Utente:Ags/Norma Cossetto

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«Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio»

Norma Cossetto (Santa Domenica di Visinada, 17 maggio 1920 - Antignana, 29 settembre 1943) è una delle più famose vittime degli infoibamenti attuati dalle milizie titine in Istria all'indomani l'8 settembre 1943.

Studentessa universitaria, laureanda presso la Facoltà di Lettere e Filosofia presso l'Università di Padova con una tesi dal titolo L'Istria Rossa" con riferimento al tipico color rosso di quei luoghi per la presenza di bauxite nel suolo.


L'inizio delle violenze[modifica | modifica wikitesto]

Il 25 settembre 1943 un gruppo di partigiani jugoslavi irruppe in casa Cossetto, sita in località Santa Domenica di Visinada; durante l'irruzione perquisirono tutte le camere, sparando sopra i letti a scopo intimidatorio e razziando vari beni dalla casa. Il giorno successivo lo stesso gruppo di partigiani tornarono e prelevarono forzatamente Norma; la ragazza venne condotta nella ex caserma dei Carabinieri di Visignano dove i capibanda, alternando minacce e promesse di libertà e mansioni direttive, le chiesero di collaborare e di aggregarsi alle loro imprese. Al netto rifiuto, la rinchiusero nella ex caserma della Guardia di Finanza a Parenzo assieme ad altri abitanti italiani del luogo che avevano rifiutato di collaborare con le milizie titine.


La violenza sessuale e l'omicidio[modifica | modifica wikitesto]

Dopo una sosta di un paio di giorni, Norma assieme agli altri rinchiusi venne trasferita durante la notte con un camion nella scuola di Antignana. In tale luogo Norma ebbe iniziò il suo martirio; fissata ad un tavolo con alcune corde, venne violentata da diciassette aguzzini, ubriachi e esaltati, quindi seviziata fino alla morte con armi da taglio, infine gettata nuda in una foiba poco distante. L'episodio della violenza carnale fu confermato successivamente da una donna abitante ad Antignana di fronte l'ex caserma, che, attirata da gemiti e lamenti, appena buio osò avvicinarsi alle imposte socchiuse vedendo così Norma legata al tavolo.

Il ritrovamento del corpo e l'arresto degli assassini[modifica | modifica wikitesto]

Il 13 ottobre 1943, in seguito ad una controffensiva tedesca, le milizie titine si ritiranono da San Domenico; alcuni partigiani jugoslavi, catturati durante la battaglia, raccontarono la tragica fine di Norma. Il 10 dicembre 1943 i Vigili del fuoco di Pola, al comando del maresciallo Harzarich, recuperarono la sua salma nella foiba profonda 136 metri: era caduta supina, nuda, con le braccia legate con il filo di ferro, su un cumulo di altri cadaveri aggrovigliati; aveva ambedue i seni pugnalati, un pezzo di legno conficcato nella vagina ed altre parti del corpo sfregiate.

Emanuele Cossetto, che identificò la nipote Norma, riconobbe sul suo corpo varie ferite d'arma da taglio; altrettanto riscontrò sui cadaveri degli altri.

Norma aveva le mani legate in avanti, mentre le altre vittime erano state legate dietro. Da prigionieri partigiani, presi in seguito da militari italiani istriani, si seppe che Norma, durante la prigionia venne violentata da molti.

I tedeschi catturarono alcuni dei suoi criminali torturatori e li costrinsero a passare la notte in piedi accanto la salma di Norma prima di essere fucilati all’alba del giorno successivo.

Onoreficenze[modifica | modifica wikitesto]

L'Università di Padova, su proposta del Consiglio della Facoltà di Lettere e Filosofia, le ha conferito la laurea honoris causa alla memoria.

L' 8 febbraio 2005 l'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha insignito Norma Cossetto della Medaglia d'Oro al valore civile.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]