Ocelli (ragno): differenze tra le versioni

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==Notazione scientifica==
==Notazione scientifica==
Una prima suddivisione degli occhi in base alla loro funzione si ha distinguendo gli ''occhi diretti'', cioè quelli con abbastanza cellule fotorecettrici da elaborare un'immagine o quanto meno orientarsi immediatamente verso la sorgente luminosa, dagli ''occhi indiretti'', più fermi, capaci solo di riflettere, tramite il tapetum, la luce percepita verso i recettori.
Una prima suddivisione degli occhi in base alla loro funzione si ha distinguendo gli ''occhi diretti'', cioè quelli con abbastanza cellule fotorecettrici da elaborare un'immagine o quanto meno orientarsi immediatamente verso la sorgente luminosa, dagli ''occhi indiretti'', più fermi, capaci solo di riflettere, tramite il [[Tapetum lucidum|tapetum]], la luce percepita verso i recettori<ref name="Zoologia degli invertebrati"/>.





Versione delle 12:13, 13 giu 2010

Nei ragni salticidi il paio mediano centrale degli ocelli è molto acuto; il paio esterno funge da vista secondaria, come pure le restanti due paia di occhi posizionati sui lati e in cima alla testa.

Gli ocelli dei ragni sono gli organi preposti alla visione. Nella maggior parte delle specie sono presenti in numero di otto, in alcune di sei. Si distribuiscono in diversi patterns a seconda della famiglia o genere di appartenenza. Spesso la loro distribuzione è un utile indizio per la determinazione anche della specie.

Gli ocelli sono uno dei tre tipi di organi di senso di cui sono dotati gli Aracnidi in generale e i ragni in particolare. Insieme ai tricobotrii, sorta di meccanorecettori che percepiscono i movimenti dell'aria ed agli organi di senso a fessura, costituiscono l'interfaccia della percezione del ragno verso il mondo esterno[1].

Struttura degli ocelli

Gli ocelli dei ragni sono composti da cellule retiniche, ognuna delle quali ha una lente comune. La forma dell'ocello ricorda abbastanza una coppetta con la concavità rivolta verso l'ambiente esterno. Il primo strato, partendo dall'esterno è composto da cellule pigmentate, che avvolge uno strato di forma analoga di cellule fotorecettrici vere e proprie che, per la sua funzione, prende il nome di retina. Lo strato pigmentato di questa struttura particolare consente al ragno di non percepire luce se non dalla precisa direzione in cui è rivolta la concavità della coppetta e di comprendere da quale direzione proviene la fonte di luce o un'eventuale minaccia[1].

All'interno di questi due strati, derivati in origine dal derma stesso del ragno, vi è un tessuto cuticolare ispessito che ha la funzione di lente. Rispetto ad altri artropodi, il numero elevato di cellule retiniche presente negli ocelli dei ragni, fa sì che riescano ad elaborare anche un'immagine piuttosto nitida dell'ambiente che li circonda[1].

In alcune famiglie di ragni, gli occhi laterali sono muniti di uno strato riflettente di pigmento, detto tapetum, comune a molti altri animali che necessitano di un'adeguata visione notturna[1].

Funzione e proprietà degli ocelli

Nei ragni che predano acquattati nella loro ragnatela questi ocelli sono costituiti da semplici lenti in grado di individuare solamente la direzione di arrivo della luce usando l'ombra proiettata dai muri negli stessi ocelli.[2] Nei ragni cacciatori attivi, invece, l'acuità visiva cresce enormemente per consentire loro di vedere bene la preda e non lasciarsela sfuggire o per avvistare un pericolo in tempo.

L'acuità visiva di questi ocelli è di sole 5 volte inferiore a quella umana, che possiede un sistema ottico di gran lunga più complesso, e più di 10 volte superiore a quella delle libellule che, fra gli insetti, sono quelli dalla vista migliore.[3]

Notazione scientifica

Una prima suddivisione degli occhi in base alla loro funzione si ha distinguendo gli occhi diretti, cioè quelli con abbastanza cellule fotorecettrici da elaborare un'immagine o quanto meno orientarsi immediatamente verso la sorgente luminosa, dagli occhi indiretti, più fermi, capaci solo di riflettere, tramite il tapetum, la luce percepita verso i recettori[1].


Bibliografia

  • Edward E.Ruppert, Richard S. Fox & Robert D. Barnes. 2007. Zoologia degli invertebrati, quarta edizione italiana condotta sulla settima edizione americana, Piccin Nuova Libraria, Padova.

Voci correlate

Note

  1. ^ a b c d e Ruppert, Fox & Barnes, Zoologia degli invertebrati, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007. Testo " p.623-624" ignorato (aiuto) Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "Zoologia degli invertebrati" è stato definito più volte con contenuti diversi
  2. ^ Ruppert, E.E., Fox, R.S., and Barnes, R.D., Invertebrate Zoology, 7ª ed., Brooks / Cole, 2004, pp. 578-580, ISBN 0030259827.
  3. ^ Harland, D.P., and Jackson, R.R., “Eight-legged cats” and how they see - a review of recent research on jumping spiders (Araneae, Salticidae), in Cimbebasia, vol. 16, 2000, pp. 231-240.
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