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Lungo il Singel si trova anche la cosiddetta '' [[Poezenboot]] '' (lett. "la barca dei [[gatto|gatti]]"), una celebre [[casa galleggiante]] ('' woonboot '') della città, nota per essere "abitata" da numerosi [[gatto|gatti]] randagi, a cui il proprietario garantisce vitto e alloggio<ref name="baedeker"/><ref>Harmans, Gerard M. L. (a cura di), Olanda, Dorling Kindersley, op. cit., p. 63</ref> |
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Versione delle 01:46, 28 feb 2015
Il Singel (anticamente: Cingel, letteralmente "cintura", "fossa"[1]) – da non confondere con il Singelgracht – è un canale (gracht) e via (su due lati) di Amsterdam, che "taglia" in due la parte settentrionale della città[2]: scavato tra il 1428[3] e il 1450[1], è il più antico[4] e il più interno della cosiddetta "cerchia dei canali" (Grachtengordel), a cui - per via della sua "curva" - conferisce la caratteristica forma a ferro di cavallo[4]. Fino al XV secolo, segnava i confini della città.[4]
Descrizione
Il Singel delimita il confine orientale e meridionale della Nieuwe Zijde ("parte nuova"), il confine meridionale della Oude Zijde ("parte vecchia"), il confine orientale della "Cerchia dei Canali centrale" e il confine settentrionale della "Cerchia dei Canali est" o "Cerchia dei Canali sud"). Si trova tra l'Herengracht ("Canale dei Signori") e Spuistraat.[2]
Scorre dall'IJ fino a Muntplein (la piazza con la celebre Muntoren, la "torre della zecca"), dove si getta nell'Amstel e precisamente nel tratto chiamato Binnen Amstel ("Amstel interno"). È collegato al Singelgracht tramite il Brouwersgracht ("Canale dei birrai").[2]
Molti edifici, specie nella sua parte iniziale, erano in origine dei magazzini adibiti allo stoccaggio delle merci.[4]
Quasi tutti gli edifici con frontone del canale risalgono al periodo compreso tra il 1600 e il 1650.[5]
Storia
Chiamato in origine Stedegracht[3] ("canale cittadino") , fu realizzato a partire dal 1428[3] nell'ambito di un progetto di ampliamento della città, la cui superficie passò da 41 a 79 ettari[1].
Inizialmente era stato concepito come via artificiale per il commercio ed il trasporto delle merci e solo in seguito divenne zona residenziale.[6]
Nel 1481, furono erette sul lato interno del canale le mura cittadine.[1]
Il canale perse la sua funzione difensiva nel 1586, quando la città di Amsterdam - per difendersi dagli Spagnoli - costruì un terrapieno in corrispondenza dello Herengracht.[1]
Da allora, si iniziarono a costruire così lungo il Singel anche delle abitazioni.[1]
Ad inizio 2013, si discusse sull'eventualità di ribattezzare il Singel con il nome Koningsgracht ("Canale della regina") in onore di Beatrice dei Paesi Bassi dopo la sua abdicazione, ma la proposta fu rigettata.[7]
Edifici e punti d'interesse lungo il canale
Bloemenmarkt
Lungo il Singel, si trova il Bloemenmarkt, l'ultimo mercato dei fiori galleggiante in città[2]. Risale al 1682[8] e si trova tra Koningsplein e Muntplein[2].
Torensluis
Sul Singel si trova il Torensluis ("chiusa della torre") o Torensbrug (lett. "ponte della torre"), il ponte più antico (risale al 1648) e più largo della città.[4]
Vicino alla Torensluis, si trova la statua dedicata al poeta Multatuli, opera del 1987 dello scultore Hans Bayens.[4]
Ronde Lutherse Kerk
Al nr. 11 del Singel, si trova la Ronde Lutherse Kerk ("Chiesa luterana circolare"), chiamata anche Koepelkerk ("chiesa a cupola") oder Nieuwe Lutherse Kerk ("Nuova Chiesa luterana"), chiesa risalente al 1671 e ricostruita dopo l'incendio che la distrusse nel 1822.[1][4]
Oude Lutherse Kerk
Lungo il Singel si trova anche l'Oude Lutherse Kerk ("Antica chiesa luterana"), risalente al 1633.[4]
De Krijtberg
Al nr. 446 del Singel, si trova De Krijtberg, una ("chiesa cattolica") del 1871.[1]
Nr. 7
Al nr. 7 del Singel si trova quella, che con il suo metro di larghezza, è considerata la casa più stretta di Amsterdam.[1]
Secondi alcuni, tuttavia, questo primato spetterebbe ad un edificio sulle Jeroenensteeg.[1]
Nr. 182 del Singel
Sul Singel, segnatamente al nr. 182, si trova un'altra celebre casa di Amsterdam. Questo edificio è noto per la sua facciata molto inclinata, una particolarità dovuta sia all'esigenza di guadagnare spazio, sia ai pesi che vi venivano caricati.[4]
Het Oude Veerhuis De Swaen
Ai nr. 83 – 85 del Singel, si trova la Oude Veerhuis De Swaen , una casa del 1652 che prende il nome da una formella rappresentante un cigno (in lingua olandese: zwaan, antico: swaen), con riferimento al nome del proprietario.[4]
Huis met de Neuzen
Al nr. 116 del Singel, si trova la Huis met de Neuzen ("Casa con i nasi"), un edificio del 1752.[9]
Poezenboot
Lungo il Singel si trova anche la cosiddetta Poezenboot (lett. "la barca dei gatti"), una celebre casa galleggiante ( woonboot ) della città, nota per essere "abitata" da numerosi gatti randagi, a cui il proprietario garantisce vitto e alloggio[1][10]
Yab Yum Brothel
Al nr. 295 del Singel si trova lo Yab Yum Brothel , una celebre casa chiusa della città, arredata in modo elegante.[1][2][11]
Personaggi celebri
- Agnes Block
- Joost van den Vondel, poeta
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Singel (Amsterdam)
Note
- ^ a b c d e f g h i j k l cfr. Achim Bourmer – Karen Reitzig – Reinhard Strüber, Guida Baedecker - Amsterdam, Baedeker Verlag - Mairs Geographischer Verlag, Ostfildern - De Agostini, Novara, 2004
- ^ a b c d e f Duncan, Fiona, Amsterdam, Mondadori, Milano, 1996 e segg.
- ^ a b c Singel su Jordaan Web
- ^ a b c d e f g h i j A.A.V.V., Amsterdam e Bruxelles
- ^ Harmans, Gerard M. L. (a cura di), Olanda, Dorling Kindersley, London, 2005 - Mondadori, Milano, 2007, p. 98
- ^ Willem Heinemeijer – Henri Peretz – Gerard Nijssen – Nico Haafkeens – Patrick Jusseaux – Paul van Dijk – Linda Schregardus, trad. di Esther de Haas – Anne Champonnois, Guide Oro - Amsterdam, Éditions Nouveaux Loisirs, Gallimard, Paris, 1986 – Touring Club Italiano, 2004
- ^ Het Singel wordt geen Koningsgracht, su Volkskrant, 23-03-2013
- ^ Mercato dei fiori di Amsterdam - Holland.com
- ^ Huis met de Neuzen su I am Amsterdam
- ^ Harmans, Gerard M. L. (a cura di), Olanda, Dorling Kindersley, op. cit., p. 63
- ^ Harmans, Gerard, op. cit., p. 99