'attuale Nihonbashi) da Kanzaburo Saruwaka (Nakamura Kanzaburo I), uno dei fondatori dell'Edo kabuki, capostipite della famiglia di attori Nakamura Kanzaburō (中村勘三郎?), che ottenne dalle autorità dello shogunato una licenza per produrre spettacoli teatrali.[3][4]

Pochi anni dopo, nel 1632, a causa della sua vicinanza al castello di Edo, per disposizione dell'autorità il teatro dovette essere spostato a Negi-chô, e successivamente, nel 1651, nel distretto di Sakai-chô.[3][5]

Nel 1657 un grande incendio, noto come Furisode Kaji (incendio del furisode 振袖火事, perché si ritiene generato accidentalmente dalla manica di un kimono), scoppiò nel tempio Honmyôji del distretto di Hongô propagandosi in tutta Edo; la città, compresi i suoi teatri, venne devastata, provocando oltre 100.000 vittime.[6]

Un altro incendio scoppiò il 7 ottobre 1841, distruggendo Nakamura-za e Ichimura-za che Fukiya-cho.

Nel dicembre dello stesso anno, a seguito delle riforme di Tenpo, Nakamuraza venne spostato a Asakusa Shoten-cho (attualmente Asakusa 6-chome), in un'area in cui furono costruiti cinque teatri, di cui tre kabuki; la città prese il nome Saruwaka-cho in onore di Kanzaburo I.

Nel 1868 Nakamura-za venne trasferito nella nuova capitale Tokyo e riaprì sotto l'ultimo discendente diretto di Nakamura Kanzaburō I, Nakamura Kanzaburo XIII (1828–1895) come zamoto.  Successivamente fu chiamato anche Miyako-za (都座).

Dopo meno di vent'anni, nel novembre 1884, il teatro venne nuovamente spostato ad Asakusa Nishitorigoe-cho (attualmente Torigoe 1-chome, Taito Ward) e ribattezzato Saruwaka-za.

Il 22 gennaio 1893 venne distrutto da un incendio.[1] Nei pressi della stazione Kyobashi sulla linea Ginza della metropolitana di Tokyo un monumento che ricorda "il luogo di nascita di Edo Kabuki" con immagini in rilievo di artisti Kabuki.[7]

Una replica in scala reale della parte anteriore di Nakamura-za si trova al Museo Edo-Tokyo.

Monumento eretto sul luogo in cui è stato fondato il Saruwaka-za (in seguito Nakamura-za), luogo di nascita di Edo Kabuki a Chuo, Tokyo

Attualmente viene utilizzato per le esibizioni di successione di Nakamura Kanzaburo della diciottesima generazione e per le esibizioni di Heisei Nakamura-za.

Fu ribattezzato Torigoe-za nel 1892 poiché si trovava nella zona Shin Torigoe-chō di Asakusa. (Brandon, Leiter 7) Al momento dell'incendio il Nakamura-za del periodo Edo era il teatro più antico del Giappone, costruito nel 1624 come Saruwaka-za. (Ernst 39) Il Nakamura-za rappresentò il teatro kabuki per molti anni, sopravvivendo agli incendi del 1679,1683,1706,1717,1720, per citare solo alcune date. ( Kabuki 21 ) Il Nakamura-za sopravvisse anche alle riforme governative per controllare e “proteggere” i cittadini giapponesi dai contenuti licenziosi sia nelle stampe teatrali che in quelle xilografiche, le riforme del Kansai (1789-1793). Queste riforme portarono il teatro dal 1793 al 1797 a essere rilevato da un produttore esterno a causa dei debiti. (Brandon, Leiter 6) Il Nakamura-za bruciò nuovamente nel 1841 e fu trasferito nel distretto di Asakusa di Edo nello stesso anno, insieme all'Ichimura-za e al Morita-za. (Waley 177) È qui che l'Heisei Si posiziona Nakamura-za, un ritorno al distretto di Asakusa dove si ritrovò il suo antenato nel 1841.

Denominazioni[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1793 al 1797 e dal 1817 al 1818 venne chiamato Miyako-za (都座)[8]

Nel 1892, un anno prima di essere distrutto da un incendio, il teatro cambiònuovamente il nome in Torigoe-za (鳥越座), perché si trovava nella zona Shin Torigoe-chō di Asakusa.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Il sipario di Nakamura-za era, da sinistra, a strisce bianche, color cachi e nere. L'uso del bianco era un colore appositamente consentito dallo shogunato solo a Nakamura-za.

Dal 1879 al 1881 a Saruwaka-cho; dal 1882 al 1885 a Shintomi-cho.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Nakamura-za, su samurai-archives.com. URL consultato l'11 aprile 2024.
  2. ^ Leiter, p. xxi
  3. ^ a b (EN) Nakamuraza, su kabuki21.com. URL consultato l'11 aprile 2024.
  4. ^ (EN) Selma Jeanne Cohen (a cura di), Nakamura Kanzaburō I, in The International Encyclopedia of Dance, Oxford University Press, 1998, ISBN 9780195173697.
  5. ^ (EN) Saruwaka-za 猿若座, su britishmuseum.org. URL consultato l'11 aprile 2024.
  6. ^ (EN) Louis-Frédéric Nussbaum, Furisode Kaji, in Japan Encyclopedia, Harvard University Press, 2005, pp. 221-222.
  7. ^ (EN) Birthplace of Edo Kabuki, su centraltokyo-tourism.com. URL consultato l'11 aprile 2024.
  8. ^ (EN) Miyako-za 都座, su britishmuseum.org. URL consultato l'11 aprile 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Earle Ernst, The Kabuki Theatre, Honolulu, University of Hawaii Press, 1974, OCLC 992860.
  • (EN) Louis-Frédéric Nussbaum, Furisode Kaji, in Japan Encyclopedia, Harvard University Press, 2005.
  • (EN) Samuel L. Leiter, Historical Dictionary of Japanese Traditional Theatre, Lanham, The Scarecrow Press, 2006, ISBN 0-8108-5527-5.

Nezumikozo Jirokichi[modifica | modifica wikitesto]

Nezumikozo Jirokichi , noto per opere come Ryokurin Gokanroku scritto da Hakuen Matsubayashi e Nezumi Komon Tokun Shingata scritto da Mokuami Kawatake, è una persona reale, ed era il figlio di un tuttofare che frequentava Nakamura-za durante il periodo Sakaimachi. Si dice che lo fosse.

Nel "Rapporto Nezumi White", che si dice sia il verbale della confessione di Jirokichi (ora nella Biblioteca del Gabinetto ), il suo passato è raccontato come segue.

Il figlio di Teijiro, un doujinshi, morì di malattia nell'anno del bue quattro anni fa, e quando aveva 16 anni era apprendista presso un artigiano del legno. Quando il marito torna a casa dai suoi genitori, viene assunto da un membro della la stessa professione, e di tanto in tanto un membro di una famiglia di samurai entra nella stanza di un ladro, e così via.

Inoltre, "Nezumi Komon Higashi-kun Shingata" fu ribattezzato "Nezumi Komon Kikuju Senzome" e fu rappresentato anche al Teatro Nakamura-za (febbraio 1899). Il personaggio principale, Kozo Inaba, noto anche come Nezumikozo Jirokichi, è stato interpretato da Kikugoro Onoue V  .