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Rio di San Giuliano
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Veneto
Provincia  Venezia
Comune Venezia
Carta dei rii del sestiere di San Marco

Il Rio de San Zulian, o Rio di San Giuliano, o è un breve canale interno veneziano situato tra il sestiere di San Marco e il sestiere Castello. Collega il rio di Palazzo con il rio de la Fava e con essi definisce l'intero confine tra i due sestieri.[1][2]

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

Ponte de la Guerra. Servizio fotografico Venezia 1974, Paolo Monti.

Il nome del rio viene dalla non lontana chiesa di San Giuliano con l'omonimo campo, posto nel sestiere di San Marco.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il corso d'acqua interno veneziano mette in comunicazione rio de la Canonica con il rio della Fava tra i sestieri di San Marco e Castello. Viene attraversato da quattro ponti:

  • Ponte de l'Anzolo, già registrato in pietra e con una banda dal de' Barbari nel 1500 fu restaurato nel 1788 e dotato di ringhiere in ferro nel 1856; restano su un lato le soaze con gli stemmi dei provveditori de Comun in chiave d'arco ma sull'altro il leone marciano passante venne scalpellato via dai francesi[3][4];
  • Ponte de la Guerra, chiamato così perché un tempo vi si combattevano le tradizionali lotte come sul Ponte dei Pugni o quello di Santa Fosca, nella pianta di de' Barbari risulta costruito in legno ma due secoli dopo Coronelli lo cita in pietra senza bande; nel 1868 ne fu rifatta la parte calpestabile ed aggiunte le ringhiere in ferro; rimangono le originarie soaze con gli stemmi dei provveditori e due protomi a mascherone su entrambi i lati[5][6];
  • Ponte Balbi, nel de' Barbari è già rappresentato in pietra, fu smantellato e ricostruito nel 1754; nel 1824 ne vennero rifatti i gradini e nel 1878 fu dotato di ringhiere in ferro battuto a volute; anche qui restano su un lato le soaze con gli stemmi dei provveditori de Comun in chiave d'arco e sull'altro le tracce di un leone marciano scalpellato[7][8];
  • Ponte de la Malvasia, prima mancante nel 1855 fu costruito per iniziativa privata con un contributo del comune in quanto d utilità pubblica; piuttosto elementare si presenta con le rampe in muratura, la passerella sostenuta da travature di ferro e semplicissime ringhiere per parapetto.

Luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzo Licini (???)
  • Palazzo Scalfarotto (???)
  • Palazzo Tasca Papafava, il grande palazzo più arretrato presenta sul canale la cinta del giardino con una porta d'acqua ornata dalla statua della Madonna Immacolata mentre all'angolo della fondamentina si apre l'imponente portale rinascimentale e barocco ivi trasferito dal palazzo Frattina-Tasca di Portogruaro a metà Settecento[9]; all'interno dell'edificio è da segnalare il salone con stucchi policromi[10];
  • Palazzo Vignola, di più antica fondazione fu ristrutturato nel tardo cinquecento con l'austera serliana in facciata; all'interno alcune decorazioni di Giandomenico Tiepolo, Francesco Zugno e Giovanni Scajaro[11].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Venezia Touring, pp. 538-545.
  2. ^ conoscerevenezia.
  3. ^ Zucchetta 1998, pp. 180-183.
  4. ^ Ponte de l'Anzolo, su conoscerevenezia.it. URL consultato il 16 giugno 2021.
  5. ^ Zucchetta 1998, pp. 184-185.
  6. ^ Ponte de la Guerra, su conoscerevenezia.it. URL consultato il 19 aprile 2021.
  7. ^ Zucchetta 1998, p. 186.
  8. ^ Ponte Balbi, su conoscerevenezia.it. URL consultato il 16 giugno 2021.
  9. ^ Brusegan 2007, p. 344.
  10. ^ Venezia Touring, p. 453.
  11. ^ Jan Cristoph Rössler, Palazzo Vignola, su venezia.jc-r.net.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Touring Club Italiano, Venezia, collana Biblioteca di Repubblica, Italia, vol. 5, Milano - Roma, Touring club italiano - Gruppo editoriale L'Espresso, 2005, OCLC 799224309.
  • Marcello Brusegan, I Palazzi di Venezia, Roma, Newton Compton, 2007.
  • Gianpietro Zucchetta, Venezia ponte per ponte – ...vita, morte e miracoli dei 443 manufatti che attraversano i canali della città, vol. II, Venezia, Stamperia di Venezia, 1998.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]