Umberto Brustio

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Il cavalier Umberto Brustio negli anni della maturità.

Umberto Brustio (Buenos Aires, 20 dicembre 1878[1]Milano, 25 aprile 1972) è stato un dirigente d'azienda e imprenditore italiano, Cavaliere del Lavoro dal 1952.

Nato in Argentina da una famiglia attiva nell'imprenditoria dolciaria, fu uno dei migliori manager italiani della prima metà del XX secolo, unico in grado di risollevare la Rinascente del cognato Senatore Borletti dal periodo di crisi che stava attraversando nel 1919[2].

Nel 1940, dopo la morte di Borletti, Brustio assunse la presidenza della Rinascente, mantenendola fino al 1957, anno in cui assunse la carica di presidente onorario. Sotto la guida di Brustio la Rinascente conobbe una felicissima espansione, tanto da raggiungere nel 1950 il capitale di 1 miliardo di lire[3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini e primi anni (1878-1913)[modifica | modifica wikitesto]

Umberto Brustio nacque a Buenos Aires da Giulio Cesare Brustio, cacciatore delle Alpi di Giuseppe Garibaldi, e Liberata Maffei[4]. Suo padre era un modesto imprenditore dolciario[5], che lo avviò agli studi tecnici una volta tornato in Italia[6].

Il suo primo impiego fu quello di rappresentante presso un'azienda comasca di arredi, la Benini[7], che fu dichiarata in fallimento nel marzo del 1908, lasciandolo disoccupato[1]. Brustio trovo dunque lavoro nell'azienda chimica A. E. Bianchi & C. di Alberto Bianchi[8]; tale lavorò non soddisfece Brustio, che lo abbandonò in poco tempo.

Nel 1908 aveva sposato Antonia Borletti, sorella di Senatore Borletti[9]; ciò gli permise di essere chiamato a Buenos Aires dal cognato per dirigere la società Enrico dell'Acqua (defunto suocero di Borletti), dotata di un grosso complesso industriale sito proprio nella città natale di Brustio (1913)[10].

Prima attività imprenditoriale (1913-1928)[modifica | modifica wikitesto]

Senatore Borletti, pigmalione di Brustio.

Brustio rimase alla guida della Dell'Acqua fino al 1919, quando, su invito di Borletti, tornò in Italia per assumere ruoli dirigenziale nella Rinascente del cognato[11], che aveva rilevato l'azienda del defunto Ferdinando Bocconi, chiedendo a Gabriele D'Annunzio in persona di darle un nuovo nome. Brustio entrò nel consiglio d'amministrazione nel giugno 1919, divenendo poi amministratore delegato della società l'11 ottobre[12]. Nel marzo 1921 Brustio ottenne la riapertura della filiale in piazza Duomo, distrutta da un incendio nella notte di natale 1918[13]; negli anni successivi Brustio si trovò a barcamenarsi tra coloro che controllavano l'azienda, ossia Borletti, la Banca commerciale e i fornitori all'ingrosso[14].

La Banca era ansiosa di ricavare utili dall'azienda e addossava a Brustio le responsabilità della lentezza della crescita; d'altro canto i fornitori erano contrariati dalla politica dell'amministratore delegato, che puntava agli acquisti più convenienti[15].

Nel 1922 Brustio riuscì ad imporre la sua dottrina, consentendo l'espansione a livello nazionale dell'azienda. Brustio impose un modello di diffusione capillare, che avrebbe noverato vari magazzini anche in centri minori[16] e, dal 1927, vendite rateali.

Brustio e Borletti trovarono tuttavia difficoltà nell'imporsi, dacché gli italiani spesso non potevano permettersi, dato il basso reddito dovuto al periodo di crisi, di acquistare gli articoli della Rinascente.

Fondatore della UPIM (1928-1939)[modifica | modifica wikitesto]

Il primo logo della UPIM (1928)

Nel 1928 Brustio si ispirò al modello tedesco a prezzo unico per fondare la UPIM (Unico prezzo italiano Milano), in collaborazione col futuro antagonista Franco Monzino[17][18]; I prezzi della UPIM andavano da 1 a 5 lire, con incasso medio di £ 6.000 al giorno. Il modello a prezzo unico permetteva libertà di scelta ai clienti e semplificava le vendite, consentendo l'assunzione di personale meno qualificato e, perciò, peggio salariato[19].

Nel 1933 avvenne l'ingresso dei Grandi Magazzini Jelmoli nelle azioni della società Rinascente, sostituendo la Banca Commerciale[20]; ciò garantì maggior stabilità alla Rinascente, che nel 1934 si fuse con l'UPIM[21]. Nella difficile congiuntura determinata dalla crisi economica dei primi anni Trenta, il “prezzo unico” diventò lo strumento che consentì all’impresa, orientata da Brustio verso consumi popolari, di resistere: fra il 1930 e il 1940 le filiali La Rinascente e Upim passano rispettivamente da 18 a 5 e da 14 a 36. Grazie a questa strategia, il 1933 è l’ultimo anno prima della guerra che vede l’azienda in perdita[22].

Presidente della Rinascente-Upim (1940-1957)[modifica | modifica wikitesto]

Il 13 dicembre 1939 venne improvvisamente a mancare Senatore Borletti, presidente della Rinascente; l'8 gennaio 1940 il cognato Brustio gli successe alla presidenza[23].

In questo periodo Brustio dovette subire la spietata concorrenza della Standa di Franco Monzino, Italo Monzino e Ferdinando Borletti, fratello di Senatore[24], con esiti spesso altalenanti. L'accordo che si raggiunse avrebbe preveduto il raddoppiamento delle sedi delle due società cinque anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, ma fu vanificato dal conflitto, che danneggiò quasi tutte le sedi UPIM e tutte le sedi Rinascente tranne quella di Roma.

Brustio non stette a guardare; nel 1946 furono riattivate 19 filiali UPIM e varie sedi Rinascente (nel 1950 venne riaperta anche la sede principale, in piazza Duomo a Milano)[25].

Proprio in questo periodo (1950) l'azienda raggiunse un capitale miliardario. Successivamente l'azienda crebbe schiacciando la concorrenza ed accumulando, nel 1957, un capitale di 5 miliardi di lire.

Ultimi anni (1957-1972)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1957 lasciò la presidenza, divenendo presidente onorario, ma fece parte del consiglio d'amministrazione fino al 1968[26].

Dal 1958 fece parte della Hall of Fame in Distribution di Boston. Morì il 25 aprile 1972, novantatreenne.

Archivio[modifica | modifica wikitesto]

La documentazione prodotta da Umberto Brustio durante il periodo in cui assunse ruolo dirigenziale ne La Rinascente (1919-1957) [27] è raccolta nel fondo Carte Brustio (La Rinascente) conservato presso l'Istituto di storia economica dell’Università commerciale L. Bocconi di Milano[28].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere del Lavoro - nastrino per uniforme ordinaria
«Nato a Buenos Aires, svolse un periodo di tirocinio nel settore cotoniero in Italia e all'estero. Nel 1912 assunse la direzione generale della s.a. Enrico Dell'Acqua di Buenos Aires, che comprendeva stabilimenti tessili e grandi magazzini. Nel 1919, dopo il disastroso incendio della filiale di Milano, fu nominato amministratore delegato e direttore generale della Rinascente di Milano, per la quale apprestò in tempi brevi una nuova sede. Ne ristrutturò integralmente il settore commerciale e quello amministrativo, creando importanti filiali nelle principali città d'Italia. Nel 1928, con grande intuito, fondò la società Upim - Unico prezzo italiano Milano, arricchita poi di filiali e confluita successivamente nella Rinascente. Durante la guerra creò numerosi spacci nelle zone di sfollamento. Al termine del conflitto, completò l'importante opera di ricostruzione della società che culminò nel 1950 nella nuova filiale di Milano. Fu poi nominato presidente della Rinascente Upim, gruppo con 50 magazzini e 4500 dipendenti.»
— 21 dicembre 1952[29]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Umberto Brustio, su SAN - Portale degli Archivi d'impresa. URL consultato il 3 ottobre 2018.
  2. ^ Franco Amatori, treccani.it, treccani, 1988, http://www.treccani.it/enciclopedia/umberto-brustio_(Dizionario-Biografico). URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Agli inizi del 1919 (Borletti) si rivolse quindi al Brustio come all'unico manager italiani in grado di risollevare le sorti dell'impresa.titolo=BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani»
  3. ^ Franco Amatori, BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 1988. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Intanto il capitale sociale...nel 1950 raggiunse il miliardo»
  4. ^ Franco Amatori, BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 1988. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Nacque il 20 dic.1878 da Giulio Cesare e Liberata Maffei a Buenos Aires.»
  5. ^ Umberto Brustio, su SAN - Portale degli archivi d'impresa. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Il padre esercita con successo un'attività di produzione dolciaria.»
  6. ^ Franco Amatori, BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 1988. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Il Brustio compì studi tecnici, specializzandosi in campo tessile.»
  7. ^ Franco Amatori, BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 1988. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Iniziò la carriera come rappresentante per la Benini.»
  8. ^ Franco Amatori, BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 1988. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Dopo pochi mesi si rituffò negli affari, nella società chimica lombarda A. E. Bianchi & C.»
  9. ^ Franco Amatori, BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 1988. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «La sorella (di Borletti) Antonia l'aveva sposato nel 1908.»
  10. ^ Franco Amatori, BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 1988. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Accettò l'offerta del cognato Senatore Borletti di trasferirsi a Buenos Aires.»
  11. ^ Umberto Brustio, su SAN - Portale degli archivi d'impresa. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Nel 1919 tornò in Italia, su invito di Borletti...per riorganizzare un'altra impresa da lui controllata, che assumerà il nome La Rinascente.»
  12. ^ Franco Amatori, BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 1988. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Il Brustio entrò nel consiglio d'amministrazione nel giugno del 1919, assumendo l'11 ottobre successivo la carica di amministratore delegato.»
  13. ^ Umberto Brustio, su SAN - Portale degli archivi d'impresa. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Nel marzo 1921 venne riaperta con successo la sede di Piazza Duomo»
  14. ^ Franco Amatori, BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 1988. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «La Rinascente nel 1921 era controllata dalla famiglia Borletti, dalla Banca commerciale e dai commercianti all'ingrosso.»
  15. ^ Franco Amatori, BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 1988. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Mentre l'azionista-banchiere mostrava scarsa comprensione per i tempi lunghi necessari all'amministratore, gli azionisti-fornitori erano irritati dal modo di operare del Brustio.»
  16. ^ Franco Amatori, BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 1988. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Apertura di "agenzie" e magazzini dotati di un assortimento limitato.»
  17. ^ Monzino, Francesco Emanuele, su treccani.it. URL consultato il 20 maggio 2017.
  18. ^ Umberto Brustio, su SAN - Portale degli archivi d'impresa. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Nel 1928 Brustio costituisce la società UPIM.»
  19. ^ Franco Amatori, BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 1988. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «L'atto di vendita semplificato rendeva possibile utilizzare forza-lavoro meno qualificata rispetto a quella in servizio presso il grande magazzino.»
  20. ^ Umberto Brustio, su imprese.san.beniculturali.it. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «I Grandi Magazzini Jelmoli di Zurigo rilevano nel 1933 le azioni della Banca commerciale passate all'IRI.»
  21. ^ Franco Amatori, BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 1988. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Nel 1934 le due società venivano fuse.»
  22. ^ Umberto Brustio, su SAN - Archivi d'impresa. URL consultato il 31 gennaio 2018.
  23. ^ Umberto Brustio, su imprese.san.beniculturali.it. URL consultato l'11 agosto 2015.
  24. ^ Franco Amatori, BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 1988. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «In questi anni l'UPIM dovette subire la concorrenza della Standard.»
  25. ^ Umberto Brustio, su imprese.san.beniculturali.it. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Già nel 1946 vengono riattivate 19 sedi UPIM.»
  26. ^ Franco Amatori, BRUSTIO, Umberto in Dizionario Biografico degli Italiani, su treccani.it, 1988. URL consultato l'11 agosto 2015.
    «Il Brustio rimase alla guida della società fino al maggio 1957...restando a far parte del consiglio d'amministrazione fino al 1968.»
  27. ^ Carte Brustio (La Rinascente), su LombardiaBeniCulturali. URL consultato il 6 febbraio 2018.
  28. ^ Istituto di Storia Economica dell’Università commerciale L. Bocconi - ISE Milano (MI), su LBC Archivi. Lombardia Beni Culturali - Archivi. URL consultato il 3 ottobre 2018.
  29. ^ Umberto Brustio, su cavalieridellavoro.it. URL consultato il 14 agosto 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • F. Amatori, Proprietà e direzione. La Rinascente 1917-1969 Milano, Franco Angeli, 1989.
  • E. Papadia, La Rinascente Bologna, Il Mulino, 2005.
  • A. Todisco, L'azienda e la sua storia.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Umberto Brustio, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 25 agosto 2013.
  • Umberto Brustio, su SAN - Portale degli archivi d'impresa.
  • La Rinascente, su SAN - Portale degli Archivi della Moda del Novecento.