Sophia FitzClarence

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Sophia Sidney
Ritratto di Lady Sophia Sidney
Andrew Morton, (1832)
Baronessa De l'Isle e Dudley
The Right Honourable
In carica13 agosto 1825 –
10 aprile 1837
Predecessoretitolo creato
SuccessoreMary Foulis
Nome completoSophia FitzClarence
NascitaSomerset Street, Londra, Regno Unito, agosto 1796
MorteKensington Palace, Londra, Regno Unito, 10 aprile 1837 (40 anni)
DinastiaHannover (per parte paterna, ramo illegittimo dei FitzClarence)
PadreGuglielmo IV del Regno Unito
MadreDorothea Jordan
ConiugePhilip Sidney, I Barone De L'Isle e Dudley
(1825-1837)
FigliAdelaide Sidney
Ernestine Sidney
Sophia Sidney
Philip Sidney
ReligioneAnglicanesimo

Lady Sophia Sidney, Baronessa De l'Isle e Dudley (nata Sophia FitzClarence; Londra, agosto 1796Kensington Palace, 10 aprile 1837) è stata una nobildonna inglese, figlia illegittima di Guglielmo IV del Regno Unito, all'epoca Duca di Clarence, e della sua amante Dorothea Jordan.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sophia FitzClarence nacque nell'agosto 1796 in Somerset Street, come terzogenita e prima femmina del futuro Guglielmo IV del Regno Unito, all'epoca Duca di Clarence, e della sua amante, l'attrice Dorothea Jordan, da cui avrebbe avuto un totale di dieci figli. Come per tutte le sue figlie, Guglielmo la chiamò in onore di una delle sue sorelle, in questo caso Sofia di Hannover[1][2][3].

Sebbene impossibilitati a sposarsi o ad ottenere la legittimazione della prole, Guglielmo e Dorothea vissero per molti anni come una coppia sposata e devota ai figli, prima a Clarence Lodge fino al 1797 e poi a Teddington (Bushy House) fino al 1807. La coppia si separò nel 1811, quando Guglielmo, oppresso dai debiti, iniziò a ricercare un matrimonio economicamente vantaggioso. Inizialmente, Guglielmo prese con sé i soli figli maschi e concesse a Dorothea la custodia delle figlie e un assegno per mantenerle, ma quando, nel 1814, scoprì che aveva violato i termini del loro accordo tornando a recitare revocò la rendita e prese con sé anche le figlie, facendo inoltre tutto il possibile per impedire loro contatti con la madre. Dopo il 1818, Sophia e i suoi fratelli furono accolti e allevati dalla moglie del padre, Adelaide di Sassonia-Meiningen, sposata in quell'anno[4][5].

Il 13 agosto 1825 Sophia sposò Philip Sidney, I barone De L'Isle e Dudley (1800 - 1851) e parente del poeta Percy Bysshe Shelley, a cui diede tre figlie e un figlio[3][6][7].

Il 24 maggio 1831, suo padre, divenuto ormai re, parificò lei e i suoi fratelli alle dignità di figli di marchese e nel gennaio 1837 la nominò Governante di Kensington Palace, dove morì di parto il 10 aprile dello stesso anno[6].

Ritratto di Guglielmo IV realizzato da sua figlia Sophia, 1837

La sua morte causò molto dolore a Guglielmo, del quale era la figlia prediletta, e da allora conservo sempre un suo ritratto che Sophia aveva completato poco prima di morire. Sophia FitzClarence è anche ricordata da un memoriale posto nella Chiesa di San Giovanni Battista a Penshurst[6].

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Dal suo matrimonio, ebbe tre figlie e un figlio, oltre ad almeno un parto morto o un aborto:[6][8]

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Federico, principe del Galles Giorgio II di Gran Bretagna  
 
Carolina di Brandeburgo-Ansbach  
Giorgio III del Regno Unito  
Augusta di Sassonia-Gotha-Altenburg Federico II di Sassonia-Gotha-Altenburg  
 
Maddalena Augusta di Anhalt-Zerbst  
Guglielmo IV del Regno Unito  
Carlo Ludovico Federico di Meclemburgo-Strelitz Adolfo Federico II di Meclemburgo-Strelitz  
 
Cristiana Emilia di Schwarzburg-Sondershausen  
Carlotta di Meclemburgo-Strelitz  
Elisabetta Albertina di Sassonia-Hildburghausen Ernesto Federico I di Sassonia-Hildburghausen  
 
Sofia Albertina di Erbach-Erbach  
Sophia FitzClarence  
Nathaniel Bland James Bland  
 
Lucy Brewster  
Francis Bland  
Lucy Heaton Francis Heaton  
 
Elizabeth Curtis  
Dorothea Jordan  
 
 
 
Grace Phillips  
 
 
 
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Beauclerk-Dewar 2008.
  2. ^ Wright 1837; pp.429, 851-854
  3. ^ a b Weir 2008; p.304
  4. ^ Brock 2004.
  5. ^ Campbell 2005; p.81-84
  6. ^ a b c d Wright 1837; p.851
  7. ^ Brennan 2006.
  8. ^ Burke 1880; p.353

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]