UY Scuti
UY Scuti | |
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Classe spettrale | M4Ia-Iab[1] |
Tipo di variabile | Variabile semiregolare |
Periodo di variabilità | 740 giorni[1] |
Distanza dal Sole | 9454 al[2] |
Costellazione | Scudo |
Coordinate | |
(all'epoca J2000.0) | |
Ascensione retta | 18h 27m 36,533s |
Declinazione | -12° 27′ 58,87″ |
Dati fisici | |
Raggio medio | 1708±192[3] R⊙ |
Temperatura superficiale | 3365±134 K[3] (media) |
Luminosità | |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. | 13,3[1] (min) 11,2[1] (max) |
Magnitudine app. | 11,2 |
Magnitudine ass. | -9,1 |
Coordinate: 18h 27m 36.533s, -12° 27′ 58.87″
UY Scuti è una stella ipergigante rossa situata nella costellazione dello Scudo, distante circa 9460 anni luce dal nostro pianeta.[2][4] Al 2018 si trattava della più grande stella conosciuta, con un raggio medio 1708 volte quello del Sole equivalente a quasi 8 unità astronomiche, dimensioni in seguito rivalutate con precisione dalla missione GAIA.
Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
La stella, di tipo spettrale M2Ia-Iab, è classificata come variabile semiregolare con un periodo di 740 giorni.[1] Ha una magnitudine assoluta bolometrica di -9,1, che la rende una delle stelle più luminose della Via Lattea. Anche se estremamente grande e luminosa e con un elevato tasso di perdita di massa, la classe di luminosità e l'assenza di ampie linee di emissione non soddisfano completamente la definizione di stella ipergigante.
Ha una perdita di massa di 5,8×10−5 masse solari all'anno.[2] La materia persa forma un disco di polveri e gas attorno alla stella, inoltre essa si trova nella zona di evitamento della Galassia, dove la luce visibile viene in parte bloccata; di undicesima magnitudine, se non fosse per l'estinzione apparirebbe molto più luminosa dalla Terra, visibile anche a occhio nudo nonostante la grande distanza.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c d e VSX : Detail for UY Sct, su aavso.org. URL consultato l'8 febbraio 2022.
- ^ a b c R. J. Sylvester et al., Silicate and hydrocarbon emission from Galactic M supergiants (PDF), in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 301, n. 4, 1998, p. 1083, DOI:10.1046/j.1365-8711.1998.02078.x.
- ^ a b c B. Arroyo-Torres, M. Wittkowski, J. M. Marcaide, P. H. Hauschildt, The atmospheric structure and fundamental parameters of the red supergiants AH Scorpii, UY Scuti, and KW Sagittarii, in Astronomy & Astrophysics, vol. 554, 6 giugno 2013, pp. A76, DOI:10.1051/0004-6361/201220920.
- ^ Bryan Gaensler, Universo da capogiro: Fenomeni estremi nel cosmo, Edizioni Dedalo, 2014, p. 80, ISBN 9788822068507.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
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