Antifrasi: differenze tra le versioni

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Ad esempio in frasi come ''Abbiamo fatto proprio una bella figura!'' si sottolinea invece il fatto di aver appena sfigurato di fronte a qualcuno.
Ad esempio in frasi come ''Abbiamo fatto proprio una bella figura!'' si sottolinea invece il fatto di aver appena sfigurato di fronte a qualcuno.

In letteratura [[Alessandro Manzoni]] utilizza spesso l'antifrasi con intento ironico: riferendosi al tentativo di rapimento che [[Don Rodrigo]] aveva attuato nei confronti di [[Lucia Mondella]] l'autore scrive ''era la più grossa (impresa) a cui il '''brav'uomo''' avesse ancor messo mano.'' ([[I promessi sposi|Pr. Sp.]], capitolo XI)


Molte delle espressioni usate nelle lingue per augurare la buona riuscita di un'impresa usano l'antifrasi: la locuzione ''In bocca al lupo'' augura il contrario di quello che intenderebbe il significato letterale della frase nominale.
Molte delle espressioni usate nelle lingue per augurare la buona riuscita di un'impresa usano l'antifrasi: la locuzione ''In bocca al lupo'' augura il contrario di quello che intenderebbe il significato letterale della frase nominale.


Più che Manzoni andrebbe forse preso il [[Giuseppe Parini|Parini]] come esempio di antifrasi, il poeta infatti ne "[[Il giorno (Parini)|Il giorno]]" descrive con cura maniacale la vita dei nobili quasi divinizzandoli e soffermandosi su alcuni aspetti con minuziosità proprio per creare l'effetto antifrastico, rivelando invece quanto vuota possa essere la vita del nobile...
In quest'opera l'uso dell'antifrasi è spesso stato frainteso, all'epoca infatti molti presero seriamente l'opera senza coglierne l'ironia.


In letteratura [[Alessandro Manzoni]] utilizza spesso l'antifrasi con intento ironico: riferendosi al tentativo di rapimento che [[Don Rodrigo]] aveva attuato nei confronti di [[Lucia Mondella]] l'autore scrive ''era la più grossa (impresa) a cui il '''brav'uomo''' avesse ancor messo mano.'' ([[I promessi sposi|Pr. Sp.]], capitolo XI)

Nel poema satirico ''[[Il giorno (Parini)|Il giorno]]'', scritto a metà Settecento, [[Parini]] descrive con cura maniacale la vita della nobiltà, quasi divinizzandoli e soffermandosi su alcuni aspetti con minuziosità proprio per creare l'effetto antifrastico, rivelando invece quanto vuota possa essere la vita del nobile.


L'uso dell'antifrasi, quando coinvolge la voce narrante (per esempio in alcune novelle di [[Giovanni Verga|Verga]] come ''Rosso Malpelo''), procura nel lettore il caratteristico effetto dello [[straniamento]], per cui chi legge si trova immerso in un'ottica ideologica che è normalmente censurata, o ritenuta criticabile, dal senso comune.


== Voci correlate ==
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Versione delle 13:03, 22 feb 2011

Template:Avvisounicode L'antìfrasi (dal greco ἀντί, "contro", e φράσις, "locuzione") è una figura retorica per cui il significato di una parola, di un sintagma o di una frase è opposto a quello che assume normalmente.

Così i Greci diedero superstiziosamente il nome di Eumenidi («le benevole») alle Erinni.

Sia nella scrittura ma soprattutto nel parlato si ricorre spesso a questa figura quando si vuole caricare di connotazione ironica un aggettivo attribuendogli il significato opposto rispetto a quello atteso.

I trattati di retorica ai tempi del Medioevo inseriscono l'antifrasi tra i tropi, quindi tra le figure essenziali, per alzare il livello del dettato.

Ad esempio in frasi come Abbiamo fatto proprio una bella figura! si sottolinea invece il fatto di aver appena sfigurato di fronte a qualcuno.

Molte delle espressioni usate nelle lingue per augurare la buona riuscita di un'impresa usano l'antifrasi: la locuzione In bocca al lupo augura il contrario di quello che intenderebbe il significato letterale della frase nominale.


In letteratura Alessandro Manzoni utilizza spesso l'antifrasi con intento ironico: riferendosi al tentativo di rapimento che Don Rodrigo aveva attuato nei confronti di Lucia Mondella l'autore scrive era la più grossa (impresa) a cui il brav'uomo avesse ancor messo mano. (Pr. Sp., capitolo XI)

Nel poema satirico Il giorno, scritto a metà Settecento, Parini descrive con cura maniacale la vita della nobiltà, quasi divinizzandoli e soffermandosi su alcuni aspetti con minuziosità proprio per creare l'effetto antifrastico, rivelando invece quanto vuota possa essere la vita del nobile.

L'uso dell'antifrasi, quando coinvolge la voce narrante (per esempio in alcune novelle di Verga come Rosso Malpelo), procura nel lettore il caratteristico effetto dello straniamento, per cui chi legge si trova immerso in un'ottica ideologica che è normalmente censurata, o ritenuta criticabile, dal senso comune.

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