Stato federato turco di Cipro

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Stato federato turco di Cipro
Stato federato turco di Cipro – Bandiera
Stato federato turco di Cipro - Stemma
Dati amministrativi
Nome ufficialeKıbrıs Türk Federe Devleti
Innoİstiklâl Marşı
CapitaleNicosia Nord
Politica
Forma di StatoRepubblica
Nascita1975
CausaReferendum del 13 febbraio 1975[1]
Fine1983
CausaFondazione della Repubblica Turca di Cipro del Nord
Territorio e popolazione
Economia
ValutaLira turca
Evoluzione storica
Preceduto daBandiera della Turchia Amministrazione autonoma turco-cipriota
Succeduto da Repubblica Turca di Cipro del Nord
Ora parte di Repubblica Turca di Cipro del Nord (de facto)
Bandiera di Cipro Cipro (de jure)

Lo Stato federato turco di Cipro[2][3][4] (in turco: Kıbrıs Türk Federe Devleti) era uno Stato della regione di Cipro del Nord dichiarato nel 1975 ed esistente fino al 1983, e non riconosciuto dalla comunità internazionale. Gli successe la Repubblica Turca di Cipro del Nord, che è ugualmente riconosciuta solo dalla Repubblica di Turchia.

Politica[modifica | modifica wikitesto]

Il Segretario generale delle Nazioni Unite venne a Cipro il 25-26 dicembre 1974 e chiese che venissero avviati colloqui bilaterali tra le due comunità. Dopo che fu dichiarata l'amministrazione temporanea turco-cipriota il 28 dicembre 1967, la seconda fase fu attuata unilateralmente il 13 febbraio 1975 con la dichiarazione dello Stato federato turco di Cipro da parte del presidente dell'amministrazione Rauf Denktaş nell'Assemblea dell'amministrazione autonoma turca di Cipro.[5]

Nel 1975 lo "Stato federato turco di Cipro" fu dichiarato come un primo passo verso un futuro stato federato turco-cipriota, ma venne respinto dalla Repubblica di Cipro, dall'ONU e dalla comunità internazionale. La risoluzione 367 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite espresse rammarico per la dichiarazione, ma, non fu considerata una dichiarazione unilaterale di indipendenza e un tentativo di rottura.[6] La leadership turco-cipriota, guidata da Rauf Denktaş, sperava che i greco-ciprioti li trattassero da pari a pari e che procedessero a proclamare il proprio stato federato. Nel frattempo, il passaggio da "amministrazione" a stato permise ai turco ciprioti di scrivere la propria costituzione. Nelle elezioni del 1976, il Partito di Unità nazionale di Denktaş ottenne il 53,7% dei voti e la maggioranza nel Consiglio nazionale. Questo parlamento procedette in seguito alla discussione e alla stesura della costituzione. Tutti i partiti politici concordarono una soluzione federale alla questione con la continua garanzia di sicurezza da parte della Turchia. I dibattiti erano incentrati su motivi ideologici, sociali ed economici, con i partiti di opposizione del Partito Repubblicano Turco e del Partito di Liberazione Comunista che sostenevano un sistema parlamentare e criticavano la bozza costituzionale per i poteri conferiti al presidente.[7]

Dopo otto anni di negoziati falliti tra la comunità turca e greco-cipriota, il Nord dichiarò la propria indipendenza il 15 novembre 1983 con il nome di Repubblica Turca di Cipro del Nord. Questa dichiarazione unilaterale di indipendenza fu respinta dall'ONU con la risoluzione 541 del Consiglio di sicurezza.

Per gli sviluppi successivi, si veda la Repubblica Turca di Cipro del Nord.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1978 le importazioni dello Stato Federato Turco di Cipro ammontavano a 2.067.457.000 lire turche, e le esportazioni a 758.453 mila lire turche. Nel 1980 le importazioni ammontavano a 7.086.008.000 lire turche e le esportazioni a 3.345.262.000 lire turche.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) United States Congress Senate Committee on the Judiciary Subcommittee to Investigate Problems Connected with Refugees and Escapees, Crisis on Cyprus, 1975: One Year After the Invasion : a Staff Report, U.S. Government Printing Office, 1975, p. 99. URL consultato il 15 dicembre 2021.
  2. ^ Mancini Marina, Statualità e non riconoscimento nel diritto internazionale - e-Book, Giappichelli, 14 maggio 2020, p. 161, ISBN 978-88-921-8684-2. URL consultato il 15 dicembre 2021.
  3. ^ Enrica Costa Bona e Luciano Tosi, L'Italia e la sicurezza collettiva: dalla Società delle nazioni alle Nazioni unite, Morlacchi Editore, 2007, p. 242, ISBN 978-88-6074-146-2. URL consultato il 15 dicembre 2021.
  4. ^ Pompeo Maritati, Grecia. Dalla guerra civile ai Colonnelli, Youcanprint, 25 maggio 2015, p. 111, ISBN 978-88-911-9172-4. URL consultato il 15 dicembre 2021.
  5. ^ Cyprus History: 1975 Turkish Federated State of Cyprus (TFSC), su cypnet.co.uk. URL consultato il 15 dicembre 2021.
  6. ^ Adel Safty, The Cyprus Question: Diplomacy and International Law, iUniverse, 2011, p. 180, ISBN 9781450261524.
  7. ^ Daria Isachenko, The Making of Informal States: Statebuilding in Northern Cyprus and Transdniestria, Palgrave Macmillan, 2012, pp. 44–45, ISBN 9780230392076.
  8. ^ Turkish Cypriot Ministry of Trade and Industry, Kıbrıs Türk Federe Devleti 1982 yılı İthalât ve İhracat İstatistikleri (1982 Statistics of Exports and Imports for the Turkish Federated State of Cyprus).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]