Utente:Carlomariafaiello/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Centro Stabile di Musica e Cultura "Domus ARS"[modifica | modifica wikitesto]

Il Centro Stabile di Musica e Cultura “Domus Ars” è un ente culturale privato, con sede a Napoli presso la Chiesa di San Francesco delle Monache, fondato, promosso e diretto dall’Associazione “Il Canto di Virgilio”.

Istituito nel 2010 su iniziativa dei soci Carlo Faiello e Rachele Cimmino, nel 2015 è stato riconosciuto dalla Regione Campania come Centro Stabile Musicale (L.R. N.6/2007 art. 12 Lett. F).

Storia e finalità[modifica | modifica wikitesto]

Il Centro è stato fondato l’8 dicembre 2010 dall’associazione "Il Canto di Virgilio".

Lo scopo dell’associazione (impegnata sin dal 2001 nella produzione, organizzazione e distribuzione di eventi musicali e culturali in Italia e all’estero) era quello di costituire un centro stabile culturale dove potere promuovere e sostenere iniziative e manifestazioni d'arte e di cultura; produrre ed ospitare concerti musicali e laboratori d’arte; organizzare e sostenere iniziative ed attività di carattere artistico per mezzo di convegni, conferenze e mostre.

Fin dalla sua fondazione, il Centro, attraverso l’Associazione "Il Canto di Virgilio", svolge un lavoro di portata nazionale nel campo della creazione, diffusione e gestione culturale con particolare attenzione alla valorizzazione del patrimonio culturale e musicale della Campania, e al consolidamento della sua identità.

Divenuto in pochi anni crocevia di artisti e punto di riferimento per il panorama musicale e culturale della Campania, il Centro rappresenta, oggi, uno dei maggiori centri culturali privati della regione e, nel 2015, è stato riconosciuto dalla Regione Campania come Centro Stabile Musicale (L.R. N.6/2007 art. 12 Lett. F).

Attività[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2011, presso il Centro, l’Associazione “Il Canto di Virgilio” organizza e promuove laboratori di musica, teatro, danza, seminari e convegni scientifici; ospita mostre di pittura, fotografia e scultura; produce ed ospita concerti e piéce teatrali; dispone di punti di partenza per visite guidate al centro storico di Napoli. Inoltre, essendo situato nel cuore del centro antico della città partenopea, costituisce luogo di incontro per le amministrazioni pubbliche, per il mondo accademico e per le associazioni locali.

L’attuale direttore artistico è uno dei suoi fondatori, il Maestro Carlo Faiello.

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista strutturale, il “Centro”, in quanto centro stabile musicale, è dotato di licenza di agibilità per pubblico spettacolo con seduta massima, quale platea, di 200 posti a sedere, ed una capienza di 250 persone.

La sede che lo ospita, la Chiesa di San Francesco delle Monache, edificata nei primi anni del 1300 per volere di Roberto d'Angiò e sua moglie Sancha d'Aragona (1285-1345), ha un valore storico e architettonico straordinario. Nel XVI secolo fu infatti uno dei punti nevralgici della riforma religiosa a Napoli e per trent'anni vi dimorò Giulia Gonzaga che qui venne sepolta nel 1566[1]. Nel 1568 papa Pio V impose poi al monastero la clausura perché considerato luogo di ritrovo per eretici.

Quanto all’aspetto architettonico, tra il 1749 e il 1751 la chiesa fu interessata da diversi interventi di riammodernamento che portarono alla realizzazione della pregevole facciata scenografica in piperno e ferro battuto tutt’oggi presente. Il rifacimento settecentesco fu guidato da Bartolomeo Vecchione coadiuvato dallo scultore e scalpellino Crescenzo Torchese; del Torchese è anche il portale interno in marmi policromi scampato ad uno dei tanti furti avvenuti nella chiesa. Nel 1784, su commissione della badessa Raginalda Pironti e sotto la direzione dell'ingegnere regio Gennaro Sammartino, fratello del più celebre Giuseppe Sammartino, fu realizzato un ulteriore restauro della chiesa e la costruzione della galleria del monastero con decorazioni di Gaetano Saliento e Pietro Malinconico.

All’interno della struttura vi sono, inoltre, i resti di due monumenti sepolcrali, preziose testimonianze rinascimentali in città. Il primo, di Caterina della Ratta datato 1511, contraddistinto da una composizione tipicamente tardoquattrocentesca ed inscritta in un arcosolio con il ritratto della defunta; il secondo, del 1480, della nobile Giovannella Gesualdo.

  1. ^ Bruto Robarts - University of Toronto, Giulia Gonzaga contessa di Fondi e il movimento religioso femminile nel secolo 16. Con due incisioni e molti documenti inediti, Bologna N. Zanichelli, 1896. URL consultato l'8 giugno 2022.