Gneo Servilio Gemino: differenze tra le versioni

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;Fonti storiografiche moderne:
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* {{Cita libro|autore=Giovanni Brizzi|wkautore=Giovanni Brizzi|titolo=Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio|anno=1997|editore=Patron|città=Bologna|ISBN=978-88-555-2419-3|cid=Brizzi 1997|lingua=italiano}}
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* {{Cita libro|autore=Giovanni Brizzi|wkautore=Giovanni Brizzi|titolo=Scipione e Annibale, la guerra per salvare Roma|anno=2007|editore=Laterza|città=Bari-Roma|ISBN=978-88-420-8332-0|cid=Brizzi 2007|lingua=italiano}}
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* {{cita libro|autore=Guido Clemente|titolo=La guerra annibalica|opera=Storia Einaudi dei Greci e dei Romani|editore=Il Sole 24 ORE|città=Milano|anno=2008|volume=XIV|cid=Guido Clemente 2008|lingua=italiano}}
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* {{cita libro|autore=André Piganiol|wkautore=André Piganiol|titolo=Le conquiste dei romani|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1989|lingua=italiano|cid=Piganiol 1989}}
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* {{cita libro|autore=Howard H.Scullard|titolo=Storia del mondo romano. Dalla fondazione di Roma alla distruzione di Cartagine|editore=BUR|volume=vol.I|città=Milano|anno=1992|ISBN=978-88-171-1572-2|cid=Schullard 1992|lingua=italiano}}
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Versione delle 02:35, 28 set 2014

Gneo Servilio Gemino
Console della Repubblica romana
Nome originaleCneus Servilius Geminus
Morte2 agosto 216 a.C.
Canne
GensServilia
PadrePublio Servilio Gemino
Consolato217 a.C.[1]

Gneo Servilio Gemino[2] (... – Canne, 2 agosto 216 a.C.) fu un console della Repubblica Romana.

Biografia

Figlio di Publio Servilio Gemino, Gneo fu eletto console per l'anno 217 a.C.,[1] secondo anno della seconda guerra punica. Ai primi di marzo iniziò le operazioni militari contro Annibale, partendo dalla città di Ariminum (Rimini).[3] In seguito alla disastrosa sconfitta nella battaglia del Lago Trasimeno, in cui perse la vita l'altro console Gaio Flaminio,[4] il comando delle operazioni militari in Italia contro Annibale venne assunto da Quinto Fabio Massimo. A Gneo venne dato il comando della flotta romana per la difesa della Sardegna e della Corsica.[5]

In novembre al termine del periodo di dittatura, Gneo ottenne di nuovo il comando delle forze romane, ma senza intraprendere alcuna operazione. Fu nominato proconsole per l'anno 216 a.C.[1] ed affrontò l'esercito cartaginese in frequenti scaramucce, esercitando le nuove leve come gli aveva suggerito il console in carica Lucio Emilio Paolo.[6] Partecipò alla battaglia di Canne e vi trovò la morte.

Note

Bibliografia

Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne
Predecessore Fasti consulares Successore
Publio Cornelio Scipione
e
Tiberio Sempronio Longo
(217 a.C.)
con Gaio Flaminio Nepote II
Lucio Emilio Paolo II
e
Gaio Terenzio Varrone

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