Toramana

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Toramana
Signore degli Unni Alchon
In carica493-515
PredecessoreMehama
EredeMihirakula

Toramana (o anche Toramana Shahi Jauvla[1], Gupta: Toramāṇa,[2]; ... – ...; fl. V-VI secolo) fu un sovrano degli Unni Alchon che governò nel nord dell'India tra la fine del V secolo e l'inizio del VI secolo d.C.[3][4]. Toramana consolidò il potere degli Unni Alchon nel Punjab (regione tra il Pakistan e l'India nordoccidentale) e conquistò il nord e il centro dell'India, compresa Eran nel Madhya Pradesh. Toramana è descritto nelle iscrizioni con il titolo di "Grande Re dei Re"[5] (Mahārājadhirāja ), sovrapponibile a quello di imperatore.[6]

Panoramica[modifica | modifica wikitesto]

La storia di Toramana ci è pervenuta grazie al poema indiano Rajatarangini, nonché ad alcune monete ed iscrizioni.

L'iscrizione Sanjeli di Toramana racconta della sua conquista e del controllo sulla Malwa e sul Gujarat. Il suo impero si estendeva all'Uttar Pradesh, al Rajasthan e al Kashmir.[7] Segni della sua presenza sono riscontrabili anche nel Kausambi, dove sono stati rinvenuti alcuni dei suoi sigilli.

L'iscrizione di Rīsthal, rinvenuta nel 1983, narra della sua sconfitta per mano del re Aulikara Prakashadharma del Malwa.[8]

Iscrizione del Punjab[modifica | modifica wikitesto]

Un'iscrizione trovata a Kura nel Salt Range registra la costruzione di un monastero buddista da parte di una persona di nome Rotta Siddhavriddhi durante il regno del sovrano unno Toramana. Il donatore esprime il desiderio che il merito religioso ottenuto dal suo dono sia condiviso con lui, il re e i membri della sua famiglia.[9] Nell'iscrizione di Khurā (495-500, dal Salt Range nel Punjab e ora a Lahore), Toramana assume i titoli regali indiani oltre a quelli dell'Asia centrale: Rājādhirāja Mahārāja Toramāṇa Shahi Jauvla[1][10][11], nei quali Shahi viene considerato il titolo regale mentre Jauvla un epiteto o Biruda. Questa è una registrazione buddista in sanscrito ibrido che attesta la donazione di un monastero (vihāra) ai membri della scuola Mahīśāsaka.[12][13]

L'iscrizione di Kura di Toramana. Il testo comincia con "Nel regno prospero del Re dei Re, il Grande Re Toramana Shahi Jauhkha".[14][15] Il nome di Toramana appare nella prima linea dell'iscrizione.

Iscrizione di Gwalior di Mihirakula[modifica | modifica wikitesto]

L'iscrizione di Gwalior di Mihirakula è un elogio al re Toramana.

Nell'iscrizione di Gwalior di Mihirakula, scritta in sanscrito, Toramana è descritto così:

«"Un sovrano [della terra], di grande merito, noto col nome glorioso di Tôramâna; attraverso (la sua) eroicità particolarmente caratterizzata dalla veridicità, egli governò la terra con giustizia."»

Iscrizione del Cinghiale di Eran[modifica | modifica wikitesto]

Il cinghiale di Eran, sulla sinistra, su cui è presente un'iscrizione che narra delle gesta di Toramana.
L'iscrizione del cinghiale di Eran.

L'iscrizione del cinghiale di Eran (a Malwa, 540 km a sud di Nuova Delhi, nello stato del Madhya Pradesh) risale al primo anno del regno di Toramana ed indica che l'est di Malwa era incluso nel suo dominio. L'iscrizione del cinghiale di Eran fu eretta in onore della divinità Vishù nel suo avatar Varaha.

«Om! Vittorioso è il dio [Vishnu], in forma di cinghiale; che, nel sollevare la terra [dalle acque], fece tremare le montagne con i colpi del suo duro muso; [e] che è il pilastro [per il sostegno] della grande casa che è il triplice mondo!»

La statua della divinità ha la forma di un cinghiale, con incisioni che lo mostrano a protezione dei rishi e a sostegno del Dharma. La statua contiene inoltre iscrizioni in sanscrito incise sul collo del cinghiale, in otto linee di scrittura brahmi. Registra anche la costruzione del tempio in cui si trova l'attuale immagine di Varaha, ad opera di Dhanyavishnu, il fratello minore del defunto Maharaja Matrivishnu.[16] La prima riga dell'iscrizione, incisa dopo il 484/485 d.C., menziona il Maharajadhiraja Toramana[17] e recita:

«"Nell'anno uno del regno del Re dei Re Sri-Toramana, che governa il mondo con splendore e radiosità..."»

Saccheggio di Kausambi[modifica | modifica wikitesto]

La presenza di sigilli a nome di Toramana e Hunaraja a Kausambi suggerisce che la città fu probabilmente saccheggiata dagli Alkhon sotto Toramana negli anni 497-500.[17]

Sconfitta[modifica | modifica wikitesto]

Moneta di Toramana. Le iniziali Tora in scrittura brahmi appaiono a grandi lettere sul retro, sotto il disegno della ruota solare.[18][19]
Una rara moneta d'oro di Toramana con Lakshmi sul retro (circa 490-515), ispirata alle monete contemporanee dei Gupta, come quelle di Narasimhagupta Baladitya. La leggenda sul fronte recita: Il signore della terra, Toramana, conquistata la terra, vince il Cielo".
L'iscrizione (Il grande re dei re, il signore Toramana"), in scrittura Gupta, nell'iscrizione del cinghiale di Eran.[5]
Moneta d'argento di Toramana nello stile dell'Impero Gupta occidentale, con il pavone Gupta e la leggenda brahmi sul retro. La moneta, simile a quella d'argento di Skandagupta, presenta tuttavia una sostanziale differenza: il volto di Toramana è rivolto a sinistra, mentre era usanza tra i Gupta rivolgere il volto dei loro sovrani verso destra. Questo potrebbe essere un'evidenza dell'antagonismo tra i due imperi. Sul verso è incisa la data 52.

Secondo l'iscrizione sulla lastra di pietra di Rishtal, scoperta nel 1983, il re Aulikara Prakashadharma di Malwa lo sconfisse nel 515 d.C.

Toramana potrebbe anche essere stato sconfitto dall'Imperatore indiano Bhanugupta dell'Impero Gupta nel 510 d.C. secondo l'iscrizione di Eran, anche se la "grande battaglia" a cui partecipò Bhanagupta non è specificata nel testo.

Alcune monete d'argento di Toramana seguivano lo stile delle monete d'argento dei Gupta. L'unica differenza è che il verso presenta la testa del re girata a sinistra. Il rovescio conserva il pavone dalla coda a ventaglio e la leggenda inscritta è quasi simile, tranne che per l'ovvio cambio di nome in Toramana Deva.

Un'opera jaina dell'VIII secolo, il Kuvalayamala, afferma che Toramana visse a Pavvaiya sulle rive del Chandrabhaga e godette della sovranità del mondo.[20]

Successore[modifica | modifica wikitesto]

Il successore di Toramana fu suo figlio, Mihirakula.[21]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Ashvini Agrawal, Rise and Fall of the Imperial Guptas, Motilal Banarsidass Publ., 1989, ISBN 978-81-208-0592-7.
  2. ^ John Faithfull Fleet, Inscriptions Of The Early Gupta Kings And Their Successors, 1960, p. 162.
  3. ^ Rene Grousset, The Empire of the Steppes, Rutgers University Press, 1970, pp. 70-71, ISBN 0-8135-1304-9.
  4. ^ Toramana in "Dizionario di Storia" - Treccani - Treccani, su treccani.it.
  5. ^ a b John Faithfull Fleet, Inscriptions Of The Early Gupta Kings And Their Successors, 1960.
  6. ^ "the Huna emperor Toramana" in (EN) Ashvini Agrawal, Rise and Fall of the Imperial Guptas, Motilal Banarsidass Publ., 1989, p. 251, ISBN 9788120805927.
  7. ^ Ahmad Hasan Dani, History of Civilizations of Central Asia: The crossroads of civilizations, A.D. 250 to 750, Motilal Banarsidass Publ, 1999, p. 142, ISBN 8120815408.
  8. ^ Richard Salomon, New inscriptional evidence for the history of the Aulikaras of Mandasor (XML), in Indo-Iranian Journal, vol. 32, n. 1, 1989, pp. 1–36, DOI:10.1163/000000089790082971. URL consultato il 21 gennaio 2024.
  9. ^ Upinder Singh, Political Violence in Ancient India, Harvard University Press, 2017, p. 240, ISBN 9780674981287.
  10. ^ (EN) Adesh Katariya, Ancient History of Central Asia: Yuezhi origin Royal Peoples: Kushana, Huna, Gurjar and Khazar Kingdoms, Adesh Katariya, 25 novembre 2007.
  11. ^ (EN) Parmanand Gupta, Geographical Names in Ancient Indian Inscriptions, Concept Publishing Company, 1977.
  12. ^ (EN) Siddham. The Asian Inscription Database | IN00101 Khura Inscription of Toramana, su siddham.network. URL consultato il 21 gennaio 2024.
  13. ^ Burgess, Epigraphia Indica Vol 1, Archaeological Society of India, 1892, pp. 238–245.
  14. ^ (EN) Dániel Balogh, Hunnic Peoples in Central and South Asia: Sources for their Origin and History, Barkhuis, 12 marzo 2020, pp. 326–327, ISBN 978-94-93194-01-4.
  15. ^ James Burgess, Epigraphia Indica Vol.1, 1898, pp. 238–241.
  16. ^ J.F. Fleet, Corpus Inscriptionum Indicarum, vol. 3, Government of India, Central Publications Branch, 1888.
  17. ^ a b Hans Bakker 24a lettura Gonda
  18. ^ Michael Alram, Three Hunnic Bullae from Northwest India, in Bulletin of the Asia Institute, vol. 17, 2003, pp. 177–184. URL consultato il 21 gennaio 2024.
  19. ^ (EN) Ahmad Hasan Dani e B. A. Litvinsky, History of Civilizations of Central Asia: The crossroads of civilizations, A.D. 250 to 750, UNESCO, 1996, p. 175, ISBN 9789231032110.
  20. ^ Mahajan V.D. (1960, reprint 2007).
  21. ^ (EN) South Dakota State University Homepage | South Dakota State University, su sdstate.edu, 21 gennaio 2024. URL consultato il 21 gennaio 2024.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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