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A queste quattro fasi la tradizione latina fece corrispondere rispettivamente ''[[inventio]]'', ''[[dispositio]]'', ''elocutio'' e ''[[actio]]'' (o ''pronuntiatio'') e aggiunse la fase della ''[[memoria (retorica)|memoria]]'', fra ''elocutio'' e ''actio''.<ref name=treccaniretorica/> |
A queste quattro fasi la tradizione latina fece corrispondere rispettivamente ''[[inventio]]'', ''[[dispositio]]'', ''elocutio'' e ''[[actio]]'' (o ''pronuntiatio'') e aggiunse la fase della ''[[memoria (retorica)|memoria]]'', fra ''elocutio'' e ''actio''.<ref name=treccaniretorica/> |
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Versione delle 15:06, 13 mag 2016
L'elocutio è una delle cinque fasi dell'organizzazione del discorso oratorio secondo il canone che la ars oratoria, cioè l'arte oratoria latina, definì, sulla base della retorica di tradizione greca.[1]
Nella tradizione greca, le fasi del discorso erano quattro, una definizione che risale ad Aristotele:
- εὕρεσις (èureis)
- οἰκονομία (oikonomìa)
- λέξις (lèxis)
- ὑποκριτική (yupokritiké)
A queste quattro fasi la tradizione latina fece corrispondere rispettivamente inventio, dispositio, elocutio e actio (o pronuntiatio) e aggiunse la fase della memoria, fra elocutio e actio.[1]
In questo contesto, l'elocutio rappresenta l'elaborazione di un parlare ornato e comprende strumenti quali i tropi e le figure.[1] In questo senso, l'elocutio rinvia alla manipolazione e al perfezionamento prettamente linguistico di un discorso, i cui punti centrali e i cui argomenti sono stati individuati nella fase della inventio e disposti e ordinati nella dispositio.[2]
La retorica moderna, a partire dal XVI secolo, tese a identificare l'arte oratoria con l'elocutio e ciò fu anche uno dei motivi per cui la retorica in quanto tale finì per inaridirsi in una pratica del parlare ornato, di artifici e abbellimenti, raffinati ma vuoti, in quanto slegati da un palpabile contesto pratico.[1]
Nel XIX secolo, la retorica, ormai pienamente identificata con l'arte del parlare ornato che era l'elocutio, era caduta in disgrazia e fu in quel periodo che il sostantivo retorica e l'aggettivo retorico assunsero quel carattere dispregiativo che hanno poi conservato nel tempo.[1]