Utente:Chiara Marraro/Sandbox

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Effetti per lo Stato[modifica | modifica wikitesto]

Xavier Oberson[1] sostiene che la robot tax sia uno strumento che offre agli Stati la possibilità di vedere ridotto il gettito fiscale[2], cioè le somme dovute a titolo di imposta dai cittadini che lo Stato, o un altro ente pubblico, preleva per finanziare la produzione e l'erogazione di beni e servizi pubblici, come ad esempio l'istruzione o l'assistenza sanitaria. La sostituzione del lavoro svolto dall'uomo (tassato dagli ordinamenti) con il lavoro svolto dai robot (non tassato) ha infatti effetti negativi sul gettito fiscale, causando una maggiore domanda di denaro ed una minore offerta dello stesso[3], incidendo sulla capacità degli Stati di erogare servizi.

La ricercatrice Germana Bottone[4] sostiene che l'introduzione di una tassa sui robot impiegati in attività lavorativa è una soluzione volta a risolvere il problema del calo della domanda di lavoro e la conseguente diminuzione delle entrate fiscali provenienti dal reddito da lavoro, le quali non sono sufficientemente compensate dalle entrate fiscali provenienti dalle imprese. Secondo lo studio condotto dalla ricercatrice, le somme di denaro derivanti dalla tassazione dei robot nelle imprese, rappresentando entrate fiscali per gli Stati, hanno anche lo scopo di cooperare all'incremento delle somme destinate all'erogazione di servizi previdenziali da parte dello Stato in favore della collettività, oltre a contribuire alla spesa pubblica.

L'autore e avvocato Roberto Cordeiro Guerra[5] ritiene, invece, che la mancanza di entrate fiscali derivante dall'utilizzo dei robot in sostituzione dei lavoratori umani, deve essere colmata mediante la stima della base imponibile dell'imposta sulla quantità e qualità del vantaggio ottenuto dall'impresa che ha sostituito il lavoratore umano con quello artificiale.

Un'ulteriore soluzione proposta dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) sarebbe quella di considerare i robot come soggetti di personalità giuridica, e quindi tassabili come i lavoratori umani. In questo modo l'OCSE considera la tassazione come un contrappeso alla diminuzione delle entrate fiscali, causata dalla sostituzione della forza lavoro

La robot tax è anche uno strumento in grado di dotare gli Stati di nuove entrate da utilizzare con due particolari finalità:

  1. in primo luogo per contrastare gli effetti negativi dell'Intelligenza Artificiale (AI) in ambito economico e lavorativo;
  2. in secondo luogo per consentire l'acquisizione di risorse da destinare a fini redistributivi, per la ricerca e lo sviluppo.

Queste finalità sono poste alla base della volontà dell'Unione Europea di dotarsi di nuove entrate che le consentirebbero di risolvere il problema relativo al finanziamento del bilancio europeo, garantendo la stabilità finanziaria del bilancio stesso. Questa strategia si pone l'obiettivo di agire sull'economia digitale, attraverso un prelievo fiscale finalizzato a colpire le multinazionali che sfuggono all'imposizione fiscale.[6]

  1. ^ Xavier Oberson, Taxing robots : helping the economy to adapt to the use of artificial intelligence, 2019, ISBN 978-1-78897-651-0, OCLC 1079410396. URL consultato il 12 novembre 2022.
  2. ^ gettito in "Dizionario di Economia e Finanza", su www.treccani.it. URL consultato l'11 novembre 2022.
  3. ^ Luciano Floridi, Robots, jobs, taxes, and responsabilities, 14 marzo 2017, DOI:10.1007/s13347-017-0257-3.
  4. ^ Germana Bottone, A tax on robots? Some food for thought (PDF), settembre 2018.
  5. ^ Stefano Dorigo, Il ragionamento giuridico nell'era dell'intelligenza artificiale, Pacini giuridica, 2020, ISBN 978-88-3379-166-1, OCLC 1176457457. URL consultato il 12 novembre 2022.
  6. ^ Claudio Sciancalepore, Web tax e risorse proprie europee. Un connubio perfetto?, in Rivista di Diritto Tributario, 11 ottobre 2019.