Francesco Spannocchi Piccolomini: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==
Figlio di Giulio (di Ambrogio) Spannocchi Piccolomini e della marchesa Eleonora Ballati Nerli, fu
Figlio di Giulio (di Ambrogio) Spannocchi Piccolomini e della marchesa Eleonora Ballati Nerli, fu
ufficiale della [[Marina del Granducato di Toscana|Marina]] [[Granducato di Toscana|toscana]], partecipò alla [[Spedizione contro Aleri (1775)|spedizione contro Algeri del 1775]], finanziata e sostenuta militarmente dalla Spagna; nel 1778 si trasferì a [[Napoli]] chiamatovi da [[Giovanni Acton]] e risiedendovi per diversi anni, sposandosi con la nobildonna Carolina Jackson dalla quale ebbe, il 6 marzo 1789, Giovanni Spannocchi Piccolomini, secondo figlio maschio.<ref>Cfr. in [https://data.cerl.org/owners/00016470 ''Spannocchi Piccolomini, Barone Francesco''].</ref><ref>Giovanni Spannocchi Piccolomini fu l’unico erede maschio della coppia, sopravvissuto al primogenito morto nel terremoto di Siena del 26 maggio 1798 col crollo di una parte del [[Collegio Tolomei]].<br/>
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Cfr. in Francescantonio Mori, [https://books.google.it/books?id=njnysqPyflMC&pg=PA7&dq=%22Carolina+jackson%22+%22Napoli%22&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj8qryp_NLyAhX1CmMBHdS-D4IQ6AF6BAgDEAM#v=onepage&q=%22Carolina%20jackson%22%20%22Napoli%22&f=true ''Elogio storico del barone cavalier gran-croce Giovanni Spanocchi-Piccolomini''], Firenze, Galileana, 1840 a p.8.</ref>
Cfr. in Francescantonio Mori, [https://books.google.it/books?id=njnysqPyflMC&pg=PA7&dq=%22Carolina+jackson%22+%22Napoli%22&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj8qryp_NLyAhX1CmMBHdS-D4IQ6AF6BAgDEAM#v=onepage&q=%22Carolina%20jackson%22%20%22Napoli%22&f=true ''Elogio storico del barone cavalier gran-croce Giovanni Spanocchi-Piccolomini''], Firenze, Galileana, 1840 a p.8.</ref>


Successivamente prese parte all’[[Assedio di Tolone (1793)|assedio ed evacuazione di Tolone nel 1793]].
Successivamente prese parte all’[[Assedio di Tolone (1793)|assedio ed evacuazione di Tolone nel 1793]].


Elevato con ''motu proprio'' di [[Ferdinando III di Toscana|Ferdinando III]] al grado di [[maggior generale|general maggiore]] il 3 marzo 1796, con biglietto reale del 10 marzo fu posto a governatore civile e militare di Livorno ottenendo anche il comando del porto, del litorale e della Marina. Tuttavia, pochi mesi dopo fu rimosso dall'incarico ed arrestato su ordine di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], da poco entrato nella città Labronica, per aver permesso ad alcuni bastimenti mercantili inglesi di lasciarne il [[porto di Livorno|porto]], venendo quindi tradotto presso la [[Forte Belvedere|Fortezza Belvedere]] a Firenze<ref>Cfr. al lemma [https://www.treccani.it/enciclopedia/spannocchi-piccolomini-francesco-barone ''Spannòcchi Piccolòmini, Francesco, barone''] sulla Treccani.</ref> per poi essere rinviato a Siena nel 1798 e condotto inseguito in ostaggio a [[Digione]] nel 1799.
Elevato con ''motu proprio'' di [[Ferdinando III di Toscana|Ferdinando III]] al grado di [[maggior generale|general maggiore]] il 3 marzo 1796, con biglietto reale del 10 marzo fu posto a governatore civile e militare di Livorno ottenendo anche il comando del porto, del litorale e della Marina. Tuttavia, pochi mesi dopo fu rimosso dall'incarico ed arrestato su ordine di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], da poco entrato nella città Labronica, per aver permesso ad alcuni bastimenti mercantili inglesi di lasciarne il [[porto di Livorno|porto]], venendo quindi tradotto presso la [[Forte Belvedere|Fortezza Belvedere]] a Firenze<ref>Cfr. al lemma [https://www.treccani.it/enciclopedia/spannocchi-piccolomini-francesco-barone ''Spannòcchi Piccolòmini, Francesco, barone''] sulla Treccani.</ref> per poi essere rinviato a Siena nel 1798 e condotto in seguito in ostaggio a [[Digione]] nel 1799.


Liberato poco dopo su pressione di amici e rientrato in patria, il generale austriaco [[Annibale Sommariva]] lo pose nel 1800 a comando di un corpo di austro-toscani noto come i «''[[Viva Maria]]''» col fine di liberare la Toscana dai francesi.
Liberato poco dopo su pressione di amici e rientrato in patria, il generale austriaco [[Annibale Sommariva]] lo pose nel 1800 a comando di un corpo di austro-toscani noto come i «''[[Viva Maria]]''» col fine di liberare la Toscana dai francesi.
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Rientrò a Livorno con grandi onori solo nel 1814 ivi spegnendosi il 20 ottobre 1822.
Rientrò a Livorno con grandi onori solo nel 1814 ivi spegnendosi il 20 ottobre 1822.


Gran parte della sua biblioteca rappresenta oggi il nucleo della [[Biblioteca Labronica|Biblioteca Labronica “Francesco Domenico Guerrazzi”]] conservati presso [[Villa Fabbricotti (Livorno)|Villa Fabbricotti]].
Gran parte della sua biblioteca rappresenta oggi il nucleo della [[Biblioteca Labronica|Biblioteca Labronica “Francesco Domenico Guerrazzi”]] presso [[Villa Fabbricotti (Livorno)|Villa Fabbricotti]].


== Note ==
== Note ==

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Francesco Spannocchi Piccolomini
NascitaSiena, 13 agosto 1750
MorteLivorno, 20 ottobre 1822
ReligioneCristiana cattolica
Dati militari
Paese servito Granducato di Toscana
Regno di Napoli
Forza armataMarina toscana
Real marina napoletana
Grado
GuerreSeconda coalizione
BattaglieScontro di Siena
fonti citate nel corpo del testo
voci di militari presenti su Wikipedia

Il barone Francesco Spannocchi Piccolomini (Siena, 13 agosto 1750Livorno, 20 ottobre 1822) è stato un generale e nobile italiano; fu ufficiale della Marina toscana e governatore civile e militare di Livorno.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Giulio (di Ambrogio) Spannocchi Piccolomini e della marchesa Eleonora Ballati Nerli, fu ufficiale della Marina toscana, partecipò alla spedizione contro Algeri del 1775, finanziata e sostenuta militarmente dalla Spagna; nel 1778 si trasferì a Napoli chiamatovi da Giovanni Acton e risiedendovi per diversi anni, sposandosi con la nobildonna Carolina Jackson dalla quale ebbe, il 6 marzo 1789, Giovanni Spannocchi Piccolomini, secondo figlio maschio.[1][2]

Successivamente prese parte all’assedio ed evacuazione di Tolone nel 1793.

Elevato con motu proprio di Ferdinando III al grado di general maggiore il 3 marzo 1796, con biglietto reale del 10 marzo fu posto a governatore civile e militare di Livorno ottenendo anche il comando del porto, del litorale e della Marina. Tuttavia, pochi mesi dopo fu rimosso dall'incarico ed arrestato su ordine di Napoleone, da poco entrato nella città Labronica, per aver permesso ad alcuni bastimenti mercantili inglesi di lasciarne il porto, venendo quindi tradotto presso la Fortezza Belvedere a Firenze[3] per poi essere rinviato a Siena nel 1798 e condotto in seguito in ostaggio a Digione nel 1799.

Liberato poco dopo su pressione di amici e rientrato in patria, il generale austriaco Annibale Sommariva lo pose nel 1800 a comando di un corpo di austro-toscani noto come i «Viva Maria» col fine di liberare la Toscana dai francesi.

Rientrò a Livorno con grandi onori solo nel 1814 ivi spegnendosi il 20 ottobre 1822.

Gran parte della sua biblioteca rappresenta oggi il nucleo della Biblioteca Labronica “Francesco Domenico Guerrazzi” presso Villa Fabbricotti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cfr. in Spannocchi Piccolomini, Barone Francesco.
  2. ^ Giovanni Spannocchi Piccolomini fu l’unico erede maschio della coppia, sopravvissuto al primogenito morto nel terremoto di Siena del 26 maggio 1798 col crollo di una parte del Collegio Tolomei.
    Cfr. in Francescantonio Mori, Elogio storico del barone cavalier gran-croce Giovanni Spanocchi-Piccolomini, Firenze, Galileana, 1840 a p.8.
  3. ^ Cfr. al lemma Spannòcchi Piccolòmini, Francesco, barone sulla Treccani.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]