Guglielmo Embriaco: differenze tra le versioni
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Versione delle 13:02, 20 mag 2019
«Salite, salite e prendete in fretta la città»
Guglielmo Embrìacoo Testadimaglio (Genova, ... – 1102) è stato un condottiero italiano, uno dei maggiori personaggi storici medievali di Genova e uno dei padri della Compagna Communis, il Comune in nuce da cui sarebbe sorta la Repubblica di Genova.
Biografia
Nacque a Genova e visse fra la seconda metà dell'XI e la prima del XII secolo.
L'appellativo testadimaglio (caputmallei) gli derivò dalla fama di guerriero indomito e per la sua probabile forza fisica. Modifica7
Guerriero e mercante
Guerriero (miles christianus) e mercante (januensis ergo mercator) al tempo stesso: questo fu, secondo gli storici, Embriaco, condottiero destinato a diventare capostipite di una prestigiosa dinastia genovese che avrebbe partecipato per lunghi decenni al governo cittadino e guadagnato diritto di signorìa per concessione di Bertrando di Saint-Gilles sulla città-porto fenicia di Byblos (o Gibelletto), sulla costa del Libano.
Non disgiunse mai il suo impegno in nome della Chiesa di Genova — con la quale la nascente oligarchia che avrebbe governato la città per quasi ottocento anni, della quale Embriaco faceva parte, doveva pur sempre fare i conti — e il profitto personale o quantomeno familiare, ma anche quello della città sotto la cui bandiera compiva le proprie spedizioni, una città destinata a confermarsi nell'arco di pochi decenni come unica e vera e propria porta sul mar Mediterraneo.
Il Sacro Catino
Prese parte assieme al fratello Primo alla crociata cristiana del 1099, compiendo diverse spedizioni in tutta l'area siro-palestinese del Medio Oriente e, al fianco di Goffredo di Buglione contribuì in maniera decisiva all'assalto finale dal lato sud che determinò la caduta di Gerusalemme.
Embriaco poté entrare trionfalmente dalla porta di David dopo che le potenti macchine da guerra e le torri d'assalto, realizzate dai balestrieri genovesi con il legname ricavato dalle navi servite a trasportarli oltremare, ebbero la meglio sulla resistenza musulmana. Goffredo di Buglione stesso, fece scrivere sopra la porta del Santo Sepolcro: "Praepotens Genuensium Praesidium", a ricordo della incredibile impresa dei Genovesi.
Fra i reperti che Embriaco riportò dalla Terrasanta dopo la presa di Cesarea (1101) figura il Sacro Catino tuttora conservato nella cattedrale di San Lorenzo, a Genova; si tratta di un ampio calice di pietra verde traslucida che al tempo fu creduto il Santo Graal; si è anche ritenuto che fosse il piatto usato nell'ultima cena, ma la datazione scientifica ha rivelato trattarsi d'un manufatto d'arte islamica databile al IX-X secolo.
Le gesta di Embriaco a Cesarea sono state immortalate da Caffaro di Rustico da Caschifellone, in apertura dei suoi celebri Annali iniziati a scrivere intorno alla metà del XII secolo, e poi anche da Torquato Tasso nella Gerusalemme liberata. In un altro testo storico dello stesso Caffaro — la Lyberatio civitatum Orientis — vengono invece esaminate più dettagliatamente le vicende storiche che portarono i membri della dinastia degli Embriaci al controllo — per un tempo prefissato di vent'anni — della città di Biblo. Va ricordato che Caffaro — navigatore e guerriero prima che storico e analista — era stato compagno d'armi e di navigazione in numerose imprese di conquista di città della costa orientale del Mar Mediterraneo, fino alle porte del Bosforo.
Galleria d'immagini
Bibliografia
- Gabriella Airaldi, Blu come il mare - Guglielmo e la saga degli Embriaci, Fratelli Frilli Editori, Genova, 2006, ISBN 88-7563-174-3
Voci correlate
- Embriaci
- Torre Embriaci
- Prima crociata
- Sacro Catino
- Forme di governo nella Repubblica di Genova
- Balestrieri Genovesi
- Signoria di Gibelletto
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Guglielmo Embriaco