Helene Schjerfbeck: differenze tra le versioni

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Studia presso lo studio di pittura per signore di Madame Trélat de Vigny con [[Léon Bonnat]] e [[Jean-Léon Gérôme]].<ref>http://www.19thc-artworldwide.org/index.php/spring08/100-helene-schjerfbeck-het-geheim-van-finland</ref>
Studia presso lo studio di pittura per signore di Madame Trélat de Vigny con [[Léon Bonnat]] e [[Jean-Léon Gérôme]].<ref>http://www.19thc-artworldwide.org/index.php/spring08/100-helene-schjerfbeck-het-geheim-van-finland</ref>


Nell’anno 1881 comincia gli studi presso l’accademia privata [[Académie Colarossi]] dove insegnano tra altri Raphael Colin (1850-1916) e Gustave Courtois (1852-1924) e viaggia in Bretagna con altre artiste finlandesi, [[Marianne Preindelsberger]] (1855-1927) e [[Maria Wiik]] (1853-1928) In Bretangna conosce un pittore inglese con cui è brevemente fidanzata. Il fidanzamento finisce nel 1885.<ref>http://www.19thc-artworldwide.org/index.php/spring08/100-helene-schjerfbeck-het-geheim-van-finland</ref>
Nell’anno 1881 comincia gli studi presso l’accademia privata [[Académie Colarossi]] dove insegnano tra altri Raphael Colin (1850-1916) e Gustave Courtois (1852-1924) e viaggia in Bretagna con altre artiste finlandesi, [[Marianne Preindelsberger]] (1855-1927) e [[Maria Wiik]] (1853-1928) In Bretagna conosce un pittore inglese con cui è brevemente fidanzata. Il fidanzamento finisce nel 1885.<ref>http://www.19thc-artworldwide.org/index.php/spring08/100-helene-schjerfbeck-het-geheim-van-finland</ref>


Nell’[[expo 1900|Esposizione mondiale di Parigi]] nel 1889 riceve una medaglia di bronzo per il dipinto ''convalescente''.<ref>http://www.hamburger-kunsthalle.de/archiv/seiten/en_schjerfbeck.html</ref>
Nell’[[expo 1900|Esposizione mondiale di Parigi]] nel 1889 riceve una medaglia di bronzo per il dipinto ''convalescente''.<ref>http://www.hamburger-kunsthalle.de/archiv/seiten/en_schjerfbeck.html</ref>

Versione delle 17:53, 1 mar 2012

Helene Sofia Schjerfbeck

Helene Sofia Schjerfbeck (Helsinki, 10 luglio 1862Saltsjöbaden, 23 gennaio 1946) è stata una pittrice finlandese.

Il suo stile, molto cambiato durante la sua vita, è stato definito come realistico, romantico, impressionistico, simbolistico ed espressionistico e addirittura astratto[1]. È conosciuta soprattutto per i suoi autoritratti.

Infanzia

Helene Schjerfbeck nasce a Helsinki nella famiglia di Svante Schjerfbeck e Olga Johanna Schjerfbeck.[2] La sua vita è cambiato da un incidente a quattro anni, quando cade da una scaletta e rompe l’anca. Non si riprende mai completamente e zoppica per il resto della sua vita. Non può quindi andare a scuola e ha tempo per disegnare, dipingere e sviluppare il suo talento artistico.[3]

Anni di studio e viaggi

Nell’anno 1873, a 11 anni, cinque anni più giovane degli allievi tipici, si iscrive alla scuola di Disegno della Società d'Arte finlandese.

Nel 1876 il padre dell’artista muore di tubercolosi e la situazione economica della famiglia diventa difficile, nonostante Schjerfbeck riesca a continuare gli studi, grazie al sostegno d’insegnanti che credono nel suo talento[4], Il professor G. Asp le paga la retta dell’accademia privata di Adolf von Becker dove impara le tecniche di pittura francesi.[5].

Verso il fine del decennio Schjerfbeck, ancora giovane, comincia a diventare famosa in ambito finlandese. Nel 1879 vince un premio in una competizione organizzata dalla Società d’Arte finlandese e nel 1880 partecipa a una mostra della medesima società. Lo stesso anno riceve anche una borsa di studio dal senato imperiale di russo per viaggiare e parte per Parigi.[6]

A Parigi Schjerfbeck arriva in contatto con le correnti artistiche internazionali e le opere di, per esempio, Pierre Puvis de Chavannes, Édouard Manet e Paul Cézanne[7]. La giovane artista si pubblicizza partecipando alle mostre, vendendo le sue opere quando possibile e lavorando come illustratrice.[8]

Da Parigi viaggia anche a Firenze, Praga, San Pietroburgo, in Bretagna e altri posti di interesse artistico.[9]

Studia presso lo studio di pittura per signore di Madame Trélat de Vigny con Léon Bonnat e Jean-Léon Gérôme.[10]

Nell’anno 1881 comincia gli studi presso l’accademia privata Académie Colarossi dove insegnano tra altri Raphael Colin (1850-1916) e Gustave Courtois (1852-1924) e viaggia in Bretagna con altre artiste finlandesi, Marianne Preindelsberger (1855-1927) e Maria Wiik (1853-1928) In Bretagna conosce un pittore inglese con cui è brevemente fidanzata. Il fidanzamento finisce nel 1885.[11]

Nell’Esposizione mondiale di Parigi nel 1889 riceve una medaglia di bronzo per il dipinto convalescente.[12]

Anni di lavoro

Nel 1890, quando ritornano i problemi di salute e la situazione economica dell’artista diventa più difficile, Schjerfbeck torna in Finlandia e comincia ad insegnare alla scuola di Disegno della Società d'Arte finlandese. Dopo due anni i problemi della salute diventano così gravi che non può più insegnare e Schjerfbeck si trasferisce a Hyvinkää dove abita con sua vecchia madre.

A Hyvinkää rimane fuori della vita artistica finlandese ma continua la corrispondenza con i suoi numerosi contatti che le mandano riviste d’arte e libri, in cui vede riproduzioni di quadri in bianco e nero. Così conosce per esempio l’opera di Vincent van Gogh e Pablo Picasso.[13]

Nel 1917 Schjerfbeck è “ritrovatoa” da Gösta Stenman che organizza la sua prima mostra privata e diverse mostre in Svezia. È grazie all’entusiasmo di Stenman che Schjerfbeck trova spazio nel mondo dell’arte dominato dagli uomini. Dopo aver raggiunto una posizione stabile, continua a lavorare, diventa abbastanza famosa e gode di guadagni stabili per la prima volta nella sua vita.[14]

Gli ultimi anni della vita Schjerfbeck li trascorre in Svezia dove si trasferisce nel 1944 e dove muore nel 1946.

L'opera

Durante il soggiorno parigino Schjerfbeck si distanzia dal romanticismo nazionale dei colleghi scandinavi e stabilisce un’identità artistica propria. A Hyvinkää continua a sviluppare il suo stile in una direzione moderna.

Le sue opere sono raffigurazioni della vita semplice dei bambini e delle donne. Dipinge spesso donne che stanno lavorando o sono perse nei loro pensieri. Come modelle usa sua madre e altre persone vicine. Usa anche le fotografie come fonte d’ispirazione. Dipinge anche paesaggi della natura attorno, interni e nature morte. La parte più nota della sua opera è comunque la serie d’autoritratti che ha il suo culmine nella serie di autoanalisi radicalmente ridotte. La scelta di usare la propria faccia come punto di partenza per l’arte non è un frutto di narcisismo ma, come spiega ad un amico in una lettera, quando uno ha poche forze per lavorare è comodo dipingere autoritratti, perché così la modella è sempre disponibile.

Negli autoritratti analizza il suo declino fisico e invecchiamento in un modo che assomiglia all’opera di Frida Kahlo. A differenza di Kahlo le opere di Schjerfbeck però non contengono riferimenti al suo handicap fisico. Gli autoritratti non riflettono solo la condizione esteriore dell’artista ma anche i suoi stati d’anima e la paura della morte. Nel modo in cui l’artista di analizza si potrebbe vedere l’influenza della psicoanalisi.[15]

Note