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Gli editti di riforma di Taika (大化の改新?, Taika no Kaishin) sono un insieme di dottrine stabilito in Giappone nel 645 dall'Imperatore Kōtoku.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Gli editti furono scritti poco dopo la morte del principe Shōtoku, e la sconfitta del clan Soga, unificatore del Paese, ed eliminato attraverso una congiura ordita dal principe imperiale Naka no Ōe (il futuro Imperatore Tenji), Nakatomi no Kamatari. Questi, cooperando con l'Imperatore Kōtoku affrontarono una serie di riforme, dalle quali l'Imperatore prese il nome "Taika" (大化? "Grande Riformatore").

I punti principali della riforma[modifica | modifica wikitesto]

Lo scopo delle riforme era quello di aumentare la centralizzazione e potenziare l'autorità della corte imperiale, anch'essa basata sulla struttura governativa cinese. Ambasciatori e studenti furono inviati in Cina per apprendere tutto ciò che potevano: il sistema di scrittura, le religioni, la letteratura, l'architettura, perfino i costumi alimentari furono modellati sulla base di quelli cinesi. Ancora oggi, l'impatto delle riforme sulla vita culturale giapponese resta evidente[1]. Per quanto riguarda le modifiche apportate dalla riforma, i punti principali sono:

Indebolimento dei poteri dei nobili[modifica | modifica wikitesto]

- Abolizione dei diritti dei capi di nobili (uji?) di possesso privato delle terre e di controllo sulle aree circostanti ai terreni privati 辺 (be?): L’imperatore era in possesso di tutte le risorse agricole e umane del paese[2].

Creazione del nuovo sistema amministrativo[modifica | modifica wikitesto]

Vennero istituiti Kuni (o koku), “province”, gestite da governatori della provincia, kokushi (国司?, ,o kuni no tsukasa, 国の司) (inviati dalla capitale per svolgere il loro incarico per un tempo limitato) a loro volta suddivise in “Vie” o “Circuiti”. Entrambe hanno il compito di congiungere, attraverso una raggiera di strade, la periferia dell’impero alla capitale e in generale, alla regione centrale. Le province che si trovano nella regione centrale costituiscono un eccezione, in quanto non sono denominate semplicemente Kuni o koku (?) bensì sono definite con il nome complessivo di Kinai (機内?, ,più tardi , Kinki) . Tuttavia tra le varie regioni periferiche, viene riconosciuta una certa importanza alla regione del Kyūshū principalmente per due motivi: Il primo è la sua antica importanza, dato che nella parte meridionale di questa regione erano presenti popolazioni non sottomesse; il secondo motivo risiede nel fatto che la collocazione della regione è prossima alle terre cinesi e coreane[3]. All'interno delle province vi erano i Kōri (o gun) “distretti”, guidati da governatori del distretto (Kōri no tsukasa) (小売の司?) , facevano parte della nobiltà locale e venivano selezionati i più ‹‹integri, forti e retti››[4]. Per l’appunto, nel dicembre 1967 nella parte nord est del fossato del castello dell’antica capitale Fujiwara, dissotterrando delle tavolette di legno Mokkan (木簡?), (in tempi antichi venivano utilizzate lunghe e fini tavolette di legno al posto della carta) si riuscì ad arrivare a una decisione finale sulla disputa conosciuta come Gunpyō-Ronsō (郡評論争?), ovvero un dibattito che in Giappone andava avanti da molto tempo fino a quel momento. Molti ricercatori non riuscivano a decretare se per la denominazione della parola giapponese per distretto fosse stato usato il kanji (gun) (?) o il kanji (hyō) (?) che in giapponese hanno la stessa lettura kōri (こうり?) . Grazie alle tavolette ritrovate nel 1967 si stabilì che quello usato era il kanji "hyō", tuttavia un altro ritrovamento attesta anche l’uso del Kanji "gun". Alla fine si scoprì che nell'antichità venivano usati entrambi i Kanji senza che comportassero alcun cambiamento semantico del testo[5][6].

Infine la suddivisione prevedeva Gruppi di villaggi e quartieri urbani che sono suddivisi in gruppi di famiglie dove ogni famiglia è responsabile del comportamento di ogni singolo membro. Questo è un tipico esempio dell’assimilazione dei princìpi cinesi che caratterizzò tutta l’era[7].

Un nuovo consiglio di Stato e la creazione di un reddito diretto[modifica | modifica wikitesto]

- Creazione di nuove istituzioni statali per gestire la nuova amministrazione: Consiglio di Stato Daijōkan (太政官?) e di otto ministeri da esso dipendenti, al di sotto vi erano altri due Ministeri, un Ministro della sinistra Sadaijin (左大臣?) e un Ministro della destra Udaijin (右大臣?) con numerosi dipartimenti e uffici alle loro dipendenze[8]. Creazione di un reddito diretto, costituito da terre che erano sotto la diretta amministrazione dello Stato, che era libero di assegnarle sulla base di proprie e precise esigenze[9].

La maggiore differenza tra il sistema cinese e quello giapponese di quegli anni risiede nel diverso ruolo che ricopre l’esercito. Infatti il Giappone, dato che rare volte nella sua storia ha dovuto difendersi da un attacco esterno, fatta eccezione per il tentativo di conquista di Kubilai Khan, non aveva ancora avuto il bisogno di sviluppare un esercito efficiente. L’impegno che non era necessario attuare nel radunare un esercito numeroso ed efficiente fu invece impiegato per gli affari del culto dello Shintoismo[10].

L’opera riformatrice riuscì a proseguire fino a quando non fu sospesa, poiché il paese dovette affrontare una nuova guerra che durò diversi mesi. La conclusione della guerra portò alla salita al trono di un nuovo Imperatore, che fondò il proprio potere sulla forza militare. Deciso a governare con energia, il nuovo imperatore Tenmu, che governò dal 673 al 686, e consolidò le riforme Taika avviate nel 646 [11].

- Riforma del sistema fondiario e fiscale: censimento, catasto, e adozione del sistema Kubunden (口分田?) [12].

Queste riforme resero il Giappone uno stato centralizzato, secondo il modello statale cinese. Altro aspetto importante della riforma fu l'introduzione del censimento delle terre (sistema Kubunden), che, prevedeva una suddivisione del territorio in strisce, tan, che venivano assegnate in proporzione ad ogni membro maggiore di 6 anni.

Il Sistema Kubunden[modifica | modifica wikitesto]

Il sistema Kubunden (口分田?) (il primo kanji significa bocca, il secondo divisone e il terzo risaia) fu adottato dal Giappone per distribuire e tassare le terre. Era un modello di origine cinese e prevedeva la registrazione della popolazione per famiglie (unità di base della tassazione) organizzate in villaggi. Le terre erano suddivise in base al sistema Jōri (prevedeva la ripartizione di un grande quadrato di terra in altri trentasei quadrati di egual misura, a loro volta suddivisi in dieci strisce) ed erano assegnate temporaneamente alle famiglie. La parte della popolazione a cui era stata assegnata la terra aveva degli obblighi:

Questi consistevano principalmente in tasse da pagare per ogni assegnatario, esse erano inizialmente costituite da seta, grezza o lavorata, mentre durante l’VIII secolo si iniziò a versare anche cereali (principalmente riso) e altri prodotti artigianali; per i maschi era imposto l’obbligo di corvée civili o militari che però potevano essere sostituite con un numero di tasse aggiuntive (solitamente rappresentate da prodotti locali). Quasi tutte le terre rientrarono nel sistema kubunden, fatta eccezione per le terre sotto la diretta amministrazione dello stato e per le terre assegnate permanentemente (comunque sottoposte a tassazione) a membri della nobiltà, funzionari civili e istituzioni religiose per motivi particolari.

Sebbene si abbia una data precisa per l’inizio dell’attuazione della riforma, i cambiamenti apportati al sistema giapponese furono graduali[13].

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Queste riforme forniscono la base del sistema del nascente Stato del Giappone. Proprio nell’era Taika si ha la trasformazione della società giapponese in una società aristocratica, infatti l’antica élite uji (氏 Uji letteralmente casata, o un gruppo di più famiglie che forma una casata) viene trasformata nei kuge 公家. La differenza sostanziale tra questi due tipi di nobiltà risiede nel fatto che l’antica élite era composta da nobili con vasti possedimenti terrieri, mentre il secondo tipo di nobiltà è da intendersi come corte imperiale. Dunque i nobili della nuova era vivevano nelle Kinai ed erano molto vicini all’Imperatore[14]. Quest'organizzazione centralizzante scardinò, come già è stato detto, l’antico equilibrio delle nobiltà locali. E’ da sottolineare inoltre che queste innovazioni portarono a un cambiamento profondo della struttura sociale e, di fatto, anche economica del paese. Il sistema Kubunden prevedeva ridistribuzioni di proprietà terriere alle famiglie anche in base al numero dei membri della famiglia stessa. Questo provvedimento rispondeva principalmente a due esigenze: Da una parte a quella sociale, e dall’altra a quella fiscale (le tasse erano proporzionate in base a un criterio personale e non in base alla quantità di terra da coltivare).

Il motivo di questa scelta è dato dal fatto che, al tempo, il Giappone come del resto gran parte del mondo, affrontava un problema di sottopopolamento e quindi vi era un numero eccessivo di terre e poca disponibilità di forza-lavoro che potesse coltivarle[15]. Infine, nello stesso periodo, si ha anche la nascita del termine con cui oggi il Giappone è conosciuto ovvero Nihon (日本?), (il primo carattere significa sole e il secondo origine). Probabilmente anche questo nome è dovuto sempre in relazione al rapporto diplomatico con la Cina dove il Giappone era conosciuto come “radice del sole”[16] .

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Caroli, Rosa, and Francesco Gatti. Storia Del Giappone. Roma ; Bari: Laterza, 2004. Print p 23
  2. ^ Caroli, Rosa, and Francesco Gatti. Storia Del Giappone. Roma ; Bari: Laterza, 2004. Print p 24
  3. ^ Beonio-Brocchieri, Paolo, e Aldo Tollini. Storia Del Giappone. Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 1996. Print. p 32
  4. ^ Caroli, Rosa, and Francesco Gatti. Storia Del Giappone. Roma ; Bari: Laterza, 2004. Print. p 24
  5. ^ 木下正史『藤原京』「藤原京出土の木簡が、郡評論争を決着させる」 中央公論新社、2003年 p64
  6. ^ 市大樹『飛鳥の木簡』「大化改新はあったのか」中央公論新社、2012年 p49
  7. ^ Beonio-Brocchieri, Paolo, e Aldo Tollini. Storia Del Giappone. Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 1996. Print. p 32
  8. ^ Beonio-Brocchieri, Paolo, e Aldo Tollini. Storia Del Giappone. Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 1996. Print. p 33
  9. ^ Beonio-Brocchieri, Paolo, e Aldo Tollini. Storia Del Giappone. Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 1996. Print. p 33
  10. ^ Beonio-Brocchieri, Paolo, e Aldo Tollini. Storia Del Giappone. Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 1996. Print. p 33
  11. ^ Caroli, Rosa, e Francesco Gatti. Storia Del Giappone. Roma ; Bari: Laterza, 2004. Print. p 26
  12. ^ Caroli, Rosa, e Francesco Gatti. Storia Del Giappone. Roma ; Bari: Laterza, 2004. Print. p 24-26
  13. ^ Caroli, Rosa, e Francesco Gatti. Storia Del Giappone. Roma ; Bari: Laterza, 2004. Print. p 24-26
  14. ^ Lebra, Takie Sugiyama. Above the Clouds: Status Culture of the Modern Japanese Nobility. Berkeley: U of California, 1993. Print. pp.30-31
  15. ^ Beonio-Brocchieri, Paolo, e Aldo Tollini. Storia Del Giappone. Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 1996. Print. p 33
  16. ^ (EN) Henry Dyer, Japan in world politics: a study in international dynamics, Blackie & son limited, 1909. p 24

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Caroli, Rosa, e Francesco Gatti, Storia Del Giappone, Roma, Laterza, 2004.
  • Beonio-Brocchieri, Paolo, e Aldo Tollini, Storia del Giappone, Roma, Mondadori, 1996.
  • (EN) Lebra, Takie Sugiyama, Above the Clouds: Status Culture of the Modern Japanese Nobility, Berkeley: University of California, 1993.
  • (EN) Henry Dyer, Japan in world politics: a study in international dynamics, Blackie & son limited, 1909.
  • (JP) 木下正史, 『藤原京』「藤原京出土の木簡が、郡評論争を決着させる」, 中央公論新社, 2003.
  • (JP) 市大樹, 『飛鳥の木簡』「大化改新はあったのか」, 中央公論新社, 2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

[[Categoria:Storia del Giappone]] [[Categoria:Editti|Taika]]