Symphodus tinca

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Tordo pavone


Esemplare maschile non riproduttivo (in alto) e femminile (in basso)

Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Actinopterygii
Ordine Perciformes
Sottordine Labroidei
Famiglia Labridae
Genere Symphodus
Specie S. tinca
Nomenclatura binomiale
Symphodus tinca
Linnaeus, 1758
Sinonimi

Crenilabrus tinca (Linnaeus, 1758)
Labrus lapina (Forsskål, 1775)
Labrus polychrous (Pallas, 1814)
Labrus tinca (Linnaeus, 1758)
Lutjanus lapina (Forsskål, 1775)

Maschio in livrea nuziale

Il tordo pavone[2] (Symphodus tinca (Linnaeus, 1758)) è un pesce osseo marino della famiglia Labridae.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Il tordo pavone è presente nel Mar Mediterraneo, nel Mar Nero e nell'Oceano Atlantico orientale, dal Marocco al golfo di Guascogna[3]. È comune nei mari italiani[4].

Popola i fondi scogliosi e le praterie di Posidonia oceanica, soprattutto le zone ricche di sedimentazione, a profondità da 1 a 20 metri[5]. Può essere incontrato nelle lagune con acqua a salinità marina[3]. I giovani vivono in acque bassissime[4].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Simile come forma generale agli altri Symphodus, questa specie è caratteristica per le labbra molto sviluppate, appuntite. Il corpo è piuttosto alto[5].

La livrea, nonostante sia molto variabile come nella generalità dei Symphodus, è il carattere più importante per il riconoscimento della specie. Il tordo pavone in genere ha colore di fondo grigiastro o marrone molto chiaro con 3 bande scure orizzontali ben evidenti, una delle quali passa proprio sotto la pinna dorsale. Sul muso, all'altezza degli occhi è presente una fascia scura a V con la punta rivolta indietro. Inoltre nella zona centrale del peduncolo caudale è presente una macchietta scura. I giovanili spesso sono di un uniforme grigio-beige, a volte con pinna caudale scura. I maschi adulti, specie nel periodo degli amori, hanno colori molto vivaci: tinta di fondo giallo vivo, le tre fasce orizzontali scure sono cosparse di puntini rossi e blu, questi ultimi sparsi anche sul resto del corpo e sulle pinne. Inoltre è presente una macchia scura all'altezza della pinna pettorale; anche la fronte è scura. Le pinne pettorali sono di solito gialle, le pinne ventrali blu o arancio[4][5][6].

È il Symphodus più grande, la taglia massima nota è di 44 cm, 25 cm è la taglia media degli adulti[3].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

È il Symphodus più longevo[4], infatti può raggiungere i 15 anni d'età[3].

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Avviene in primavera, al contrario che nei congeneri il maschio non costruisce un nido ma delimita semplicemente un'area ricca di alghe sulle quali la femmina depone le uova. Il maschio sorveglia poi le uova fino alla schiusa[4]. È una specie che va incontro all'inversione sessuale[3].

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Il tordo pavone si nutre di ricci di mare, ofiure, crostacei e molluschi bivalvi[3]. Per nutrirsi aspira con le labbra il sedimento del fondo e trattiene le particelle alimentari risputando i materiali non digeribili[5].

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

Si cattura in abbondanza con tramagli, nasse e altri attrezzi costieri. Le carni non sono molto apprezzate (come quelle di quasi tutti i labridi) e si prestano solo alla preparazione della zuppa di pesce[6].

Acquariofilia[modifica | modifica wikitesto]

Dati i brillanti colori si tratta di una specie assai ricercata per gli acquari marini mediterranei[6].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Non è una specie minacciata, le popolazioni sono abbondanti e ben distribuite in tutto l'areale[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Symphodus tinca, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su politicheagricole.it.
  3. ^ a b c d e f (EN) Symphodus tinca, su FishBase. URL consultato il 29/07/2014.
  4. ^ a b c d e Enrico Tortonese, Osteichthyes, Bologna, Calderini, 1975.
  5. ^ a b c d Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 88-8039-472-X.
  6. ^ a b c Francesco Costa, Atlante dei pesci dei mari italiani, Milano, Mursia, ISBN 88-425-1003-3.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 88-8039-472-X.

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