Utente:Giovannigiorgio/Sandbox

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Astronomia orientale[modifica | modifica wikitesto]

Astronomia Cinese[modifica | modifica wikitesto]

La storia dell’astronomia cinese è molto antica.

Dal punto di vista osservativo nasce in pieno neolitico (tra il 5000 e il 4000 a.C.).

Sicuramente dal 3000 a.C. gli antichi cinesi sapevano ricavare il periodo dell’anno osservando la posizione delle stelle; attribuirono perfino ad esso una durata pari a 365 giorni.

Tra VIII e il V secolo a.C. venne aggiunto un giorno ogni 4 anni affinché la corrispondenza fra le date fosse mantenuta, giungendo ad un’accuratezza superiore a quella degli Egizi.

Calendari[modifica | modifica wikitesto]

I numerosi calendari furono per lo più lunisolari, l’accordo con il ciclo solare veniva recuperato aggiungendo in maniera opportuna un mese intercalare.

Il riferimento era dato da un doppio mese lunare pari a 60 giorni; gli anni, ugualmente, venivano raggruppati in grandi cicli sessantennali.

Fino al 841 a.C. l’aggiunta del mese intercalare era arbitraria e regolata dall’imperatore e dalla casta sacerdotale-astronomica, dopo il Periodo della primavera e dell’autunno (770-400 a.C.) e poi durante il periodo degli Stati combattenti (403-221 a.C) venne affinato il calendario, in modo da accordare i 24 periodi solari con i mesi lunari.

Furono introdotti 7 mesi intercalari in 19 anni, un abbozzo del ciclo di Metone, il cielo fu suddiviso in 28 dimore lunari, e fu ripartito in 12 settori per indagare il moto dei pianeti.

Nel 213 a.C. l’imperatore Qin Shi Huang, per cancellare ogni segno del passato improntato al confucianesimo, quale ordine di stato, vennero distrutti tutti i libri confuciani i quali racchiudevano conoscenze astronomiche circa la padronanza dei vari cicli astronomici.

Successivamente durante la dinastia Han (206-220 a.C.) fu scoperta la non uniformità del moto lunare e vennero spiegate le eclissi.

Il periodo[modifica | modifica wikitesto]

Le concezioni cosmologiche cambiarono con l’avvento del buddhismo in Cina.

Nonostante i calendari fossero decisi dall’imperatore il popolo iniziò ad avvalersi di conoscenze astronomiche per fini pratici.

Nel 589 d.C. venne scoperta la precessione degli equinozi.

Durante il periodo dei tre regni (220-280 d.C.) l’astronomo Chen Zhou diede vita ad un’opera di cartografazione del cielo che divideva l’intera volta in 238 piccole costellazioni comprendenti in totale 1464 stelle.

Durante la dinastia Yuan (1279-1368 d.C.) l’astronomo Guo Shoujing si occupò della costruzione di strumenti migliori al fine di creare calendari più accurati: inventò così l’armilla semplificata per l’osservazione diretta del cielo, un grande gnomone e uno strumento ad esso collegato per definire l’ombra con la massima precisione possibile.

Così calcolò l’inclinazione dell’ellittica, l’ampiezza delle dimore lunari, la loro distanza dal polo e attribuì nomi a stelle rimaste senza.

Contaminazioni occidentali[modifica | modifica wikitesto]

Sotto la dinastia Ming (1368-1644 d.C.) l’astronomia proseguì nel suo sviluppo, ma non velocemente quanto l’Europa che in quel periodo assisteva ad un enorme fermento culturale, per questo motivo al loro arrivo i Gesuiti introdussero nuove conoscenze scientifiche europee.

L’astronomia cinese dopo essere stata sconfitta sul campo dalle popolazioni occidentali capaci di svolgere calcoli più accurati, e con l’adozione del calendario gregoriano, cessò di esistere.

La documentazione astronomica cinese[modifica | modifica wikitesto]

A differenza delle coeve cosmologiche occidentali, volte a descrivere, predire e rendere conto della posizione dei moti e corpi celesti, nell’astronomia cinese si sentiva soprattutto l’esigenza di osservare e registrare i fenomeni. Secondo le credenze tutti i fenomeni avevano un riscontro sulla terra. L’interpretazione dei cieli dava quindi all’imperatore, la possibilità di prendere la decisione migliore.

Concetti di predicibilità erano quasi completamente avulsi dalla coltura astronomica. L’acuta osservazione del cielo giocò a loro favore con la comparsa di numerose nove, supernove e comete.

In Cina non si sentì l’esigenza di sviluppare una matematica elaborata per descrivere i moti celesti infatti le concezioni cosmologiche erano piuttosto rozze.

Possiamo dire che in Cina si svilupparono tre modelli cosmologici:

  • Il primo, denominato Gai Tian, associava al cielo una forma rotonda, il cui continuo movimento dava spiegazione del moto del Sole e della Luna che non vi erano incastonati ma dotati di un moto proprio, mentre la terra era quadrata. Una concezione di questo tipo la dice lunga sulle conoscenze geometriche primitive. Secondo il professor Joseph Needham che un tale modello cosmologico poteva essere accettato solo con delle cognizioni che non andavano molto più il là del teorema di Pitagora.
  • Intorno al IV secolo a.C. si sviluppò la teoria, Hun Tian, che considera il cielo sferico e la Terra, che è immerso nel cielo, anch’essa sferica. Il moto della Terra verso l’alto spiega l’alternarsi delle stagioni.
  • Infine il modello Xuan Ye che negava l’esistenza di un cielo di sostanza era sconfinato, etereo e privo di colore. La tinta azzurra è dovuto agli occhi che non possono vedere oltre un certo limite. Sotto la dinastia Han gli astronomi divennero membri di un distaccamento che con il passare degli anni diventerà tanto importante quanto lo era il ministero dei sacrifici dello stato. In poche parole venne istituito il ministero dell’astrologia, con lo scopo di osservare e studiare gli accadimenti celesti e riportarli all’imperatore. Gli astronomi cinesi cominciarono a documentare, e quindi a lasciare una traccia, di tali eventi a partire dal 1217 a.C.

Nella scrupolosa osservazione del cielo si hanno tracce pure di fenomeni molto meno appariscenti come le macchie solari. Queste venivano osservate già dal 1000 a.C, mentre in occidente la prima raffigurazione, seppur stilizzata, la si deve a John Da Worcester.

Si hanno anche racconti relativi alla caduta di meteoriti. Il più antico risale al 645 a.C.

Le più importanti testimonianze astronomiche cinesi rimangono quelle della comparsa di nuove stelle nel cielo; questo campo ha reso un grosso servizio anche all’astronomia moderna con le registrazioni delle cosiddette “stelle ospiti”.

Come i cinesi, anche coreani e giapponesi osservavano scrupolosamente il cielo, tanto che anche questi popoli avevano documentazioni riguardante “stelle ospiti” nel cielo.

Nel 657 d.C. durante il regno della regina Singhdok, fu costruita una torre di nove metri, con una piattaforma sulla sommità, dedicata alle osservazioni astronomiche. La torre della Luna e del Sole ha delle allusioni astronomiche ed è ritenuto il primo osservatorio astronomico, dell’Estremo Oriente.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]