Stazione di Valmozzola

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Valmozzola
stazione ferroviaria
L'ex stazione ad agosto 2021
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàValmozzola
Coordinate44°34′46.2″N 9°56′32.96″E / 44.5795°N 9.94249°E44.5795; 9.94249
Lineeferrovia Pontremolese
Storia
Stato attualedismesso
Attivazione1889
Soppressione1996
Caratteristiche
TipoStazione in superficie, passante
Binari2 + 1 scalo
GestoriFerrovie dello Stato Italiane
OperatoriFerrovie dello Stato Italiane
DintorniValmozzola
Fiume Taro
NoteChiusa in seguito al raddoppio in variante della linea

La stazione di Valmozzola era una stazione ferroviaria posta sulla linea Parma-La Spezia, "Pontremolese". Serviva il centro abitato di Valmozzola.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Vista in direzione Parma dal 1º binario, ancora armato

La stazione entrò in servizio nel 1889 insieme al tronco Fornovo-Berceto, sotto la gestione di Rete Mediterranea.[1]

Lo stesso argomento in dettaglio: Eccidio di Valmozzola.

Il 12[2] od il 13 marzo 1944, durante la seconda guerra mondiale, un treno fermo in stazione venne attaccato dal "Gruppo Betti", uno dei primi nuclei partigiani della provincia di Parma, per liberare dei patrioti prigionieri. Nell'azione vi furono alcune vittime tra cui lo stesso Betti (comandante dei patrioti).[3][4][5][6]

L'episodio è in realtà controverso e ne esistono quattro versioni memorialistiche diverse, che presentano alcune contraddizioni. In particolare è contestato il motivo dell'attacco alla stazione: la maggior parte della memorialistica afferma che l'obiettivo dell'operazione fosse la liberazione di tre renitenti, prigionieri sul treno; tuttavia la storiografia più recente[7] ritiene improbabile che i partigiani sapessero già da prima che sul treno viaggiavano dei disertori da liberare. Tende perciò ad accreditare la versione secondo cui l'obiettivo iniziale non era il treno, ma il capostazione, noto fascista, che però era assente. Perciò l'assalto al treno non era programmato e fu un azzardo. Tuttavia i partigiani riuscirono a prevalere anche se "Betti" rimase ucciso. Almeno quattro militari della Repubblica Sociale Italiana morirono durante lo scontro ed altri quattro vennero fucilati dai partigiani dopo la cattura. Alcune fonti indicano che altri due militari morirono nei giorni successivi per le ferite. Vi sono infine alcuni caduti la cui connessione con l'episodio della stazione è riportata da fonti isolate, per un totale di tredici vittime[8]. I Partigiani liberarono inoltre tre renitenti prigionieri che erano a bordo del treno.

Il 17 marzo, nei pressi della stazione, i fascisti del battaglione "Lupo" della Xª Flottiglia MAS, fucilarono per rappresaglia sette partigiani (Gino Parenti, Angelo Trogu, Dino Girini, Ubaldo Chierasco, Giuseppe Tendola ed i due sovietici Vassili Belacoski e Mikhail Tartufian)[9], catturati giorni prima sul monte Barca, che nulla avevano a che vedere coi fatti di Valmozzola.[3][4][5][6]

La stazione, normalmente utilizzata dagli abitanti di Valmozzola e delle località limitrofe per raggiungere la città di Parma, venne soppressa il 22 maggio 1996, come conseguenza dell'attivazione della variante di tracciato a doppio binario in galleria fra le stazioni di Berceto e Solignano.[10]

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

Particolare del fabbricato viaggiatori, ora riconvertito in ristorante

La stazione disponeva di un fabbricato viaggiatori, in seguito riqualificato e riadibito a bar ristorante, e di due banchine, collegate tra loro tramite un attraversamento a raso in cemento, che servivano i due binari. Nella stazione vi erano anche altri edifici minori, utilizzati per ospitare i servizi igienici e per lo stoccaggio delle merci. Antistante la stazione si trova uno spiazzo che viene normalmente impiegato come parcheggio.

Il binario 1, precedentemente utilizzato come binario di precedenza e di incrocio durante gli anni di attività dell'impianto, è stato mantenuto, così come sono stati preservati pali e mensole della catenaria che forniva l'alimentazione elettrica alla linea, nonché le lampade di illuminazione originali. Il binario 2, che fu quello di corretto tracciato, non è più esistente ed è stato rimosso ed asfaltato per permettere la realizzazione di una pista ciclopedonale.

Lungo tutto il percorso della suddetta pista è possibile riscontrare la precedente destinazione d'uso dell'area; sono infatti presenti numerosi resti di palificazione, telefoni ed altri manufatti di chiara natura ferroviaria.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Monitore delle strade ferrate e degli interessi materiali, su trenidicarta.it, Roma, 1889, p. 182. URL consultato il 17 agosto 2021.
  2. ^ Maurizio Fiorillo, Uomini alla Macchia. Bande partigiane e guerra civile. Lunigiana 1943-1945, Roma-Bari, Laterza, 2010, p. 69.
  3. ^ a b I FATTI DI VALMOZZOLA (Il Gruppo di Monte Barca)- ISR "P.M.Beghi"-La Spezia- 1974
  4. ^ a b Breve sogno: gli ultimi della decima MAS, op. cit.
  5. ^ a b L'Emilia Romagna nella guerra di liberazione, Volume 1, op. cit.
  6. ^ a b La Toscana nella guerra di liberazione, op. cit.
  7. ^ Fiorillo, cit., pagg. 69-71
  8. ^ Sgt.Umberto Bertuccelli della 631ª Cp. della GNR, Sgt.Magg. Riziero Biancardi del 1° Deposito Artiglieria Contraerea dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana, Capo 1ª Giulio Caniersi del Comando Xª MAS, STV Gastone Armando Carlotti del Bn. Lupo della Xª MAS, Milite Dante Ciardi della 631ª Cp. della GNR, Sgt. Luigi Comelli della 631ª Cp. della GNR, S.Capo Alfredo Marchetto del Bn.Lupo della Xª MAS, Sgt. Raimondo Parelli del Bn. NP della Xª MAS, Marò Pietro Picconcelli del Bn. Freccia della Xª MAS, GM Domenico Pieropan del Bn. Lupo della Xª MAS, Caporalmaggiore Armando Ranzieri della 631ª Cp. della GNR, Sgt.Magg. Umberto Tarantini della VI Legione della GNR Ferroviaria, Sgt.Magg. Tito Venezia della 628ª Cp. della GNR. Vedi Albo Caduti RSI, su fondazionersi.org, 18 dicembre 2019. URL consultato il 12 marzo 2022. e Elenco caduti e dispersi della RSI, su laltraverita.it, gennaio 2022. URL consultato il 12 marzo 2022.
  9. ^ Tommaso Ferrari, Valmozzola, 17.03.1944, su straginazifasciste.it, 10 gennaio 2016. URL consultato il 12 marzo 2022.
  10. ^ Breve raddoppio, in I Treni, anno XVII, n. 174, Salò, Editrice Trasporti su Rotaie, settembre 1996, p. 7, ISSN 0392-4602 (WC · ACNP).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato, Stazione di Valmozzola. F.V., 8 settembre 1956. URL consultato il 2 agosto 2021.
  • Pietro Secchia, Enzo Nizza, Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, Volume 2, La Pietra, 1968.
  • Luciano Casella, La Toscana nella guerra di liberazione, La nuova Europa, 1972.
  • Luciano Bergonzini, Deputazione Emilia Romagna per la storia della resistenza e della guerra di liberazione, L'Emilia Romagna nella guerra di liberazione, Volume 1, De Donato, 1975.
  • Giorgio Gimelli, La Resistenza in Liguria: cronache militari e documenti, Volume 1, Carocci, 2005.
  • Franco Martinelli, Breve sogno: gli ultimi della decima MAS, 2005.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]