Stan Bush

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Stan Bush
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereAlbum-oriented rock
Hard rock
Pop rock
Periodo di attività musicale1983 – in attività
Album pubblicati13
Studio11
Live0
Raccolte2
Sito ufficiale

Stan Bush (Orlando, 10 luglio 1953) è un cantante statunitense di Hard rock, AOR.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La carriera di Stan Bush inizia nel 1983 quando esce il suo primo disco solista omonimo, bissato 4 anni dopo da Stan Bush & Barrage: un album che è il vero capolavoro della carriera del cantante statunitense[1].

Fra il 1986 e il 1989, Stan Bush si impegna nello scrivere canzoni per colonne sonore, ricordiamo:

Prolifica è anche la sua produzione negli anni '90 e 2000 con dischi come "Every beat of my heart" (1992), "Dial 818-888-8638" (1993), fino ad arrivare all'uscita di "In This Life", un album che rappresenta un ritorno alle sonorità ariose e melodiche della sua produzione di metà anni ottanta.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

  • Da segnalare anche l'uscita di un singolo negli anni 90 chiamato Forever: ebbe un buon riscontro di vendite in Germania.
  • Stan Bush ha anche moltissimo materiale mai pubblicato: tra le canzoni inedite segnalo la collaborazione con Jack Ponti "Win some lose some".
  • Stan Bush è l'autore di "Love don't lie", hit-single portato al successo dagli House of Lords, contenuto nel loro disco omonimo del 1988.
  • Stan Bush è l'autore di "Slave to love", canzone contenuta in QRIII dei Quiet Riot.

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stan Bush (1983)
  • Stan Bush & Barrage (1987)
  • Every Beat Of My Heart (1992)
  • Dial 818-888-8638 (1993)
  • Higher Than Angels (1996, Japan)
  • The Child Within (1996)
  • Call To Action (1997) best of con alcune canzoni rare
  • Stan Bush & Barrage - Heaven (1998)
  • Capture The Dream - The Best Of Stan Bush (1999)
  • Language Of The Heart (2001)
  • Shine (2004)
  • In This Life (2007)
  • Dream The Dream (2010)
  • The ultimate (2014)
  • Change The World (2017)

Premi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Johannes Antonius van den Heavel (a cura di), Enciclopedia Rock, Hard & Heavy, Arcana Editrice, 1991, ISBN 88-85859-77-1.
  2. ^ https://www.latimes.com/archives/la-xpm-1997-05-23-ca-61554-story.html

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN262149294135780521059 · ISNI (EN0000 0001 1871 7075 · Europeana agent/base/71880 · LCCN (ENn97043027 · GND (DE134341325 · BNF (FRcb14160486s (data)