Thaïs (film 1917 Italia)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Versione del 6 feb 2013 alle 18:13 di Sailko (discussione | contributi) (Annullate le modifiche di 2.38.4.208 (discussione), riportata alla versione precedente di Miky87)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
{{{titolo italiano}}}
Un fotogramma
Paese di produzioneItalia
Durata35 min
Generedrammatico
RegiaAnton Giulio Bragaglia
SoggettoRiccardo Cassano
SceneggiaturaRiccardo Cassano
ScenografiaEnrico Prampolini
Interpreti e personaggi

Thaïs o Perfido incanto è un film del 1917 diretto da Anton Giulio Bragaglia.

Trama

Il film non è tratto dal romanzo omonimo di Anatole France, che parla invece di una protomartire egiziana (come erroneamente riportato ad esempio sull'IMDB).

La trama è piuttosto convenzionale e si rifà alle torbide storie amorose del "diva-film" tipico dell'epoca.

La bellissima contessa russa Thaïs Galitzy è una perfida seduttrice di uomini sposati, che trascina sull'orlo della rovina. Quando seduce il marito della sua migliore amica, essa muore cadendo da cavallo (un suicidio?). Presa dal rimorso Thais finisce per uccidersi nella sua villa-labirinto.

Caratteristiche

Una scena

Il film, sebbene non di spessore notevole per la sceneggiatura e la realizzazione, è di fondamentale importanza per l'impatto visivo ispirato al movimento futurista, anche nella generale moria di film creati da futuristi e associati.

Il pittore Enrico Prampolini disegnò infatti le scenografie della villa della contessa con un largo uso di forme geometriche ipnotiche e estetizzanti, basate sul forte contrasto bianco/nero, tra le quali sono frequenti le spirali, le losanghe, le scacchiere, le figure simboliche (gatti neri, mascheroni che sputano fumo, ecc.). Le scene dipinte spesso interagiscono con i personaggi, creando un mondo illusorio dove è difficile districare la realtà dalla finzione, l'oggetto reale da quello disegnato, la profondità vera da quella suggerita. Le fonti di ispirazione per Prampolini furono il Liberty (si pensi alle figure dei gufi) e l'arte simbolista, con le figure sinistre che sembrano oscuri presagi di morte.

Le visioni opprimenti e antinaturalistiche sono l'evidente preambolo al successivo cinema espressionista tedesco, che prese ispirazione proprio da Prampolini.

Bibliografia

  • Sandro Bernardi, L'avventura del cinematografo, Marsilio Editori, Venezia 2007. ISBN 978-88-317-9297-4
  • G. Aristarco, Teoria futurista e film d'avanguardia, ne «La Biennale di Venezia» n. 36/37 luglio-dicembre, Venezia, 1959
  • A. Bernardini, Cinema muto italiano, 3 vol., Laterza, Bari-Roma, 1980/81
  • R. Campari, Il fantasma del bello: iconologia del cinema italiano, Marsilio, Venezia, 1994
  • G. Lista, Cinema e fotografia futurista, Skira, Milano, 2001
  • M. Macola, Prima mostra di scenotecnica futurista, in «Il Secolo XIX», Genova, 11 febbraio 1933
  • F. T. Marinetti, Anton Giulio Bragaglia, in «Futurismo», n. 9, 6 novembre 1931
  • C. Tisdall e A. Bozzolla, Futurismo, Skira, Milano, 2003
  • M. Verdone e AAVV, La casa d’arte Bragaglia, Bulzoni, Roma, 1992
  • M. Verdone, Cinema e letteratura del futurismo, Manfrini, Calliano, Trento, 1990

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

  Portale Cinema: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Cinema