Utente:Chiara Tinonin/Sandbox

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“Tu sei”, mi dicevo, “tu sai”,

“tu sai” (Resti inconcluso

mio ultimo pensiero

prima del sonno)

Emilio Bortoluzzi, Nulla, in Istanti 1996

Emilio Giovanni Battista Bortoluzzi (Venezia, 6 Febbraio 1921 – Varese, 1 marzo 2018) è stato un medico e poeta italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Emilio Bortoluzzi nacque il 6 febbraio 1921 a Venezia, in calle dei Fuseri a pochi passi dal teatro La Fenice ultimo dei tre figli di Arturo Bortoluzzi e Clelia Florio.

Il padre, self-made man, fu uno dei principali importatori di carbone a Venezia negli anni della belle époque, ed Emilio quasi non lo conobbe dato che perì prematuramente per una setticemia. Con la scomparsa del marito e in cerca di un luogo più salubre dove crescere i figli, Clelia Florio Bortoluzzi trasferì la famiglia prima a Merano poi, definitivamente, a Varese.

Emilio compì gli studi superiori presso il Liceo Classico Ernesto Cairoli di Varese e, nonostante un’inclinazione per le lettere, nell’ottobre del 1940 si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano. Durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo aver compiuto il servizio militare in Sanità, nel 1944 dovette rifugiarsi in Svizzera. A Losanna seguì i corsi regolari e le esercitazioni pratiche del secondo biennio della Facoltà di Medicina e i corsi speciali di Patologia e Clinica Chirurgica del Professor Donati e di Neurologia con il Professor Valobra. Nello stesso periodo approfondì la lettura su Leopardi, che lo influenzò nell’armonia formale e nell’uso puntuale e preciso della punteggiatura. Rientrato in Italia nel maggio 1945, si laureò regolarmente nel novembre 1946 sostenendo in un anno e mezzo tutti gli esami del quarto, quinto e sesto anno di studi. Conseguì nel 1948 la specializzazione in “Malattie del tubo digerente, sangue e ricambio” presso l’Università di Pavia e nel 1949 si iscrisse alla specialità di “Anestesiologia” presso l’Università degli Studi di Milano prestando servizio di assistente incaricato del servizio di anestesia presso l’Ospedale di Circolo di Varese. L’anno seguente ottenne, tra i primissimi in Italia, il titolo di specialista in anestesia.

Il periodo del conflitto e quello del dopoguerra furono formativi sia dal punto di vista accademico-scientifico sia di “accelerazione culturale” come egli stesso li definì, grazie a incontri e amicizie del calibro di Carlo Foà, Amintore Fanfani e Giulio Einaudi.

Nel 1956 sposò la futura collega anestesista Stefania Longoni e da lei ebbe tre figli: Elisa, Alberto e Chiara.

Dal 1949 al 2002 condusse la professione medica presso l’Ospedale di Circolo di Varese dove, nel 1971, fondò il primo Centro di Rianimazione.

Dotato di un forte senso civico e un profondo sentimento di appartenenza alla propria comunità, Emilio Bortoluzzi non fu soltanto un uomo di scienza ma anche un uomo di lettere e amante della musica. Per tutta la vita condusse una feconda ricerca poetica e pubblicò dodici raccolte di poesie, l’ultima delle quali all’età di novantacinque anni. Membro del Rotary Club di Varese, nel 1991 fondò e diresse fino al 2000 il periodico di informazione e cultura la “Ruota”, rivista dei diversi club Rotary del Seprio; dal 1998 al 2003 fu presidente dell’Associazione Amici dell’Università dell’Insubria e fu socio sostenitore della Gioventù Musicale e della Società Varesina dei Concerti.

Opera medica[modifica | modifica wikitesto]

Tra i primi specialisti anestesisti in Italia, Emilio Bortoluzzi entrò a far parte dell’équipe medica dell’Ospedale di Circolo di Varese nel 1958, quando questa disciplina non era ancora del tutto indipendente dalla chirurgia e soprattutto quando, in assenza di sistemi avanzati di monitoraggio e supporto delle funzioni vitali, la stessa si doveva basare sulle competenze, l’impegno e la grande sensibilità nell’apprezzare i segni e le variazioni fisiologiche dei pazienti.

Non solo la conoscenza medica e le competenze cliniche, ma soprattutto la passione, la dedizione e l’ascolto del paziente erano alla base delle qualità di un buon medico che, secondo Bortoluzzi, doveva riunire in sé cognizioni scientifiche e grandi doti umane.

Come ha scritto il suo allievo prediletto, Dottor Giulio Minoja, oggi Direttore del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione dell’ASST Sette Laghi, «nella sua lunga carriera [Emilio Bortoluzzi] percorreva tutti gli sviluppi e le conoscenze che hanno dato a questa specialità un ruolo centrale nella gestione del paziente chirurgico. All’atto tecnico e all’approccio farmacologico, il Prof. Bortoluzzi aggiungeva grandi competenze di medico, che consentivano di conciliare la storia del paziente e le condizioni cliniche dello stesso, l’atto chirurgico e i bisogni di assistenza successiva all’intervento: quello che oggi si definisce fare medicina perioperatoria»1.

Nel 1962 il Professor Rodolfo Fumagalli, a capo della clinica chirurgica, gli affidò il compito di comporre la prima unità anestesiologica ed egli guidò un pool di dieci specialisti che venivano spesso chiamati a operare in altre città lombarde e italiane. Nove anni più tardi intuì che, a partire dall’anestesia, i concetti di supporto delle funzioni vitali potevano essere trasferiti alla gestione a lungo termine dei pazienti con gravi insufficienze d’organo e, dopo esperienze di ricognizione in Inghilterra e nei paesi scandinavi, con particolare riferimento alla Svezia, formulò il progetto del primo Centro di Rianimazione dell’Ospedale, moderna struttura dotata allora di 12 posti letto e delle moderne attrezzature di monitoraggio e supporto artificiale, che venne inaugurato nel 1971 con il sussidio economico del tessuto imprenditoriale e della società civile del territorio che egli stesso si impegnò a coinvolgere.

La nuova struttura accoglieva pazienti gravemente compromessi a seguito di traumatismi, ustioni, intossicazioni acute, infezioni gravi, o sottoposti a impegnativi interventi chirurgici o neurochirurgici. A partire dall’apertura del reparto, Emilio Bortoluzzi spostò la sua attività prevalentemente sulla Rianimazione, per la quale rappresentava l’elemento di guida e di continuità di trattamento. Mantenendo comunque grande attenzione e assunzione di responsabilità sulle attività anestesiologiche a lui assegnate, dove semmai trasferiva quei concetti di medicina critica del tutto funzionali alla gestione intraoperatoria e postoperatoria dei casi più severi. In sintesi, interpretava in maniera piena il senso della neonata Specializzazione in Anestesia e Rianimazione. Curò con continuità le conoscenze nel campo della farmacologia, disciplina fondamentale per le sue applicazioni in corso di anestesia e per la complessa gestione del paziente sottoposto ad aggressive misure di rianimazione.

Oltre alle necessarie conoscenze relative alle problematiche respiratorie, cardiocircolatorie e metaboliche richieste all’anestesista rianimatore, sviluppò particolare interesse e sensibilità per il paziente neurologico e per gli stati di coma secondari a trauma cranico o insulto anossico, in un periodo dove, non disponendo ancora di strumenti diagnostici quali la tomografia assiale computerizzata, gran parte della valutazione del paziente si doveva basare sulle correlazioni anatomo-funzionali delle lesioni del sistema nervoso centrale. Stabilì per questo un forte legame, scientifico e personale, con Franz Gerstenbrand, professore di Neurologia e Medicina presso l’Università di Innsbruck, direttore di un prestigioso centro per lo studio e la cura degli stati di coma. Nell’anno 1981 contribuì all’attivazione della Terapia Intensiva cardiochirurgica, struttura dedicata a quella specialità chirurgica di nuova istituzione a Varese.

A dimostrazione dei vasti interessi nella disciplina sono le numerose e significative pubblicazioni scientifiche che lo vedono come autore.

Poetica[modifica | modifica wikitesto]

Con il filologo e critico letterario Dante Isella, marito della sorella Elsa Bortoluzzi, Emilio condivise la passione per la poesia dialettale, di cui amò l’immediatezza e la spontaneità nel creare una relazione fra lettore e autore; aspetti che divennero presto le principali caratteristiche stilistiche della sua stessa produzione letteraria, insieme a uno spiccato senso di meraviglia per la natura, intesa sia come universo sensibile:

Qui finisce la nostra musica

per dar voce alla natura.

Birds, in Fuori scala, 2016

sia come forza rigeneratrice:

È incredibile con quale velocità la natura riesca a riparare quella che a prima vista sembra una distruzione definitiva; e una città – soprattutto una piccola città – nel suo rifarsi segua le leggi della natura; al punto che riesce difficile, percorrendone le vie e le piazze, ricostruire gli eventi che ne hanno minacciato l’esistenza…2

Nonostante avesse scelto di scrivere sempre in lingua italiana, apprese il dialetto romagnolo, giacché tra i suoi autori preferiti comparivano Raffaello Baldini, Nino Pedretti e Tonino Guerra. Nella prefazione al suo primo libro, In viaggio (1973), Piero Chiara illustra i tratti distintivi dello stile e della spinta poetica di Bortoluzzi:

Che la medicina sia una scienza non v’ha dubbio. Ma è anche una disciplina filosofica, un’arte, un tentativo di conoscenza universale, e per chi la studia e la pratica, una scelta morale. Non fa quindi meraviglia, anzi pare naturale, che i medici siano spesso pittori, scrittori o poeti. Essi ricercano, per diverse vie, la qualità delle cose e l’essenza del mondo. […] Una sensibilità così tesa da risultar dolorosa, un’allegrezza serena ma contemperata da un profondo compianto per ciò che perisce o cade, un’adesione festosa ma trepida ad ogni splendore di forme e di colori, fanno della poesia di Emilio Bortoluzzi un lucido vetro, un trasparente schermo attraverso il quale passano, trasfigurate e redente, le passioni del cuore. Le soluzioni stilistiche, pur aderendo alle più aggiornate tecniche, lasciano una evidente libertà alla struttura intima del verso, che obbedisce al dettato istintivo e si piega, si irrigidisce, si contorce quando è necessario, pur di raggiungere la pienezza dell’espressione. Oltre a questo volume, che raccoglie trenta poesie ispirate da immagini esotiche, Bortoluzzi ha successivamente dedicato altri due libri al tema del viaggio: Safari (1989), in cui esseri umani, animali e paesaggi del Kenya spingono l’autore a misurarsi con la propria dimensione di uomo bianco e Il lato più in ombra (2006), dove Bortoluzzi si avventura nella dimensione geografica, politica e antropologica della Cina. Come scrive Piero Chiara, è il viaggio «a risvegliare in lui i fantasmi assopiti e a ricondurlo dalle distanze terrestri alla prossimità del sentimento, consentendogli una correlazione tra i moti dell’animo e gli aspetti inconsueti dei lontani paesi dove si è spinto per fare esperienza di sé, più che per curiosità o diletto»3.

In Satirette e… cose semplici (1980) e in Due vite (2000), Emilio Bortoluzzi esplora il dualismo che contraddistingue la propria ricerca identitaria, la sfera pubblica e quella privata, come afferma lo scrittore e amico Silvio Raffo: «la maschera del medico e la realtà del poeta convivono in un puntuale controcanto, una simbiosi dove ombra e luce giocano a rimpiattino in toni arguti e leggeri, sostenuti dalla limpidezza di un canto che non ha nulla a che fare con le contorsioni sterili e pretenziose di tanta poesia contemporanea»4. È possibile definire l’opera poetica di Emilio Bortoluzzi come lo specchio di preziose esperienze esistenziali gioiosamente condivise, ma soprattutto come il limpido riflesso in versi di una sensibilità vigile e acutissima:

(…) più che andare si corre,

senza sapere dove,

ad una ad una,

nominando le cose.

Scopri, in Istanti, 1996

Il lampo di un sentimento nella raccolta Istanti (1996), la lunga storia d’amore ricostruita poeticamente ne L’anello (2009), gli affetti familiari esplorati in Chiara (2011) e Papà (2014), il diario melodico della propria vita in Fuori Scala (2016) pubblicato all’età di novantacinque anni: nella sua vita di poeta, Emilio Bortoluzzi ha compiuto:

l’operazione di tradurre la propria esistenza e le sue esperienze più significative in poesia. Con un duplice intento, direi, non solo evocativo (…), ma anche e soprattutto terapeutico-catartico. (…) La poesia è una “cura”, una catarsi della sofferenza, un magico elisir che ingentilisce la pena e dà ali al dolore per farlo volare. (…) La poesia di Emilio Bortoluzzi ha la qualità insuperabile della leggerezza che dissolve in canto ogni nodo, ogni grumo, ogni imperfezione. (…) Egli ha rappresentato la commedia della vita con un garbo sottile, pervaso del lievito di una perenne ironia, l’ironia più dolce, quella che non può separarsi dalla malinconia che le è sorella.5

Le sue raccolte di poesie sono diari di viaggio, di un lungo e profondo viaggio nello spazio e nel tempo, collocandosi là dove è possibile scardinarne i limiti:

Nel nostro io esiste un archivio che non si limita a conservare documenti, occasionali immagini, lampi del vissuto; ma che, se un’occasione si presenta, riesce a farci rivivere – o meglio, a vivere – ciò che si riteneva appartenesse a un passato remoto; ed ecco che, di punto in bianco, io non sono più l’uomo, lamentosamente ai piedi della propria giovinezza, ma il giovane alle prese con le passioni della sua età, l’eterno innamorato, in cui l’invaghimento per una giovane ancora avvolta nel mistero della propria identità, è causa di tormentose incertezze, di assurde gelosie, di mai affrontati ripudi.6

Una memoria viva che lo spinse a ricordare anche l’esperienza umana del conflitto e della violenza nelle due raccolte Nel buio (1992) e Quarantaquattro (2008).

Considerata nella sua totalità, l’opera poetica di Emilio Bortoluzzi può a buon diritto iscriversi nel novero delle testimonianze più genuine della possibilità di convivenza di eticità e letteratura.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Articoli Scientifici:

  • Curaro naturale e curari sintetici nella pratica dell’anestesia. Rivista d’Ostetricia e Ginecologia pratica, anno XXXII, n. 11, nov. 1950.
  • Considerazioni cliniche su 150 casi di narcosi con i gas. Boll. Soc. Med. Chir. Varese n. 5, 1951.
  • L’intubazione tracheale in anestesia (autoriassunto).Boll. Soc. Med. Chir. Varese n. 7, 1953.
  • L’impiego dell’ipotensione controllata nella chirurgia del rachide (con C. Fontana). Boll. Soc. Med. Chir. Varese n. 8, 1953.
  • Limiti e indicazioni dell’anestesia potenziata. Boll. Soc. Med. Chir. Varese n. 8, 1953
  • Azione del curaro sintetico e del curaro naturale sull’apparato cardio-circolatorio (con R. Roella). Minerva Anestesiologica, anno 19, n. 5, 1953.
  • Ruolo della chimidina nel trattamento preoperatorio dei cardiopatici. Boll. Soc. Med. Chir. Varese n. 11, 1956.
  • Valore della caffeina nella rianimazione post-operatoria. Boll. Soc. Med. Chir. Varese n. 11, 1956.
  • Considerazioni sull’anestesia generale nelle tiroidectomie per tireotossicosi. Boll. Soc. Med. Chir. Varese n. 11, 1956.
  • Proposte per l’anestesia nel taglio cesareo. Rivista d’Ostetricia e Ginecologia pratica, anno XXXVIII, 1956.
  • Associated movements in anesthesia: the winking-jaw phenomenon. Anesthesiology, vol. n. 20, september-october 1959.
  • Su le proprietà collaterali di alcuni farmaci analettici in anestesia e rianimazione (con. S. Longoni-Bortoluzzi e R. Faraci). Anestesia e Rianimazione, vol. I, fasc. 3, 1960.
  • Methylphenidato, farmaco anti-brivido (con E. Montoli). Minerva Anestesiologica, vol. 27, n. I, 1961.
  • Orientamenti clinici e terapeutici nel trattamento dell’avvelenamento acuto di barbiturici (con R. Verlato, S. Longoni-Bortoluzzi e A. Casoli). Anestesia e Rianimazione, vol. II, fasc. 3, 1961.
  • Valore preventivo dell’assistenza cardiologica di fronte agli interventi operatori nel cardiopatico (con C. Roella ed E. Linati). Minerva Medica Cardioangiologica, 1961
  • Controindicazioni alla tracheotomia. Illustrazione di un caso (con R. Verlato e P. Galetti). Anestesia e Rianimazione, vol. II, fasc. 4, 1961.
  • Stato attuale delle conoscenze in tema di fisiopatologia clinica e terapia del brivido (con R. Verlato e P. Galetti). Anestesia e Rianimazione, 3, 249, 1962.
  • Acquisizioni in tema di anestesia pediatrica. Bollettino Ordine dei Medici della Provincia di Varese, 1962.
  • Considerazioni fisiopatogenetiche e cliniche su di un caso di cuore polmonare acuto ad insorgenza intraoperatoria (con C. Roella). Minerva Cardioangiologica, II, 1, 1963.
  • Note di tecnica anestesiologica nella mielografia con mezzi di contrasto idrosolubili (con R. Verlato). Gazzetta medica Lombarda, 2, I, 1963.
  • Methylphendate in the treatment of shivering (con C. Roella, S. Longoni-Bortoluzzi ed E. Montoli). Anesthesia and Analgesia, Current Research, 42, 325, 1963.
  • Trattamento rianimativo di un caso di coma di natura tossi-infettiva con insufficienza respiratoria acuta (con P. Galetti). Anestesia e Rianimazione, 4, 227, 1963.
  • Rassegna degli studi su l’etere dietilico con illustrazioni di alcuni metodi sperimentali e di alcuni metodi di analisi quantitativa e qualitativa. Anestesia e Rianimazione, 1964.
  • Problemi di rianimazione: le alterazioni del comportamento secondarie a processi tossinfettivi: eziopatogenesi e terapia. Anestesia e Rianimazione, vol. V, fasc. 3, 1964.
  • Rianimazione protratta di un caso di shock secondario ad infarto intestinale (con P. Galetti). Anestesia e Rianimazione, vol. V, fasc. 4, 1964.
  • Procedimenti di anestesia per cheilo e stafiloplastica (con P. Galetti e G. F. Brugnoli). Anestesia e Rianimazione, vol. VI, fasc. 4, 1965.
  • Prime osservazioni sull’impiego di un aerosolizzatore ultrasonico nella rianimazione respiratoria (con S. Longoni-Bortoluzzi e P. Galetti). Edizioni Minerva Medica, 1965.
  • In tema di avvelenamento acuto misto (con P. Galetti e S. Longoni-Bortoluzzi). Anestesia e Rianimazione, vol. VII, fasc. 2, 1966.
  • Il trattamento medico dell’infarto cerebrale. Annali Medici, vol. X, fasc. 5, 1966.
  • Nota su di un caso di shock anafilattico da polimero della gelatina (Emagel). Studio clinico ed immuno-ematologico (con F. Carrera, C. C. Tinozzi, P. Galetti e S. Longoni-Bortoluzzi). Anestesia e Rianimazione, 1967.
  • Influenza di alcune variabili pre ed intra-operatorie sull’entità del sanguinamento profondo negli interventi sul rachide L.S. Analisi della regressione lineare multipla con calcolatore elettronico (con P. Galetti, S. Longoni-Bortoluzzi, D. Musci, T. Mariani). Anestesia e Rianimazione, vol. VIII, fasc. 4, 1967.
  • Rianimazione nell’embolia polmonare massiva. Considerazioni su di un caso trattato col solo metodo conservativo (con P. Galetti e T. Mariani).  Anestesia e Rianimazione, vol. X, fasc. 1, 1969.
  • Respirazione controllata protratta in un caso di bronchiolite gravissima (con P. Galetti e C. Manfredini). Minerva Pediatrica, vol. 22, n. 48, 1970.
  • Rianimazione nel blocco alveolo-capillare acuto (con P. Galetti e S. Longoni-Bortoluzzi). Anestesia e Rianimazione, vol. XII, fasc. 1, 1971.
  • Terapia antibiotica ed infezioni ospedaliere (con P. Galetti e S. Longoni-Bortoluzzi). Anestesia e Rianimazione, vol. XII, fasc. 3, 1971.
  • La carbenicillina nel trattamento delle infezioni urinarie (con G. Comeri e R. Passera). Minerva Medica, vol. 62, n. 32, 1971.
  • Osservazioni cliniche sull’impiego della pentazocina (Talwin) come analgesico post-operatorio (con T. Mariani, A. Maspero, G. Berra, P. Galetti ed E. Seassaro). Winthrop, 1973.
  • Rassegna sul trattamento locale delle ustioni: programmi e metodiche (con C. Lanata Riva e L. Zagami). Anestesia e Rianimazione, vol. XIV, fasc. 3, 1973.
  • Resuscitazione dopo shock elettrico. Illustrazione di un caso (con A. Monteverde). Anestesia e Rianimazione, vol. XIV, fasc. 4, 1973.
  • Recenti progressi in tema di terapia delle ustioni (con F. Bonacina, P. De Pietri, G. Minoja, R. Sala, A. Delpini). Anestesia e Rianimazione, vol. XXI, fasc. 4, 1980.
  • Modalità di prevenzione delle complicanze da cateterismo venoso centrale. (con E. Lucchini, G. Minoja, A. Goddi). Minerva Anestesiologica, vol. 52, n. 1-2, 1986.
  • Tasso attuale di mortalità e livelli finali di recupero nel tauma cranio encefalico con ematoma extradurale. (con R. Sala, G. Minoja, R. Troiano, E. Lucchini, C. Mare, S. Cominotti, M. Realini). Anestesia e Rianimazione, vol. XXVIII, fasc. 1, 1987.
  • Ways of preventing complications in central vein catheterization. (con E. Lucchini, G. Minoja, A. Goddi). Current European Anaesthesiology, vol. 3, 1987.

Raccolte di poesia:

  • In viaggio, Milano, Scheiwiller, 1973. 600 copie numerate.
  • Satirette e… cose semplici, Varese, Edizione privata, 1980. 500 copie numerate.
  • Safari, Varese, L.V.G., 1989.
  • Nel buio, Varese, Nicolini Editore, 1991.
  • Istanti, Varese, L.V.G., 1996.
  • Due Vite, Locarno, Armando Dadò Editore, 2000. ISBN 88-8281-059-3.
  • Il lato più in ombra. Poesie, Varese, Alberto Bortoluzzi Editore, 2006.
  • Quarantaquattro, Firenze, MEF L’Autore Libri Firenze, 2008. ISBN 978-88-517-1597-7.
  • L’anello. Storie in versi, Varese, L.V.G., 2009.
  • Chiara. Poesie, Varese, Artestampa, 2011.
  • Papà, Varese, Artestampa, 2014.
  • Fuori scala. Emozioni di una vita in versi, Varese, Alberto Bortoluzzi Editore, 2016.   

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Emilio Bortoluzzi è stato insignito del titolo “Paul Harris Fellow” dal Rotary Club di Varese e del Diploma di Benemerenza per “venticinque anni ed oltre di continuo servizio prestato con lodevole abnegazione” dall’Ospedale di Circolo di Varese e Fondazione E. e S. Macchi.

È stato, inoltre, autore finalista del “15mo Premio Nazionale di Poesia Alessandro Manzoni”, promosso dal Comune di Baveno, nel 2001.

Note[modifica | modifica wikitesto]

1 Giulio Minoja, Addio al Prof. Emilio Bortoluzzi, Varese News, 1 marzo 2018

2 Emilio Bortoluzzi, Prefazione, Quarantaquattro, MEF L’Autore Libri Firenze, 2008

3 Piero Chiara, Prefazione a Emilio Bortoluzzi, In viaggio, Milano, Scheiwiller, 1973

4 Silvio Raffo, In morte di Emilio Bortoluzzi, scrittura privata

5 Silvio Raffo,La vita in versi, Prefazione a Chiara, Artestampa, 2011

6 Emilio Bortoluzzi, Introduzione dell’autore, L’anello, L.V.G, 2009

Collegamenti Esterni[modifica | modifica wikitesto]

Tutti i volumi di poesia di Emilio Bortoluzzi sono raccolti presso:

Il racconto “Incursione” di Emilio Bortoluzzi è inserito nel volume Meteore su Varese, Alberto Bortoluzzi Editore, 2016.