Utente:99error/Tipologie e tecniche di lavorazione del vetro di Murano/WikiVEZ

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Lavorazione del vetro in una fornace di Murano

Tipologie di vetro[modifica | modifica wikitesto]

  • Cristallo: vetro trasparente incolore; le materie prime impiegate devono contenere la minor quantità possibile di ossidi coloranti.
  • Lattimo: vetro di colore bianco latte simile nell’aspetto alla porcellana caratterizzato dalla presenza di cristalli che riflettono la luce, determinandone, così, sia l’opacità che la caratteristica colorazione.
  • Opalino: vetro lattiginoso di vari colori, semitrasparente con colorazione cangiante a seconda dell’incidenza della luce.
  • Pulegoso: vetro trasparente semi-opaco con presenza di moltissime bollicine.
  • Trasparente colorato: base simile al vetro cristallo con inserimento di differenti ossidi metallici che danno la colorazione.

 

Tecniche di lavorazione[modifica | modifica wikitesto]

  • A canne: canne di vetro di vari colori disposte, prima della lavorazione, una accanto all’altra, poi saldate a caldo nel forno e quindi lavorate con la soffiatura; la lavorazione può comprendere anche un attorcigliamento e si dice a canne ritorte.
  • A filigrana: canne di vetro cristallo con nucleo di vetro lattimo disposte una accanto all’altra, saldate a caldo e lavorate come a canne ritorte. Con spessori di canne sottilissimi si ottiene la mezza filigrana. Con attorcigliamenti complessi si ottiene il reticello. Con canne di vetro cristallo e nucleo nero o colorato si ottiene la filigrana nera o colorata.
  • A zanfirico: canne di vetro cristallo alternate a canne con nucleo di fili bianchi o colorati già avvolti a spirale; disposte in segmenti uguali, adiacenti e paralleli si saldano e si lavorano come a canne.
  • Ad incalmo: si congiungono a caldo, lungo il bordo, due semisfere di vetro soffiato dello stesso diametro, ma di diverso colore.
  • Incamiciato: composizione di due strati di vetro sovrapposto, generalmente di colore diverso, poi lavorati insieme con la soffiatura. La stessa tecnica è usata per i vetri a fasce.
  • Costolato: modanature nel vetro massiccio ottenute durante la lavorazione a caldo; possono anche essere attorcigliate, costolato ritorto. Con modanature sottili si dice rigadin.
  • Vetro massiccio: con vari strumenti si plasma la pasta vitrea allo stato fluido, facendola uscire e rientrare nel forno per mantenerne la malleabilità e senza ricorrere alla soffiatura.
  • Vetro sommerso: vetro di grosso spessore che si ottiene sovrapponendo ripetutamente più strati di vetro cristallo e di vetro trasparente colorato, ricorda l’antico vetro romano.
  • Murrina: unione a caldo di canne policrome, accostate in modo che le loro sezioni formino un disegno. Lavorata e saldate in canna unica, si tagliano in sezione ottenendo rotelle decorate.
  • Avventurina: vetro soffiato con l’aggiunta progressiva di microcristalli di rame; l’imprevedibilità del risultato fa considerare il lavoro un’avventura.

Galleria[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rosa Barovier Mentasti, Attilia Dorigato; Astone Gasparetto; Tullio Toninato, Mille anni di arte del vetro a Venezia, Venezia, Albrizzi, 1989.
  • Marino Barovier, Il vetro a Venezia dal moderno al contemporaneo, Milano, Motta, 1999.
  • Attilia Dorigato, Il museo del vetro, Venezia, Marsilio, 2007.
  • 900 di vetro. Collezione Ravasi, su 900divetro.it. URL consultato il 31 novembre 2013.

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