Virtue signalling: differenze tra le versioni

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Versione delle 16:48, 14 ott 2020

Con l'espressione inglese virtue signalling (letteralmente "segnalazione di virtù"), all'incirca traducibile in italiano con il termine farisaismo, si intende un atteggiamento di artefatta, e talvolta esasperata, ostentazione di aderenza a valori morali che riscuotono consenso nella società del tempo, senza però l'attuazione di alcuna azione concreta per supportare le istanze dichiarate, al fine di ottenere visibilità o facile approvazione dagli altri.

Si tratta di una locuzione che ha valenza negativa, e viene utilizzata per tacciare di falsità, ipocrisia e perbenismo persone, comunità o aziende che millantano una "superiorità morale" e all'apparenza si fanno paladine di questa o quella battaglia, ma nei fatti non si adoperano per portarla avanti.

In italiano

Nella lingua italiana una parola che restituisce bene il concetto del virtue signalling è "farisaismo" (o "fariseismo"; dai farisei, antico gruppo politico e religioso giudaico che sosteneva la rigorosa osservanza della legge mosaica, condannato da Gesù per il suo eccessivo e ipocrita formalismo); ciononostante, si tratta di un termine desueto e più spesso ci si riferisce al virtue signalling con "ipocrisia" o "perbenismo" anche se, in realtà, entrambe queste parole risultano improprie nella traduzione in questione. Infatti, la parola "ipocrisia" indica una falsa aderenza non necessariamente ostentata a valori non per forza ben considerati dall'opinione pubblica, a differenza del virtue signalling che invece vuole evidenziare un atteggiamento borioso e volto a ottenere approvazione, inoltre l'ipocrisia è anche propria di chi si comporta in maniera opposta a come dice di pensare, mentre il virtue signalling è comunemente associato a chi davvero crede, almeno in una certa misura, al valore che ostenta, ma non è disposto ad adoperarsi per perseguirlo nei fatti; quest'ultimo dettaglio richiama talvolta l'associazione del virtue signalling a modi di fare definiti come "radical chic". Anche il "perbenismo" non rimarca allo stesso modo la connotazione di cercata ostentazione propria del virtue signalling, e si rifà ad un ossequio alle norme sociali più che al mirato sfoggio di una "morale superiore".

Storia

Secondo il The Guardian, l'espressione "virtue signalling" è in uso almeno dal 2004 ed è apparsa in opere accademiche sulla religione nel 2011 e nel 2010. Il giornalista britannico James Bartholomew è spesso considerato il coniatore della locuzione, con un articolo apparso sulla rivista The Spectator nel 2015. Bartholomew rivendicò il merito del suo neologismo in articoli successivi.

Il linguista David Shariatmadari sostiene, sul The Guardian, che l'atto di accusare qualcuno di virtue signalling è esso stesso un atto di virtue signalling, e che l'uso eccessivo di tale espressione come attacco ad hominem nel il dibattito politico l'ha resa una "buzzword" (un "tormentone", una parola molto di moda) politica ormai priva di significato.

Voci correlate