Suzanne Lagier

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Una caricatura della Lagier, ad opera di Louis Lemercier de Neuville

Suzanne Lagier (Dunkerque, 30 novembre 1833[1]1893[1]) è stata un'attrice teatrale e cantante lirica francese.

Biografia

Nacque a Dunkerque nel 1833, in rue du Magasin à Poudre, ma crebbe in collegio a Parigi[1]; suo padre era un musicista[1]. Desiderava fare l'attrice fin da giovane e debuttò a 13 anni, nel 1846[1][2], al Théâtre des Variétés con lo spettacolo la Veuve de quinze ans, un ruolo scritto quasi su misura per lei basato un vaudeville di Pierre Adolphe Capelle[1].

Dopo un soggiorno a Londra fece il suo debutto vero e proprio al Palais-Royal nel 1848[1][2]. In seguito passò a San Pietroburgo, per poi tornare a Parigi dove recitò al Théâtre de l'Ambigu-Comique nel 1855, al Théâtre de la Gaîté nel 1856 e infine al Théâtre de la Porte-Saint-Martin nel 1859[2][1].

Nel 1865, fatto insolito per l'epoca, firmò un contratto col teatro di café-concert Eldorado, per contrastare la crescente popolarità della cantante Thérésa[1][2]; la cosa ebbe abbastanza successo, e nel giro di poche settimane il pubblico la elesse a regina del café-concert[1] e anche dell'operetta, dopo la rappresentazione di Jupiter et Léda al Bouffes-Parisiens del 1867[1], che aveva interpretato e di cui aveva composto anche la musica[2][3]. Tuttavia la Lagier non venne apprezzata dalla critica, che continuò a preferirle Thérésa[1][2].

Continuò a cantare pur ritornando regolarmente a teatro (sia a Parigi sia a San Pietroburgo) fino al 1880, prima di sposarsi con il tenore (o baritono) Eugène Dufriche a Londra, dove morì nel 1893[1].

Popolarità e critica

La Lagier riscosse una notevole popolarità all'epoca, tanto da attirare l'attenzione dei membri del Jockey Club de Paris[1]. Per contro, ricevette aspre critiche da Le Figaro: il collaboratore del giornale Alfred Delvau le affibbiò l'appellativo di la grasse (traducibile con "la grassona" o altri epiteti simili), mentre il direttore Nestor Roqueplan, paragonandola a Thérésa di cui sottolineò le buone capacità di dizione ed espressione, citando Delvau aggiunse che la Lagier non avrebbe mai conseguito altro che una sfacciataggine piuttosto volgare[1][2]. La sua robustezza diede vita anche ad alcuni altri aneddoti; secondo uno di questi, durante la scena di un ratto in cui un attore dal fisico mingherlino non riusciva a spostarla, dal loggione del teatro si sentì consigliare di portarla via in due viaggi[4].

La Lagier fu inoltre oggetto di alcune caricature[1], fra cui una del giornale satirico La Lune raffigurante lei e Thérésa[2][5].

Note

Collegamenti esterni