Cinebox: differenze tra le versioni

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inconveniente perché usava un disco ottico da 30 centimetri di diametro dove venivano stampati i fotogrammi in modo spirale, mentre il sonoro tramite una traccia a microsolco veniva registrata tra una spira e l'altra, risolvendo così il problema dell'usura delle pellicole
inconveniente perché usava un disco ottico da 30 centimetri di diametro dove venivano stampati i fotogrammi in modo spirale, mentre il sonoro tramite una traccia a microsolco veniva registrata tra una spira e l'altra, risolvendo così il problema dell'usura delle pellicole
mosse per trascinamento, la sua particolarità, e da qui l'idea, era nel fatto che il disco era messo in movimento da un sistema elettromeccanico che ne consentiva il mantenimento della [[sincronizzazione]] usando un meccanismo a [[Pantografo (grafica)|pantografo]] che consentiva di mantenere lo stesso numero di fotogrammi letti nella stessa unità di tempo, per questa sua peculiarità si può senz'altro definire come l'embrione di quello che oggi conosciamo come il [[DVD]] che usa suono e immagine su un disco, risolvendo il problema della velocità radiale, controllandola con un microprocessore, diminuendo il numero dei giri o aumentandoli a secondo di dove si trova la testina laser di lettura; fino al 1963 si pensava che suono e immagine per essere sincronizzati dovevano necessariamente essere incisi su un sistema lineare come quello delle pellicole a trascinamento.
mosse per trascinamento, la sua particolarità, e da qui l'idea, era nel fatto che il disco era messo in movimento da un sistema elettromeccanico che ne consentiva il mantenimento della [[sincronizzazione]] usando un meccanismo a [[Pantografo (grafica)|pantografo]] che consentiva di mantenere lo stesso numero di fotogrammi letti nella stessa unità di tempo, per questa sua peculiarità si può senz'altro definire come l'embrione di quello che oggi conosciamo come il [[DVD]] che usa suono e immagine su un disco, risolvendo il problema della velocità radiale, controllandola con un microprocessore, diminuendo il numero dei giri o aumentandoli a secondo di dove si trova la testina laser di lettura; fino al 1963 si pensava che suono e immagine per essere sincronizzati dovevano necessariamente essere incisi su un sistema lineare come quello delle pellicole a trascinamento.

== Bibliografia ==
*[[Michele Bovi]], ''Da Carosone a Cosa Nostra. Gli antenati del videoclip'', [[Coniglio Editore]], 2008


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
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* {{cita web|https://sites.google.com/site/ilcinemasonoro/home/011__|il Cinedisco}}
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== Bibliografia ==
*[[Michele Bovi]], ''Da Carosone a Cosa Nostra. Gli antenati del videoclip'', [[Coniglio Editore]], 2008


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Versione delle 18:45, 23 set 2016

Il Cinebox era un macchinario che consentiva di vedere su uno schermo le immagini delle canzoni suonate, ideato e prodotto negli anni cinquanta e sessanta da S.I.F. (Società Internazionale Fonovisione) di Cologno Monzese.

Caratteristiche

La macchina era costituita da un armadio, contenente il sistema di scambio pellicole e di proiezione, sormontato dal monitor. Il sistema di scambio pellicole poteva contenere 40 nastri, che venivano selezionati tramite una pulsantiera, come in un normalissimo Juke box.

Storia

È considerato l'antenato dei videoclip,[senza fonte] in quanto la sua iniziale diffusione comprendeva le sale interne dei bar ed il target era il pubblico giovane.

Inizialmente molti artisti credettero nel progetto Cinebox, di idea tutta italiana, e durante i primi anni sessanta furono molte le pellicole prodotte, sia di generi per i più giovani che per gli adulti. I videoclip erano realizzati negli studi di Cinelandia per la regia di Enzo Trapani ed in esterni per la regia di Tullio Piacentini.

I fattori a sfavore della diffusione di questo apparecchio furono principalmente due: il rivale francese (lo Scopitone), il costo dell'apparecchio e della manutenzione.

La concorrenza con lo Scopitone

Lo Scopitone era un apparecchio molto simile, per aspetto e funzionamento, al Cinebox, ma fu prodotto in Francia a partire dall'anno seguente alla presentazione dello stesso Cinebox in quel paese. Lo Scopitone poteva contenere 36 pellicole, ma aveva dalla sua parte la più libera censura francese. I videoclip italiani erano infatti sottoposti a durissima censura, che limitava il campo d'azione del regista (e, direttamente, l'appetibilità del prodotto).

L'altro fattore sfavorevole fu il costo, sia di acquisto che di mantenimento: un apparecchio costava l'equivalente di circa 10.000 euro e costava al giorno 500 lire per la tassa SIAE. Non da meno erano i problemi meccanici: per spesare l'apparecchio le pellicole dovevano essere proiettate continuativamente, e ciò portava al loro rapido deterioramento e quindi a blocchi della macchina. Si stima che per spesare il possesso di una pellicola, questa dovesse essere proiettata almeno 160 volte, e per spesare la tassa SIAE almeno 10 volte al giorno.

Il Cinedisco

Fu un brevetto del 1963 messo a punto da Primiano Muratori e Mario Faraoni, fu studiato per risolvere il problema dell'usura della pellicola nei Cinebox che la metteva fuori uso in breve tempo per i suoi continui passaggi giornalieri, il Cinedisco risolveva questo inconveniente perché usava un disco ottico da 30 centimetri di diametro dove venivano stampati i fotogrammi in modo spirale, mentre il sonoro tramite una traccia a microsolco veniva registrata tra una spira e l'altra, risolvendo così il problema dell'usura delle pellicole mosse per trascinamento, la sua particolarità, e da qui l'idea, era nel fatto che il disco era messo in movimento da un sistema elettromeccanico che ne consentiva il mantenimento della sincronizzazione usando un meccanismo a pantografo che consentiva di mantenere lo stesso numero di fotogrammi letti nella stessa unità di tempo, per questa sua peculiarità si può senz'altro definire come l'embrione di quello che oggi conosciamo come il DVD che usa suono e immagine su un disco, risolvendo il problema della velocità radiale, controllandola con un microprocessore, diminuendo il numero dei giri o aumentandoli a secondo di dove si trova la testina laser di lettura; fino al 1963 si pensava che suono e immagine per essere sincronizzati dovevano necessariamente essere incisi su un sistema lineare come quello delle pellicole a trascinamento.

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni