Utente:Aangelo/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Gortys
Αρχαία Γόρτυνα
CiviltàElladica
Localizzazione
StatoBandiera della Grecia Grecia
PeriferiaArcadia
Altitudine350 m s.l.m.
Scavi
Date scavi1940-1956

Gortys (in greco antico: Γόρτυς)[1] o Gortyna (Γόρτυνα)[2] fu una città dell'antica Arcadia, lungo il fiume Gortynius (Γορτύνιος), anche chiamato Lousios (Λούσιος) presso le sue sorgenti, un tributario delfiume Alfeo, ad una altitudine di 350 m e a poca distanza dal villaggio di Atsilochos.

Era una delle fermate lungo la strada che collegava Olympia - Megalopolis - Mycenae - Istmus - Athens ed era percorsa dagli atleti spartani quando si spostavano per competere nei Giochi Olimpici.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo il mito, l'antica Gortys fu fondata da Gortys, il fratello di Agamede, figlio di Stinfalo (mitologia) e pronipote del Re Arcas del popolo dei Licaonidi. Egli diede il suo nome alla città e al fiume Lousios che chiamò Gortynios, da Gortys sino alla confluenza col fiume Alfeo. Pausania la descrive come un villaggio benché in precedenza fosse stata una importante città. Era una delle più importanti città dell'Arcadia e, per quel poco che si sa, una delle più antiche.

Non sono note la data esatta della sua fondazione ne' del suo declino, poiché dagli scavi non sono state individuate prove sufficienti per fare una stima e non si hanno documenti scritti.

Vi sono comunque resti datati al Tardo Periodo Elladico (1600-1100 a.C.) e fino al Periodo Geometrico (XI-VIII secolo a.C.), mentre il periodo più importante per la città viene individuato durante i Periodi Classico ed Ellenistico, con il suo massimo specificamente attorno al IV secolo a.C.

Il suo declino, d'altro canto, sembra essere posteriore alla fondazione di Megalopoli (368 a.C.) quando Gortys, insieme alle città vicine, furono costrette ad unirsi ad essa perdendo la loro autonomia. Come risultato, gran parte della popolazione fu trasferita nella nuova città. In ogni caso, dovette continuare ad essere un posto importante poichè Polibio racconta che venne presa da Euripidas, generale di Elis, durante la Guerra degli alleati nel 219 a.C.

Gortys sembra infine essere stata definitivamente distrutta dai Goti, attorno al XII secolo d.C., durante il periodo bizantino.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

I resti venuti alla luce comprendono frammenti delle vecchie fortificazioni, resti di case ed edifici pubblici, un santuario di Asclepio e bagni, probabilmente connessi con questa divinità, a scopo terapeutico. I bagni sono fra quelli più importanti scoperti nel mondo antico e comprendevano uno speciale sistema di riscaldamento, considerato essere dai ricercatori una innovazione in Arcadia.

La città sembra essere collegata con Gortina, l'omonima antica città situata nella valle di Mesara, presso Heraklion, a Creta, ed è possibile che la Gortys cretese sia stata creata dagli abitanti della Gortys arcadica.

La città era protetta da acropoli fortificate, fra loro vicine, a una altitudine di circa 480 m. Erano presenti anche parecchi templi ed edifici pubblici, cimiteri e un santuario di Asclepio, completo di due grandi bagni. I bagni erano in funzione dal II secolo a.C. ed erano dotati di un sistema di riscaldamento che gli archeologi ritengono sia una invenzione arcadica.

C'era anche un tempio dedicato ad Asclepio, ove si trovava una statua della divinità realizzata da Skopas, celebre scultore di Paros. Questo tempio era così rinomato che, secondo Pausania, fu visitato anche da Alessandro il Grande nel 335 a.C. che offrì un sacrificio alla divinità.


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pausania, Descrizione della Grecia, su perseus.tufts.edu. URL consultato il 4.
  2. ^ Pausania, Descrizione della Grecia, su perseus.tufts.edu. URL consultato il 1.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Serbatoio di Campo Moro
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lombardia
Provincia  Sondrio
Altitudine1966 m s.l.m.
Dimensioni
Volume11.000.000 km³
Idrografia
Immissari principaliacque di scarico della Centrale idroelettrica di Campo Moro
Emissari principalicondotte verso la Centrale idroelettrica di Lanzada

Il Serbatoio di Campo Moro è un bacino idrico artificiale di proprietà Enel, sito nella Valle..., presso Bormio, località turistica della Valtellina in provincia di Sondrio.

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Il serbatoio di Campo Moro, della capacità di 11 milioni di metri cubi d'acqua, è alimentato dalle acque di scarico della Centrale idroelettrica di Campo Moro, mentre alimenta con le sue acque la sottostante Centrale idroelettrica di Lanzada.
Gli sbarramenti, realizzati tra il 1956 e il 1958 dall'impresa Italstrade, sono costituiti da due dighe divise da uno sperone roccioso.

La diga est, in calcestruzzo, alta 96 metri (come un grattacielo di 32 piani) e lunga 180 metri, è più grande di quella ovest, in pietrame, che è alta solo 35 metri (come un palazzo di 12 piani).

La diga di San Giacomo ha una portata di 64 milioni di metri cubi d'acqua e la sua quota di coronamento è collocata a 1951,5 metri sul livello del mare. Il suo bacino è alimentato dal canale Spöl, dai torrenti Alpe, Gavia, Frodolfo, Zebrù, Braulio e Forcola, nonché dal fiume Adda.

La diga è realizzata mediante uno sbarramento rettilineo, a speroni, a gravità alleggerito ed ha un'altezza massima di 91,5 metri. La lunghezza del coronamento è di 965 metri.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione dell'invaso cominciò nel 1940, ma i lavori dovettero dapprima rallentare e poi fermarsi a causa dell'evento bellico. Al termine del conflitto i lavori poterono proseguire, l'opera venne terminata nel 1950.

La costruzione dello sbarramento fu una vera e propria impresa di ingegneria, tenendo soprattutto presente dei mezzi di cantiere disponibili in quel tempo e delle soluzioni ingegneristiche adottate, diga di tipo a speroni nella parte centrale e raccordata a due dighe laterali a gravità massiccia.

Scopo della opera era quello di sostituire la piccola e vecchia diga di Cancano I realizzata nel 1933. I lavori vennero infatti realizzati a monte del vecchio invaso. Ai piedi della nuova costruzione venne realizzata una piccola centrale idroelettrica che utilizzava il salto esistente tra la quota di San Giacomo e quella di Cancano.

La centrale però restò in vita per poco tempo in quanto nel 1953 fu dismessa a causa della realizzazione della nuova diga Cancano II che una volta riempita sommergeva l'edificio.

Successivamente alla dismissione del nuovo invaso le acque vennero fatte rifluire direttamente nella seconda diga ma, a seguito dei lavori di ristrutturazione, ammodernamento tecnologico e manutenzione iniziati nel 2004, è stato realizzata anche una nuova centrale idroelettrica della potenza di 10 MW che funziona sfruttando le acque che vengono riversate dalla diga di San Giacomo nell'invaso di Cancano II.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giulio De Marchi, Sull'onda di piena che seguirebbe al crollo della diga di Cancano : prove su modello per il tronco fluviale dalla diga a Ponte Cepina: calcolo per il tronco da Ponte Cepina a Tirano, Milano, Società editrice riviste industrie elettriche, 1945.
  • Azienda elettrica municipale (a cura di), Notizie sulla costruzione della nuova diga di Cancano, Milano, A.E.M., 1959.
  • Felice Contessini, Guido Oberti, La nuova diga di Cancano ad arco gravita per costruzione in due tempi, in L'Energia Elettrica, vol. 36, Milano, A.E.M., 1959.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Categoria:Dighe della provincia di Sondrio