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Licurgo di Atene[modifica | modifica wikitesto]

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Contro Atenogene[modifica | modifica wikitesto]

Contro Atenogene
Contro Atenogene
Titolo originaleΚατ'Ἀθηνογένους
Altri titoliContro Atenogene
AutoreIperide
Genereorazione
Lingua originalegreco antico
AmbientazioneAntica Atene
ProtagonistiEpicrate
CoprotagonistiMida
i due figli di Mida
amici di Epicrate
AntagonistiAtenogene
Antigona
SerieOrazioni di Iperide

Contro Atenogene è un'orazione di Iperide pronunciata ad Atene davanti all'eliea presieduta dai Tesmoteti


Scoperta del papiro

La versione frammentaria oggi conosciuta dell'orazione contro Demostene fu scoperta in un papiro ritrovato dagli Arabi in un sarcofago di legno a Sheikh Abd el-Qurna, in Egitto; la prima parte del papiro fu venduta ad un italiano di nome Castellari, che nel 1847 a Tebe lo rivendette all'inglese Anthony Charles Harris.[1] Questo rotolo probabilmente risale alla seconda metà del I secolo d.C. ed è attualmente conservato al British Museum coi numeri 108, contiene pochi errori ed è vergato con una scrittura elegante e chiara.[2]

Il contenuto del papiro fu pubblicato per la prima volta nel 1848 dallo stesso Harris (Fragments of an oration against Demosthenes respecting the money the Harpalus, Londra, 1848), che fornì una riproduzione litografica dei vari frammenti; questa edizione fu seguita da quelle di Hermann Sauppe e August Boeckh in Germania (1848), Samuel Sharpe (1849) e Churchill Babington (1850) in Inghilterra.[1]

Questa orazione, contenente numerose interpolazioni, risulta molto frammentaria in ogni parte (è la peggio conservata delle sei orazioni superstiti di Iperide) e spesso la collocazione dei frammenti è dubbia.[3]

Cenni al processo

Al processo contro Atenogene parlarono dieci oratori eletti dal popolo;[4] il primo a parlare fu il capo di questi dieci, Stratocle, che pronunciò un orazione scritta da Dinarco, poi probabilmente venne Iperide, poi gli altri.[5]

L'esito del processo è ignoto.[6]

Contenuto

Stile

Secondo Mario Marzi, curatore della prima edizione integrale italiana delle orazioni di Iperide, l'orazione, essendo davvero molto frammentaria, non è facile da giudicare dal punto di vista artistico; nei frammenti rimasti la narrazione "è condotta con singolarissima abilità" e usa una lingua "chiara, semplice, pittoresca"; lo stile "è in genere serio e composto, ma a tratti si anima in apostrofi sarcastiche e in aspre rampogne, o al contrario si vena di commossa tristezza dinanzi allo spettacolo di un uomo politico già illustre che ha barattato la sua dignità per un pugno d'oro e, più che sessantenne, si è lasciato trascinare in giudizio da ragazzi sotto un'accusa infamante".[6]

Edizioni italiane

  • Vittorio De Falco (a cura di), Le orazioni in difesa di Eussenippo e contro Antenogene, Libreria scientifica, 1947.
  • Mario Marzi (parte su Iperide) (a cura di), Oratori attici minori, vol. 1, UTET, 1977.

Note

  1. ^ a b Marzi, p. 25.
  2. ^ Marzi, p. 26.
  3. ^ Marzi, p. 34.
  4. ^ Iperide, 13.
  5. ^ Marzi, p. 132.
  6. ^ a b Marzi, p. 37.

Bibliografia

Fonti primarie
Fonti secondarie
  • Mario Marzi (parte su Iperide) (a cura di), Oratori attici minori, vol. 1, UTET, 1995.

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