Kim Man-deok

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Kim Man-deok[1] (김만덕?, 金萬德?, Gim Man-deokLR; Isola di Jeju, 1739Isola di Jeju, ottobre 1812) è stata un'imprenditrice coreana.

È considerata la prima amministratrice delegata della Corea e un esempio di filantropismo e pragmatismo.[2] Riuscì a raggiungere la sua posizione a Jeju grazie alla cultura egualitaria e matrifocale dell'isola, dove le donne disponevano di una maggiore indipendenza economica e sociale rispetto al resto del Paese, la cui ideologia Neoconfuciana attuava una forte repressione femminile.[2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Kim Man-deok era figlia dell'aristocratico (yangban) in esilio politico Kim Eun-gyeol[3] e di una donna borghese (yangmin) della famiglia Go;[4][5] con un fratello maggiore e uno minore, era l'unica femmina.[2] Secondo le leggi del Joseon in caso di unioni tra due classi sociali diverse, Kim e i suoi fratelli appartenevano alla classe sociale più bassa tra quelle dei genitori, cioè erano dei yangmin come la madre.[2]

Quando Kim aveva undici anni, il padre morì in una tempesta tornando da Naju e la madre venne a mancare l'anno successivo per il dolore.[4] Rimasta orfana, fu adottata e cresciuta da una gisaeng in pensione, proprietaria di un gibang, che la educò nelle arti, nella medicina, nell'artigianato e nell'equitazione.[2][6] Data la tradizionale posizione dei gibang in centro città vicino al mercato, Kim apprese anche l'arte del commercio.[2]

Dal 1650, le gisaeng erano considerate proprietà governativa e per guadagnarsi la libertà dovevano versare un'ingente somma di denaro al governo. All'età di 22 anni, Kim riuscì a ottenere che il suo nome fosse tolto dal registro delle gisaeng e riguadagnare il suo status sociale,[7] aprendo successivamente una locanda per mercanti (객주?, gaekjuLR)[8] e un'agenzia di commissioni per il commercio portuale.[2] Grazie alle sue conoscenze e sfruttando le leggi fiscali, ottenne il monopolio del riso e del sale che venivano scambiati con le alghe e gli abaloni di Jeju, arrivando ad accumulare grandi ricchezze e diventando, all'età di 50 anni, una delle due donne più ricche della Corea.[2]

Nel 1792, Jeju fu colpita dalla carestia per via di un ripetuto fallimento delle coltivazioni e alcune inondazioni, e la situazione si aggravò due anni dopo con venti forti e alte maree.[9] Il governatore di Jeju avanzò una petizione alla corte chiedendo di inviare 20 000 sacchi di riso, ma sette delle dodici barche mandate in soccorso andarono distrutte durante il viaggio e in 170 000 morirono di fame.[7][9] Kim usò quindi la maggior parte della propria fortuna per importare e distribuire cibo, principalmente riso,[10] salvando 18 000 vite.[6] Il suo gesto fu reso noto a re Jeongjo, che le concesse un desiderio.[7] Man-deok domandò di poter visitare la capitale e la corte reale, e di andare in pellegrinaggio sul monte Kumgang,[7] una richiesta particolare, considerato che da 200 anni alle donne era vietato lasciare Jeju.[10][11] Il re acconsentì e le concesse anche il titolo onorifico e la posizione di dottoressa del dispensario di palazzo (의녀반수?, 醫女班首?, Uinyeo bansuLR) come ricompensa.[7][12] Dopo la visita sulla terraferma, nel 1797 Kim tornò a Jeju,[4][8] dove morì nel 1812,[3] destinando tutti i suoi averi ai poveri,[5] fatta salva una piccola somma per un orfano che aveva adottato.[9][10]

I contemporanei Bak Je-ga e Jeong Yak-yong scrissero poesie in onore di Kim,[9] mentre il capo di Stato maggiore della corte, Chae Je-gong, scrisse una sua biografia intitola Man-deok jeon.[10] In epoca moderna sussistono borse di studio a suo nome,[10] una fondazione che si occupa di fornire cibo ai bisognosi[13] e un museo costruito a Jeju nel 1978.[7] Ogni anno l'isola assegna anche il premio Kim Man-deok a due donne dalla condotta esemplare.[13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nell'onomastica coreana il cognome precede il nome. "Kim" è il cognome.
  2. ^ a b c d e f g h (KO) Jeju heroine Kim Mandeok: A closer look (part one), su jejuweekly.com, 11 maggio 2013. URL consultato il 27 febbraio 2022.
  3. ^ a b Kim Man-duk, Merciful Light - Introduction of Kim Man-duk - 영문, su mandukmuseum.or.kr. URL consultato il 2 marzo 2022.
  4. ^ a b c (KO) 김만덕(金萬德), su encykorea.aks.ac.kr. URL consultato il 5 marzo 2022.
  5. ^ a b (KO) 조선의 여성CEO, 제주 '나눔할망' 아십니까, su hankookilbo.com, 15 settembre 2020. URL consultato il 7 marzo 2022.
  6. ^ a b (EN) Recent Books, su koreatimes.co.kr, 10 aprile 2009. URL consultato il 27 febbraio 2022.
  7. ^ a b c d e f (EN) Kim Man-deok, remarkable female philanthropist, su koreatimes, 30 aprile 2018. URL consultato il 27 febbraio 2022.
  8. ^ a b (KO) '기부천사' 김만덕, 왕이 소원을 묻자 "일만이천봉을 본다면 여한이 없을 것입니다", su hankyung.com, 2 marzo 2012. URL consultato il 7 marzo 2022.
  9. ^ a b c d (VI) Kim Man-deok, Nữ tổng giám đốc(CEO) đầu tiên của Joseon, su world.kbs.co.kr. URL consultato il 4 marzo 2022.
  10. ^ a b c d e (KO) Jeju heroine Kim Mandeok: a closer look (part two), su jejuweekly.com. URL consultato il 27 febbraio 2022.
  11. ^ (KO) 김만덕, 제주도 백성을 구하다, su contents.history.go.kr. URL consultato il 5 marzo 2022.
  12. ^ (KR) Nayoung Kim, Reconsideration on Jeju Society and Kim Mandeok’s Life in the 18·19th Century, in The Journal of Korean Historical-folklife, n. 56, 2019, pp. 141–192, DOI:10.22792/jkhf.2019..56.005. URL consultato il 2 marzo 2022.
  13. ^ a b (KO) Kim Man-deok: A symbol of generosity, su jejuweekly.com. URL consultato il 4 marzo 2022.
Controllo di autoritàVIAF (EN9833156133223058430003 · LCCN (ENn2006063106 · J9U (ENHE987007398068505171 · WorldCat Identities (ENviaf-9833156133223058430003
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