Utente:Il dotor/Sandbox

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Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio di Brugnera non sono stati trovati molti reperti preistorici, tuttavia per analogia con aree limitrofe si può ipotizzare che nel Tardo Mesolitico (7000-5500 a.C.) la zona fosse frequentata da tribù di cacciatori raccoglitori. Ancora però non si può parlare di insediamenti veri e propri, più che altro si trattava di frequentazioni stagionali. Le prime popolazioni sedentarie ad occupare quest'area furono le tribù neolitiche (dal 5500 a.C.), che trovarono vicino al Livenza terreni fertili da coltivare. Nel Neolitico medio (4800 - 4200 a.C.) la zona subì uno spopolamento, a cui seguì una ricrescita della popolazione nel Neolitico tardo (3800 - 3300 a.C.).

Il processo di romanizzazione avvenne tra il III e il II secolo a.C. e fu un fenomeno graduale. Si concluse ufficialmente nel 181 a.C. con la costruzione di Aquileia.

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Attorno al XI secolo possiamo attestare la costruzione di un sito fortificato che rappresenta il nucleo originario di Brugnera. Un documento d'investitura, datato 15 settembre 1188, stabilisce il dominio sul feudo brugnerese e su quello purliliese di Guecelletto da Prata, avvocato del Parlamento della Patria del Friuli. All'epoca il territorio di Brugnera comprendeva un'area a cavallo del Livenza, incluse parti degli attuali Albina, Francenigo, Gaiarine e Villanova. Guecelletto sposò Gisla, figlia di Ezzelino I da Romano.
In piena lotta per le investiture il territorio di Brugnera si trovava tra due fuochi, tra i trevigiani ghibellini e i Prata guelfi. Le mire espansionistiche della marca trevigiana preoccupavano non poco i territori della Patria del Friuli, così si scelse di porre fine a tutto ciò attaccando. A capo della spedizione fu posto Guecelletto da Prata. La risposta del podestà di Treviso, Ezzelino II, fu la conquista di importanti piazzeforti oltre il Livenza, tra cui il castello di Brugnera. Il Prata, vedendo i propri territori a rischio, dovette interrompere l'assedio di Oderzo e tornare indietro. Nel 1193 venne stipulato un accordo di pace, secondo il quale la situazione amministrativa sarebbe tornata quella di partenza; la cosa però non durò a lungo. Dal 1196 infatti Ezzelino II riprese i suoi obiettivi d'espansione, ottenendo importanti vittorie che però gli costarono la scomunica. Anche Guecelletto dovette scendere a patti col podestà trevigiano. Con l'inizio del XIII secolo la situazione sembrò ristabilirsi. In quegli anni Guecelletto morì, lasciando il posto ai suoi due figli Federico e Gabriele. Il feudo di famiglia venne smembrato in due giurisdizioni autonome: Gabriele mantenne il cognome di famiglia e il territorio di Prata, Federico fondò il ramo dei Porcia-Brugnera e ottenne gli omonimi castelli.

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1974 venne istituita a Brugnera una sede periferica dell'IPSIA "Lino Zanussi" di Pordenone. L'istituto fu fortemente voluto sia dall'allora amministrazione comunale sia dal Consorzio degli industriali mobilieri. Nel corso degli anni ottanta si trasformò in istituto tecnico rendendosi indipendente, per poi fondersi durante il decennio successivo con l'IPSIA di Sacile e assumere la denominazione di "Scuola del Mobile di Brugnera". [1]

Dal 2013 l'istituto è intitolato a Bruno Carniello, docente ed ex-sindaco di Brugnera.

Dal settembre 2014 l'istituto è stato unito all'ISIS "Giuseppe Marchesini" di Sacile.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberto Gargiulo, Storia di Brugnera, Pordenone, EBI, 2010.

Note[modifica | modifica wikitesto]