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Tintin nel paese dei Soviet
Titolo originaleTintin au pays de Soviets
AutoreGeorges Remi
1ª ed. originaleLe Petit Vingtième (tra il 1929 e il 1930)

Edit. Casterman

GenereAvventura e Satira politica
Lingua originaleFrançais
AmbientazioneURSS e Germania (1920)
ProtagonistiTintin
CoprotagonistiMilou
SerieLes Aventures de Tintin
Seguito daTintin au Congo

Tintin nel paese dei Soviet è il primo episodio della serie a fumetti "Le avventure di Tintin" (titolo originale, "Les aventures de Tintin"), disegnate dallo sceneggiatore belga Georges Remi in arte Hergé. La storia appare per la prima volta sul settimanale "Le Petit Vingtième" tra il 10 gennaio 1929 e l’8 maggio 1930 e, successivamente, nel settembre dello stesso anno. L’album sarà poi pubblicato sul settimanale cattolico "Cœurs Vaillants" a partire dal 26 ottobre 1930. Questa prima avventura è una critica pungente del regime bolscevico e comunista. Rappresenta un episodio peculiare della serie a fumetti: sarà il solo a mantenerne il formato originale in bianco e nero e non sarà oggetto di adattamenti o modifiche, al contrario degli altri album.

La storia vede Tintin e Milou impegnati a sfuggire, tra numerose peripezie, nelle quali non mancano scene esplicitamente anticomuniste, da imminenti pericoli. Ai tempi della Russia staliniana, il giornalista Tintin e il suo fox-terrier Milou si recano a Mosca, impegnati in un reportage per Le Petit Vingtième. Informati della loro partenza, i Russi sguinzagliano un agente segreto a bordo del treno sul quale i due protagonisti stanno viaggiando. Il convoglio viene fatto esplodere mentre sta attraversando la Germania nel tentativo di uccidere il giornalista. Tintin fortunatamente scampa alla morte, ma è tuttavia accusato dalle autorità tedesche di aver causato l’attentato e condotto in prigione. Riesce a fuggire e a proseguire il suo viaggio fino in Russia. Non appena mette piede nei territori dell’Unione Sovietica, viene braccato dalla GPU (Gosudarstvennoe političeskoe upravlenie o Ghepeu, polizia segreta di stato sovietica) che tenta più volte di fermarlo e di ucciderlo. Una volta a Mosca, diventata una città malsana, Tintin comprende che i dirigenti sovietici obbligano la popolazione ad accettare il regime, convincendola che solo i comunisti l’avrebbero salvata dalla miseria. Il giornalista si arruola nell’esercito sovietico per meglio comprenderne le tattiche, proprio nel momento in cui questo si appresta, in funzione propagandistica, a derubare del loro frumento i Kulaki (contadini arricchitesi grazie alla Nuova Politica Economica, NEP, introdotta da Lenin nella Russia del 1917). Tintin riesce a nascondere parte del grano ed è per questo condannato a morte. Scappando si rifugia nelle regioni più a nord, dove non termina l’inseguimento da parte di nuovi agenti della GPU. Le peripezie non finiscono: Tintin entra in una capanna infestata, che si rivela essere un rifugio segreto; fugge in aereo e giunge malauguratamente all’aeroporto di Tempelhof in Germania. Ancora una volta incalzato dalla GPU, viene infine salvato dal proprio cagnolino e compagno di viaggio, Milou. Un agente della GPU sta per catturarlo nella locanda dove soggiorna, ma Tintin riesce a farlo arrestare. Quando ha l’occasione di fare ritorno in Russia, ritenendo di non aver raccolto abbastanza informazioni, la sua auto esce di strada e l’uomo viene scaraventato fuori dal finestrino su un treno che lo riporta a Bruxelles, dove viene accolto come eroe.

Anticomunismo

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Il 10 gennaio 1929, Hergé dà vita per la prima volta al personaggio di Tintin commissionato da padre Wallez, proprietario della rivista Le Vingtième Siècle e dell’inserto per ragazzi, sul quale verrà pubblicato il fumetto. E’ proprio Norbert Wallez a scegliere di fare di Tintin uno strumento per illustrare ai giovani belgi la situazione politica dell’unione sovietica. Ed è così che prende forma il protagonista. Wallez, fa affidamento su questo racconto per denunciare le malefatte del comunismo, e proprio per questo Hergé sfrutta l’equilibrio economico di facciata dell’URSS per trarvi ispirazione: Tintin visitando una fabbrica si accorge che questa è solo apparenza. Allo stesso modo scopre che non viene distribuito il pane a bambini non comunisti e che il governo è impegnato a riconvertire le coltivazioni dei contadini per fini propagandistici all’estero. E’ presente nel testo anche un episodio che vede un gruppo di comunisti rivolgersi ad un’assemblea di persone impegnata nel scelta di voto fra una lista comunista e due anticomuniste. Nel domandare a chi fosse a favore di quest’ultime, di alzare la mano, gli uomini puntavano sulla folla le loro armi. La lista comunista fu dunque scelta all’unanimità, non avendo avuto nessuno il coraggio di esporsi. Nel redigere il fumetto, Hergé non ha avuto tuttavia l’opportunità di visitare le regioni nelle quali il protagonista si muove, nè tanto meno di disporre di una documentazione adeguata. Per questo motivo quasi tutti gli elementi contenuti nell’episodio fanno esplicito riferimento al romanzo Moscou sans voiles (« Mosca senza veli ») di Joseph Douillet, console Belga in Russia nella città Rostov-na-Donou. Questo libro fu fortemente osteggiato dal governo sovietico, come l’opera di Hergé che ne rappresenta la versione a fumetti.

Fonti storiche

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Hergé copiò interi passaggi del libro di Douillet del 1928, fortemente antisovietico ; ne è di seguito riportata una citazione :

«Le communiste camarade Oubiykone (président sortant du comité exécutif) prononça un discours. Voici en quels termes il apostropha la foule : "Trois listes sont en présence : l’une est celle du parti communiste. Que ceux qui s’opposent à cette liste lèvent la main !". Simultanément, Oubiykone et ses quatre collègues sortirent leurs revolvers et désignèrent la foule des paysans, l’arme menaçante au poing. Oubiykone continua : "Qui donc se déclare contre cette liste ? Personne ? Je déclare que la liste communiste passe à l’unanimité. Il devient donc inutile de faire voter pour les deux autres."»

TRAD : «Il compagno comunista Oubiykone (presidente uscente del comitato esecutivo) pronunciò il suo discorso. Ecco in quali termini rimproverò la folla : "Tre liste sono candidate : una è quella del partito comunista. Coloro che si oppongono a questa lista alzino la mano ! ". Contemporaneamente Oubiykone e 4 dei suoi colleghi sfoderarono le loro pistole e le puntarono sulla folla dei contadini, tenendo in pugno l’arma con fare minaccioso. Oubiykone proseguì : "Dunque chi si dichiara contro questa lista ? Nessuno ? Dichiaro che la lista comunista vince all’unanimità. Di conseguenza è inutile esprimersi sulle altre due."»

Un’altra citazione ispirò Hergè :

«Dans un village où il y avait dix écoles, il ne subsista sous le régime soviétique qu’un lycée : mixte. Les communistes réunissent en effet, avec une préméditation immorale, les deux sexes dans les écoles.»

TRAD : «In un paese dove c’erano dieci scuole, solo un liceo misto si sottomise al regime sovietico : i comunisti infatti riunirono maschi e femmine nella stessa scuola, con un intento immorale.»

Più tardi, Hergé si sarebbe documentato molto di più per ciascuna storia.

«J’étais employé dans un journal (Le Petit Vingtième) et il y avait au-dessus de moi le rédacteur, et au-dessus du rédacteur, il y avait le reporter. Et le reporter, c’était le grand voyageur, à l’époque où il y avait la croisière jaune, où il y avait tous ceux qui parcouraient le monde comme Kessel. J’ai donc voulu faire de Tintin un reporter de journal qui lui aussi allait voyager. Et pour son premier voyage, la chose qui m’a paru la plus importante à l’époque, c’était ce pays dont nous parvenaient des échos terrifiants et bien souvent contradictoires, c’était la Russie des Soviets.»

TRAD : «Ho lavorato preso un giornale (Le Petit Vingtième) il mio superiore era il redattore, al di sopra del quale vi era il reporter. E quest’ultimo, all’epoca in cui c’era la crociera gialla, a bordo della quale viaggiavano tutti quelli che giravano il mondo come Kessel, era il viaggiatore per eccellenza. Così ho voluto fare, di Tintin, un giornalista, anche lui destinato a girare il mondo. E per il suo primo viaggio, la cosa che mi ha colpito di più al momento, è stato quel paese, il cui eco terrificante e spesso contraddittorio ci ha raggiunto, che era la Russia sovietica.»

Grafica e Narrazione

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Chi è Tintin? Tintin più che un personaggio dei fumetti è un simbolo, l’emblema della bande dessinée franco-belga, e un grande successo mondiale. Hergé, nato nel 1907, ha creato il suo personaggio all’età di 21 anni e non l’ha più lasciato. Tintin ha venduto più di centocinque milioni di copie in Francia, più di cinquantadue milioni negli altri Paesi. Un successo straordinario totale. Con un’unica strana eccezione : l’Italia. Come il suo autore, anche Tintin sembra un ragazzo senza passato, allo stesso modo di alcuni personaggi disneyani. Di lui non si conosce bene l’età, non si conosce la famiglia e, nonostante la sua professione dichiarata sia quella di reporter, vive molte avventure senza che questo abbia peso. Senza pagare il biglietto, Tintin prende l’aereo e va in luoghi lontani per cercare di capire il mondo e il presente.Tintin è un perfetto boyscout nato sulla scia da un altro personaggio creato da Hergè, dal nome non troppo diverso : Totor. Herge sperimentò l’arte del fumetto tra il 1926 e il 1929 con la sua prima pubblicazione: Totor, CP (Chef de Patrouille) des Hannetons ( Capo di pattuglia dei coleotteri ) , eroe creato per il giornale belga Le Boy-Scout, del 1926. È così che la rappresentazione grafica divenne più professionale e precisa. All’inizio i tratti di Totor erano spessi e imprecisi, ma presto il personaggio cambiò completamente aspetto. La tecnica del dialogo integrato nel disegno era lungi dall’essere migliore. In un certo senso queste 138 tavole hanno permesso a Hergé di migliorarsi. Il personaggio di Tintin è tutto nuovo: il disegno si affina vicenda dopo vicenda. La “nuvoletta” (dei dialoghi) del protagonista non ha mai la stessa forma. Nonostante il bianco e nero Hergé riesce a far crescere i propri schizzi: crea a Rotterdam, con Joost Swarte, lo stile che nel 1977 è stato denominato Ligne Claire : segni netti, vignette pulite, tratti essenziali con disegni accurati e dettagliati. Oltre a Tintin e Milou vi sono numerosi personaggi secondari che nell’album non hanno né nome né caratteristiche definite, e che compaiono unicamente in poche pagine. La maggior parte di loro è russa e interpreta i ruoli di antagonisti. Geografia e storia creano la scenografia in cui Hergé cala il proprio personaggio; le trame mostrano il mondo in modo semplice, avvincente e chiaro. A causa della pubblicazione frammentaria (due pagine alla settimana), l’avventura sembra un susseguirsi di mini peripezie unite fra loro dalla denuncia del totalitarismo sovietico. Alla fine di ogni seconda tavola, Tintin è costantemente in pericolo, espediente per mantenere un’atmosfera di suspense. Ogni settimana il lavoro di Hergé sta nel tirare fuori dai guai Tintin e creargliene altri. Questo meccanismo crea scene parodistiche con un Tintin che sembra dotato di poteri sovrumani che gli permettono di avere sempre la meglio, e così lo stesso Milou; Hergé opera veramente come un Deus ex machina. L’8 maggio 1930, dopo che questo episodio finì di essere pubblicato sul Petit Vingtième, il giornale si servì della popolarità che aveva riscosso la storia e approfittandone per indire un concorso e coinvolgere gli appassionati. Il concorso prevedava la partecipazione a una foto in costume con le maschere dei protagonisti del fumetto. Una folla si precipitò alla stazione nord di Bruxelles e, ripresa la scena, questa fu pubblicata nello stesso album.

Pubblicazione e recensione

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Prima della guerra furono pubblicate 5.000 copie del fumetto Tintin au pays des Soviets. L’album fu il solo della serie a non essere criticato da Casterman, secondo la volontà dell’autore. Il fumetto ben presto divenuto introvabile spinse numerosi collezionisti a pagare un ingente somma di denaro per averne una copia. Fu solo nel 1973, che il fumetto venne pubblicato sotto forma di un volume degli Archivi Hergé. Nel 1981, per contrastare pubblicazioni non autorizzate, il fumetto fu ristampato come fosse un vero e proprio fac-simile. In occasione del 70esimo anniversario di Tintin, l’editore Casterman, con l’autorizzazione della Fondazione Hergé pubblicò un numero sempre in bianco e nero, come una qualsiasi altra edizione, andando contro la volontà dell’autore che voleva che l’episodio fosse distinto dal resto della serie. Tintin au pays de Soviets non venne mai adattato al format televisivo.

  • Hergé, Les aventures de Tintin, reporter du "Petit Vingtième" au pays des Soviets, Tournai-Paris, Casterman, 1981 (1re éd. 1930), 141 p. (ISBN 2-203-01101-7)
  • François Kersaudy, « URSS : les affameurs du peuple », dans Historia, Paris « Hors-série » « Les personnages de Tintin dans l'histoire : Les événements de 1930 à 1944 qui ont inspiré l'œuvre d'Hergé », juillet 2011, p. 22-27
  • Benoît Peeters, Hergé, fils de Tintin, Paris, Flammarion, coll. « Champs », 2006, 629 p. (ISBN 978-2-0808-0173-9)
  • Frédéric Soumois, Dossier Tintin : Sources, Versions, Thèmes, Structures, Bruxelles, Jacques Antoine, 1987, 316 p. (ISBN 2-87191-009-X)

Collegamenti esterni

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