Ostia (liturgia): differenze tra le versioni

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L''''ostia''' è una [[cialda]] di [[pane]] esclusivamente di farina di [[frumento]]<ref>{{cita libro | url = https://books.google.it/books?id=8rtStcKMQpMC&pg=PA166&dq=Ostia+frumento&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwig9sr21p7lAhUP_aQKHX_SADoQ6AEIQTAE#v=onepage&q=Ostia%20frumento&f=false | titolo = Dizionario sacro liturgico |autore = D. Giovanni Diclich| volume = 1| editoree = Tomassini | anno = 1831 | pp = 166 | accesso = 15 ottobre 2019 }}</ref>, solitamente di forma circolare. Si tratta di [[pane azzimo]], secondo le [[Mitzvah|prescrizioni]] contenute nel capitolo {{passo biblico|Es|12}} del [[libro dell'Esodo]], prescrizioni tuttora seguite dagli [[Ebrei]] nella settimana di [[Pasqua ebraica|Pasqua]].
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== Etimologia ==
== Etimologia ==

Versione delle 00:21, 11 feb 2021

L'ostia è una cialda di pane esclusivamente di farina di frumento[1], solitamente di forma circolare. Si tratta di pane azzimo, secondo le prescrizioni contenute nel capitolo Esodo 12[2] del libro dell'Esodo, prescrizioni tuttora seguite dagli Ebrei nella settimana di Pasqua.

Etimologia

La parola deriva dal latino hostia, che già nel latino classico designava la materia di un sacrificio fatto in onore di una divinità[3].

Uso nel Cristianesimo

Ostie di varie dimensioni. La più grande viene usata per la comunione del celebrante, le più piccole per la comunione dei fedeli.
Lo stesso argomento in dettaglio: Eucaristia.

Secondo la dottrina della Chiesa cattolica e di altre Chiese cristiane, durante la celebrazione eucaristica istituita da Cristo nell'Ultima Cena, l'ostia diventa - in un evento definito "consacrazione del pane" e interpretato teologicamente in modi diversi (nella Chiesa cattolica come "transustanziazione"[4], nella ortodosse come "trasmutazione" e nelle Chiese cristiane protestanti "consustanziazione", "impanazione", ecc.) - il corpo di Gesù Cristo, offerto in sacrificio per la redenzione dell'umanità.

« Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». »   ( Lc 22-19, su laparola.net.)

La dottrina della Chiesa cattolica afferma che l'autorità per la valida consacrazione dell'Eucaristia è stata conferita da Gesù stesso agli apostoli e ai loro successori (vescovi e, in subordine, presbiteri) nell'Ultima Cena. Tale successione apostolica non è però riconosciuta dalle Chiese protestanti.

Strumento per tagliare le ostie, Museo diocesano di Monreale, Palermo, Sicilia

Nella Chiesa cattolica le specie consacrate del pane (ostia) e del vino ricevono il nome di Santissima Eucaristia e sono ricevute dai fedeli durante la Messa. In particolare l'ostia consacrata viene chiamata Santissimo Sacramento e riceve la stessa adorazione (latría) dovuta a Dio in quanto in essa è la presenza reale di Cristo[5]. Nell'adorazione eucaristica fuori dalla Messa il Santissimo Sacramento è custodito nel tabernacolo e può essere esposto nell'ostensorio. La Chiesa cattolica ha autorizzato anche l'uso di ostie con un minimo contenuto di glutine per i fedeli celiaci[6].

Note

  1. ^ D. Giovanni Diclich, Dizionario sacro liturgico, vol. 1, Tomassini, 1831, pp. 166. URL consultato il 15 ottobre 2019.
  2. ^ Es 12, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  3. ^ ostia, in Enciclopedia on line, Istituto Treccani. URL consultato il 15 ottobre 2019.
  4. ^ Gioacchino Ventura Da Raulica, Opere,, vol. 6, G. Sarracino, 1858, pp. 618. URL consultato il 15 ottobre 2019.
  5. ^ Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Istruzione Redemptionis Sacramentum, su vatican.va.
  6. ^ Un parroco può rifiutarsi di usare ostie senza glutine per i celiaci?, su www.novena.it. URL consultato il 5 settembre 2019.
    «Il 19 giugno 1995 la Congregazione inviò una lettera circolare ai presidenti di tutte le Conferenze Episcopali chiarendo che le ostie in cui è completamente assente il glutine sono materia «invalida» per l'eucaristia non avendo le caratteristiche del pane, mentre si possono utilizzare ostie particolari confezionate appositamente nelle quali è presente la quantità minima di glutine sufficiente per ottenere la panificazione (e quindi tale da non snaturare la sostanza del pane, necessaria per la validità della consacrazione) e che assicuri e garantisca la genuinità per la salute di tutti.»

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