Solomonija Saburova

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Solomonija Saburova
Granduchessa di tutte le Russie
In carica27 ottobre 1505 –
novembre 1525
PredecessoreSofia Paleologa
SuccessoreElena Vasil'evna Glinskaja
Nome completoSolomonija Jur'evna Saburova
Nascita1490 circa
MorteSuzdal', 18 dicembre 1542
Casa realeRjurikidi per matrimonio
PadreJurij Konstantinovič Saburov
Consorte diBasilio III di Russia
ReligioneOrtodossa
Sof'ja di Suzdal'

Granduchessa

 
Nascita1490 circa
MorteSuzdal', 18 dicembre 1542
Venerata daChiesa ortodossa russa
Santuario principaleConvento dell'Intercessione di Suzdal'
Ricorrenza29 dicembre, 14 agosto
Patrona diSuzdal'

Solomonija Jur'evna Saburova (in russo Соломония Юрьевна Сабурова?; 1490 circa – Suzdal', 18 dicembre 1542) è stata una granduchessa e principessa di Mosca. Prima moglie di Basilio III di Russia, è venerata come santa dalla Chiesa ortodossa con il nome di Sof'ja di Suzdal'.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia di Jurij Konstantinovič Saburov, sposò Basilio III il 4 settembre 1505 nella Cattedrale della Dormizione. Dall'unione non nacquero eredi e, temendo che il trono passasse ai fratelli, Basilio decise di divorziare da Solonija dopo vent'anni di matrimonio.[1] Il metropolita di Mosca Daniele concesse al Gran Duca il divorzio, che tuttavia fu considerato illecito da diversi ecclesiastici, tra cui Massimo il Greco.

Nel novembre 1525 il matrimonio reale fu ufficialmente annullato e la granduchessa decaduta fu costretta a diventare suora.[2] Con il nome di Sofia, entrò in un convento di Mosca e poi fu trasferita al Convento dell'Intercessione a Suzdal'. Secondo una leggenda, pochi mesi dopo essere stata rinchiusa in un convento avrebbe dato alla luce un figlio, Kudejar, affidato ai cosacchi e divenuto un atamano e poi un fuorilegge.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Frank W. Thackeray e John E. Findling, Events That Formed the Modern World: From the European Renaissance through the War on Terror [5 volumes], Bloomsbury Publishing USA, 31 maggio 2012, p. 52, ISBN 978-1-59884-902-8. URL consultato il 29 marzo 2024.
  2. ^ (EN) B. J. Kidd, The Churches of Eastern Christendom, Routledge, 6 agosto 2013, p. 382, ISBN 978-1-136-21278-9. URL consultato il 29 marzo 2024.
  3. ^ (EN) Nicholas Arseniev, Russian Piety, St Vladimir's Seminary Press, 1964, p. 78, ISBN 978-0-913836-21-7. URL consultato il 29 marzo 2024.

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